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martedì 15 marzo 2016

ETTORE SCOLA


 a cura di Sandra Romanelli
 Il 21 gennaio scorso, nell'arena esterna della Casa del Cinema a Roma, è stato tributato l'estremo saluto a un grande maestro del cinema, Ettore Scola, morto il 19 gennaio. Con le sue pellicole ci ha raccontato un periodo della storia d'Italia e le vicende di alcuni personaggi italiani. I suoi film possono definirsi impegnati perché trattano  problemi e argomenti importanti, ma con toni  sempre ironici e scherzosi. 

Nato a Trevico (Av) il 10/5/1931, esordì con  la regia negli anni Sessanta con “Se permettete parliamo di donne” (1964), ma già dalla metà degli anni Cinquanta aveva collaborato come sceneggiatore di grandi film, tra i quali: Un americano a Roma (1954), La grande guerra (1959) e Il sorpasso (1962).          
Il suo primo successo da regista risale al 1968 con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? Nel cast Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier. Sceneggiatura di Ettore Scola, Age & Scarpelli. Il film si ispira vagamente  al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, libro menzionato da Sordi nella pellicola.
Negli anni Settanta Scola dirige i suoi film più belli, rimasti nella storia del cinema, tra i quali ricordiamo: Dramma della gelosia - tutti i particolari in cronaca- (1970) con Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Giancarlo Giannini.
Presentato al Festival di Cannes 1970 Marcello Mastroianni fu premiato per la migliore interpretazione maschile.
Nello stesso anno Globo d'oro e Grolla d'oro a Monica Vitti, migliore attrice.
Ma il suo capolavoro, inserito tra i migliori cento film  da salvare ( "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”), è senza dubbio: C’eravamo tanto amati (1974) , interpretato da attori  indimenticabili: Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefano Satta Flores, Stefania Sandrelli, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi. 
Il film è stato definito un interessante esempio di commedia all’italiana ma, di certo, ha rappresentato molto di più. Attraverso  le vicende di tre partigiani - divenuti amici combattendo fianco a fianco contro i tedeschi- e di Luciana (Stefania Sandrelli), una donna della quale due di loro sono innamorati, il film ripercorre trent'anni della storia italiana, dal 1945, subito dopo la  liberazione,  al 1974. "C'eravamo tanto amati" rappresenta una generazione di grandi ideali che sfoceranno alla fine in un reale disincanto che farà dire a uno dei protagonisti: “Credevamo di cambiare il mondo, invece il mondo ha cambiato noi”. 
Da segnalare una trovata tecnica: metà film è in bianco e nero (tutta l'Italia era fotografata in bianco e nero fino a metà degli anni Cinquanta) e metà a colori (per gli anni del boom, della congiuntura, della contestazione e del terrorismo).
Dedicato alla memoria di Vittorio De Sica, scomparso durante la lavorazione, e comunque fece in tempo a vederlo, nel film compaiono anche Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di se stessi.

