A cura di Selene G. Rossi
Ricordato dai più come regista horror grazie a Un lupo mannaro americano a Londra (An American Werewolf in London, 1981) e al videoclip Thriller (1983), in realtà John Landis è soprattutto un regista di commedie brillanti come Animal House (1978), The Blues Brothers (1980) e Una poltrona per due (Trading Places, 1983).
Vita privata e origini della carriera cinematografica
Nato a Chicago nell’agosto 1950, ma trasferitosi a Los Angeles con la famiglia a soli quattro mesi, John Landis inizia la sua carriera nel mondo del cinema come portalettere per la 20th Century Fox e, successivamente, come stuntman.
Nel 1969, poco meno che ventenne, viene baciato dalla fortuna. È infatti convocato come assistente alla regia (non accreditato) per I guerrieri (Kelly’s Heroes, 1969), girato in Yugoslavia da Brian G. Hutton. È qui che incontra Don Rickles e Donald Sutherland con i quali, in futuro, stringerà una proficua collaborazione. Inoltre, durante questi primi anni di carriera, lavora come stuntman in Europa, soprattutto in Inghilterra e Italia, sui set di svariate pellicole, come Il buono, il brutto, il cattivo (1966, Sergio Leone), I seicento di Balaklava (The Charge of the Light Brigade, 1968, Tony Richardson) e C’era una volta il West (1968, Sergio Leone).
Di ritorno negli Stati Uniti, capisce che è giunto il momento di cimentarsi alla regia e, nel 1973, dirige Slok (Schlok)- in cui veste anche i panni del protagonista - film-tributo a King Kong in cui una fanciulla cieca si innamora dello scimmione che la rapisce pensando si tratti di un cane gigante. Questa sua prima impresa registica coincide anche con la prima collaborazione di una lunga serie con Richard Baker, oggi mago incontrastato degli effetti speciali, come, per esempio in Un lupo mannaro americano a Londra.