Da molto tempo la casa Editrice Ponte alle Grazie si dedica a scoprire e mettere in evidenza alcune delle voci nuove della
narrativa italiana di qualità.
Non è un caso che spesso abbiano sostenuto al Premio Strega romanzi d'esordio di scrittori originali e di valore, poi
premiati dalla critica e dai lettori (Marco
Fabio Apolloni, Marco Nucci, Francesco Pecoraro). E così farà anche per questa nuova proposta editoriale
che tanto l'ha entusiasmata.
E così farà per questa proposta editoriale, che tanto ha
entusiasmato e in cui Ponte alle Grazie crede.
Nel solco di questa attenzione, il romanzo di debutto di Cristina Marconi, Città irreale, candidato ai maggiori riconoscimenti,
rappresenta un esempio di scrittura e narrazione personale e toccante, che, a partire
dalle aspirazioni della giovane donna protagonista, Alina, in cui si riverbera
l'esperienza giornalistica oltre Manica dell'autrice, Cristina, parla del
sogno/illusione attualissimi di costruirsi un futuro all'estero, scegliendo Londra come
luogo d' elezione e di realizzazione.
In tempi di laceranti dibattiti sulla Brexit,
incertezza su quello che accadrà e messa in discussione sovranista dalla Generazione Erasmus, abbiamo
bisogno di una storia di formazione, sentimentale e non solo, che
racconti le tensioni, le opportunità, le paure e le speranze del nostro
presente. Città
irreale è un
romanzo che esprime curiosità e coraggio, lo fa con stile, lo fa con urgenza e
con grazia.
“Perchè siamo tutti in questa città?”
La domanda se la fa anche Alina, avida di future e di avventura,
scappata da Roma alla ricerca di strade nuove e finite in una Londra popolata
da suoi alter ego presenti e passati.
Una storia che corre con grazia tumultuosa e travolge molti
cliché, raccontata con timbro già inconfondibile da una nuova, talentuosa
narratrice.
Nel 2008, quando lascia l’Italia , Alina ha 26 anni: Roma le
sta stretta e lei non ama limiti e definizioni.