 La  pellicola si aggiudicò:
- il Gran Premio al Festival di Mosca  a Ettore Scola
Premio César 1977 miglior film straniero
- Tre nastri d'argento: miglior attore non protagonista ad Aldo Fabrizi, migliore attrice non protagonista a Giovanna Ralli, migliore sceneggiatura a Age&Scarpelli e Ettore Scola.
- Globo d'oro: miglior attore a Vittorio Gassman, miglior attore rivelazione a Stefano Satta Flores.
- Grolla d'oro: migliore attrice a Stefania Sandrelli, miglior regista a Ettore Scola.
CURIOSITA'
-E’ uno dei film che Vittorio Gassman amava  ricordare, insieme alle saporitissime pignatte di penne all’amatriciana preparate da Aldo Fabrizi, durante le pause di lavoro. (Dal libro “Lettere d’amore sulla bellezza” di Vittorio Gassman e Giorgio Soavi, ed. Longanesi).                                                                
Una giornata particolare (1977), è un altro capolavoro di Scola che lo consacrò definitivamente tra i più grandi registi italiani. (Pellicola  selezionata tra i 100 film  da salvare).
Marcello Mastroianni e Sofia Loren
in una scena del film
E' il 6 maggio 1938, la radio trasmette la cronaca della visita di Hitler a Mussolini. Mentre tutta Roma  in festa è  accorsa sulle strade per assistere all'incontro tra il Führer  e il Duce, in un caseggiato popolare Antonietta (Sofia Loren), madre di sei figli e moglie di un fascista militante, conosce, casualmente, il dirimpettaio  Gabriele (Marcello  Mastroianni),  ex  annunciatore radiofonico, cacciato dall' EIAR perché “sovversivo”, con tendenze depravate.
La portiera sconsiglia vivamente la donna di frequentare il vicino, sospettato di essere un antifascista, ma Antonietta, affascinata dai suoi modi discreti lo invita in casa sua per un caffè e desiderosa di uscire, per un attimo, dalla routine quotidiana di casalinga sottomessa, tenta di conquistarlo sul terrazzo. Gabriele però le confessa la sua omosessualità, vera causa del licenziamento alla radio.
Marcello Mastroianni e Sofia Loren sul terrazzo del caseggiato 
Dopo un primo momento di delusione ognuno confessa all'altro la propria infelicità e la comprensione reciproca ha il sopravvento.                                                  
Le loro due solitudini s'incontrano e la casualità di questo evento risulta essere un fatto positivo sia per Gabriele, che stava pensando al suicidio, in attesa di essere  condotto al confino ("La vita in fondo vale la pena di essere vissuta, qualunque essa sia"...,  dirà alla fine ), sia per Antonietta che riesce ad avere una visione diversa della vita. Al termine della giornata, la lettura del libro che le ha regalato Gabriele è il simbolo di un'apertura verso altri orizzonti.
La Loren è bravissima  e intensa nella parte della casalinga frustrata e Mastroianni è come sempre convincente: una coppia straordinaria.
Da ricordare che il soggetto e la sceneggiatura sono di  Ettore Scola e Ruggero Maccari, coadiuvati da Maurizio Costanzo.
Molti i premi e riconoscimenti
1977 Nomination Palma d'oro al Festival di Cannes a Ettore Scola
1978 - Nomination Premio Oscar: Migliore film straniero – Miglior attore protagonista a Marcello Mastroianni 
1978 - David di Donatello: Migliore regia a Ettore Scola- Migliore attrice protagonista a Sophia Loren
1978 - Nastro d'argento: Migliore attrice protagonista a  Sofia Loren- Migliore sceneggiatura a  Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari e Ettore Scola- Migliore colonna sonora a Armando Trovajoli 
1978 - Globo d'oro: Miglior film- Miglior attore a Marcello Mastroianni- Migliore attrice a Sophia Loren
1978 - Grolla d'oro: Miglior attore a Marcello Mastroianni
2014 - Mostra internazionale d'arte cinematografica Leone per il miglior classico restaurato. 
La terrazza (1980), con Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Jean-Luis Trintinant, Serge Reggiani, Stefania Sandrelli, Ombretta Colli, Carla Gravina, Stefano Satta Flores.
Una scena del film
Un gruppo di amici si ritrova a una cena organizzata su una terrazza romana. In  questa occasione i diversi personaggi mettono in luce le debolezze, i fallimenti e le ipocrisie di un mondo intellettuale borghese. 
Il regista ci fa riflettere sulla crisi di una certa società italiana.                                                   
La terrazza di Scola  ha  di certo influenzato “La grande bellezza” (2013), nonostante Sorrentino mostri, magnificamente, in  quell'attico sul Colosseo,   personaggi ancora più estremi di una Roma opulenta, sospesa nel vuoto del cinismo e della desolazione.       
