(a cura di Mimma Zuffi)
Longanesi - € 18.80 - pagg.320
“In questa notte di inquietudine, affioriamo dall’oscurità come
se vi fossimo avvezze, ma in realtà non lo siamo affatto. Abbiamo
grandi occhi lucidi, ventri concavi e schiene vigorose avvolte negli
scialli neri della tradizione. (…) «Io vado. Agata, tu che cosa vuoi fare?»
mi precede Lucia, all’improvviso. Per un attimo non trovo le
parole. Che cosa voglio fare? Non me lo ha mai chiesto nessuno. Guardo
queste donne, le mie amiche. Viola, l’esuberanza e l’entusiasmo.
Caterina, la saggezza pacata e a volte ruvida della maturità. Maria, un po’ discosta, il rosario tra le dita e sempre una preghiera sulle
labbra. So che la mia risposta chiamerà, come in una catena, anche le loro,
e questa consapevolezza mi spaventa: sono un uccello da richiamo
che forse canterà per imprigionarle in un’impresa suicida. Ma poi
Lucia mi sorride, di quei sorrisi che conducono l’anima alla docilità.
«Vengo con te» mi sento uscire dalle labbra.”
Ilaria Tuti con Fiore di
roccia racconta una storia sconosciuta al grande pubblico,
quella delle Portatrici Carniche: le donne friulane che operarono lungo il
fronte della Carnia durante la Prima guerra mondiale.
Come una sorta di corpo militare mai riconosciuto, le portatrici
aiutarono gli uomini nelle trincee trasportando nelle loro gerle e lungo sentieri impervi viveri e
munizioni. Protagonista è Agata Primus, personaggio inventato che si muove tra
fatti realmente accaduti e che diventa emblema della resilienza di tutte quelle
donne, figlie e madri, che lottarono per la libertà.