Al Festival di Cannes 1980 riceve il premio per la migliore sceneggiatura a Ettore Scola, Age & Scarpelli e per la migliore attrice non  protagonista a Carla Gravina.
Nastro d'argento a Ettore Scola, Age&Scarpelli per la migliore sceneggiatura e a Stefania Sandrelli migliore attrice non protagonista.
Locandina del film
Passione d'amore (1981).Tratto dal famoso romanzo Fosca di Igino Ugo Tarchetti, scrittore della Scapigliatura (movimento artistico e letterario che ebbe il suo epicentro a Milano a partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento. Tra i suoi esponenti principali: Carlo Righetti, Arrigo Boito, Emilio Praga, Carlo Dossi, Luigi Conconi).
La storia ha come protagonista Giorgio (Bernard Girauau), un affascinante e giovane capitano di cavalleria, innamorato di  una donna sposata, la bellissima Clara (Laura Antonelli).   
Egli viene inviato in  una  guarnigione  situata in  un piccolo  villaggio  del Piemonte.  Ospite nella casa del comandante, conosce Fosca (Valeria D'Obici), cugina del colonnello (Massimo Girotti), una donna di rara bruttezza e malata d'isterismo ma dotata di grande sensibilità e raffinata cultura. Il giovane non riesce a evitarla e inizia così a provare una  strana attrazione  a cui non sa sottrarsi e,  pur non amandola, intreccia con lei, una relazione amorosa .                                                                                     
Nel cast anche Jean- Louis Trintignant (il medico), Bernard Blier (il maggiore),  Gerardo Amato (il tenente).
Il film ricevette 2 David di Donatello 1981: migliore attrice protagonista a Valeria D'Obici, miglior produttore a Franco Committeri.  
3 Nastri D'Argento 1981: migliore sceneggiatura a Ettore Scola e Ruggero Maccari, miglior attore non protagonista a Massimo Girotti, migliore scenografia a Fiorenzo Senese.
Efebo d'oro 1981  a Ettore Scola per la regia di un film tratto da un'opera letteraria
Chicago international FilmFestival 1981-Silver Hugo al miglior film a Ettore Scola
Festival di Cannes 1981 Nomination Palma d'oro a Ettore Scola
Globo d'oro 1982 a Valeria D'Obici migliore attrice rivelazione.
Locandina
La famiglia (1987) è un'opera che ha avuto un'ottima accoglienza di critica e pubblico. 
È la storia di una famiglia borghese italiana il cui    protagonista Carlo (Vittorio Gassman), professore di liceo e poi di Università, è seguito dal battesimo al suo ottantesimo compleanno (1906- 1986).
Il cast è eccezionale, oltre a Vittorio Gassman ricordiamo tra gli altri: Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Ricky Tognazzi, Massimo e Carlo Dapporto, Philippe Noiret, Ottavia Piccolo, Jo Champa, Andrea Occhipinti, Athina Cenci, Monica Scattini, Alessandra Panelli, Massimo Venturiello e un giovane Sergio Castellitto. 
Numerosissimi i premi e riconoscimenti, tra i quali: 
Nomination all'Oscar e una Nomination Palma d'oro a Cannes (1988).
David di Donatello: migliore film e miglior regia a Ettore Scola, migliore sceneggiatura a Ruggero Maccari, Furio Scarpelli ed Ettore Scola, miglior attore a Vittorio Gassman, Migliore colonna sonora ad Armando Trovajoli.
Nastro d'argento (tra gli altri) a Fanny Ardant migliore attrice straniera, a Ottavia Piccolo migliore attrice non protagonista.
Globo d'oro a Stefania Sandrelli migliore attrice protagonista
Che ora è? (1989) Scritto da Ettore Scola con la figlia Silvia  e  Beatrice Ravaglioli rappresenta l'incontro tra due generazioni di grandi attori: Marcello Mastroianni e Massimo Troisi sul set sono infatti padre e figlio. 
Ettore Scola, Marcello Mastroianni, Massimo Troisi
Durante una giornata di licenza di Michele, impegnato nel servizio militare a Civitavecchia, padre e figlio s'incontrano e tra i due riaffiorano differenze inconciliabili. Le attenzioni e i regali di un certo valore, preparati dal padre, avvocato a Roma, mettono il figlio Michele in imbarazzo.   l'unico dono che  mostra di gradire è un vecchio orologio che apparteneva al nonno ferroviere, poiché gli ricorda  momenti felici della sua infanzia. 
- Al Festival di Venezia del 1989 il film si aggiudicò:
- la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Marcello Mastroianni e Massimo Troisi,
- il Premio Pasinetti per il miglior attore a Massimo Troisi
- Ciak d'oro 1990 a Massimo Trosi, miglior attore.
In questo film Scola rappresenta due mondi assolutamente diversi che tentano di comunicare, ma la differente Weltanschauung (termine della lingua tedesca che significa "visione del mondo") dei protagonisti conduce, inevitabilmente, all'incomunicabilità. 
Eccellente la prova degli attori. 
Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman e Lea Gramsdorff in una scena del film La cena (1998).

Il film si svolge all'interno di uno storico ristorante romano, gestito dalla bellissima Flora (Fanny Ardant). Nel  cast: Vittorio   Gassman, Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Daniela Poggi, Riccardo Garrone, Eros Pagni, Lea Gramsdorff.                                           
È un film corale - considerato uno dei minori del regista - dove i personaggi, durante il rito della conversazione a tavola, esternano le loro difficoltà, dubbi e problematicità.  Pur parlando tra loro, in realtà non si ascoltano, o forse non si capiscono, e ciò che trionfa alla fine è, ancora una volta, il concetto dell’incomunicabilità.                                              
Che strano chiamarsi Federico è un film documentario del 2013, l'ultimo diretto da Ettore Scola, e scritto insieme alle figlie Paola e Silvia.                                   
Federico Fellini era arrivato a Roma nel 1939 appena diciannovenne e aveva iniziato a collaborare con il giornale satirico "Marc'Aurelio". Nel 1948 anche Ettore Scola entra come disegnatore al giornale. Qui conosce Fellini con il quale nasce una profonda amicizia e collaborazione.
Nel film vengono mostrate sequenze delle opere del grande maestro.  
Presentato durante la settantesima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha ottenuto il Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker (2013), riconoscimento dedicato a una personalità che ha lasciato un segno nel cinema contemporaneo.
Ettore Scola con il Presidente Giorgio Napolitano alla presentazione del film
Desidero terminare ricordando che l'1 e 2 febbraio 2016 è uscito a Roma e Milano il documentario Ridendo e scherzando - Ritratto di un regista all'italiana - scritto e diretto da Paola e Silvia Scola, figlie di Ettore, con la collaborazione di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif.  Una sorta di "amarcord" che passa in rassegna tutto il cinema di Ettore Scola.
Nel Cinema dei Piccoli a Villa Borghese, mentre sullo schermo scorrono le clip dei film e i materiali di repertorio, si dipana il ritratto artistico e umano del regista. Paola e Silvia Scola hanno affermato: “L'intento  è stato quello   di fare un documentario cercando di usare la sua chiave, quella del suo cinema: parlare cioè di cose serie senza farsene accorgere, facendo ridere.           Abbiamo voluto raccontare nostro padre unicamente attraverso le interviste che ha rilasciato nel corso della sua vita, i brani dei suoi film, backstage realizzati sui suoi set, fotografie rubate agli album di famiglia, disegni e vignette.                                   
L'attore Pierfancesco Diliberto, Pif, lo accompagna nel percorso che abbiamo tracciato per raccontarlo: un nostro alter ego che a seconda delle necessità fa da intervistatore, narratore, lettore, agiografo, guida, spalla… "
La filmografia del regista Ettore Scola comprende una lunga lista di opere cinematografiche; io ho voluto ricordare questo grande Maestro del cinema con i film che ho visto e amato in quegli anni, pellicole che ricordo con piacere poiché ci hanno  mostrato, oltre allo scorrere, inesorabile, del tempo, l'ironia, la malinconia e la disillusione  di personaggi tanto veri quanto intensi.
  






2 commenti:

  1. Complimenti Sandra! Una bellissima recensione storica di un grandissimo regista di un tempo che ci appartiene, ben documentato e finemente descritto.
    Franco

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    1. Grazie Franco del gentile commento.
      Sandra

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