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giovedì 28 marzo 2024

David Garrett e il suo violino

 

 di Mimma Zuffi

David Garrett sarà a Milano il 22 aprile.


David Garrett e il suo violino, magistralmente accarezzato, toccano il profondo dell'anima e incantano quando suona Mozart e Vivaldi, ma anche Metallica, Rolling Stones, Coldplay, Michael Jackson e Bella Ciao. Il pubblico lo accoglie come una pop star, soprattutto dopo il forzato stop.

Riesce a riscrivere quel che vuol dire suonando il violino.

"Sono stati tre lunghi anni, ho usato questo tempo in modo molto produttivo,  ma mi è mancato tanto stare sul palco, mi è mancato suonare per il pubblico, mi è mancato fare musica con i miei amici sul palco."

Ha sempre avuto un grande successo di pubblico e assistere a una sua rappresentazione è un'esperienza che conquista i giovani e quelli che non lo sono più, riuscendo ad avvicinare  i più piccoli alla musica classica. Infatti tra i pubblico si notano tantissimi teen agers.

domenica 24 marzo 2024

Abracadabra, che vita!

di Marisa Vidulli

Avrah KaDabra, che significa “Io creerò come parlo”. Nella lingua aramaica c'è anche un'altra frase che potrebbe aver dato origine alla parola Abracadabra ed è: abhadda kedhabhra, che vuol dire “Sparisci come questa  parola”


Abracadabra. E tutto cambia. Tutto si trasforma. Sparisce quello che deve sparire. Appare quello che vuoi che appaia. Abracadabra. Come i bambini che chiudono forte gli occhi. E contano fino a tre. E in quei tre secondi tutto sembra possibile. Che si possa volare. Che si possano avere i giochi che si vuole. E i dolci più buoni. Che si possa essere principi, re, cavalieri, esploratori. O imperatori delle stelle. Che papà entri da quella porta, ti prenda per le mani e ti faccia girare la testa. Abracadabra. 

mercoledì 20 marzo 2024

La prima notte di quiete

di Gordiano Lupi 


Valerio Zurlini (Bologna, 1926 – Verona, 1982) è il poeta dell’amore, sensibile e profondo indagatore dell’animo umano e dell’universo femminile, non certo un regista di lacrima movie. Ci occupiamo de La prima notte di quiete, suo penultimo film prima di chiudere la carriera con Il deserto dei Tartari (1976), perché qualche critico inserisce la pellicola nel filone del cinema strappacuore, ma a nostro giudizio la classificazione è del tutto fuorviante. Zurlini è un regista colto, i suoi film sono intrisi di citazioni letterarie, pittoriche, musicali, fotografati con gusto estetico, montati con tempi da bolero

domenica 10 marzo 2024

Tristram Shandy - A cock and bull Story (Parte prima)

 di Selene G. Rossi



Locandina originale di A Cock and Bull Story



Sulla falsariga di Riccardo III - Un uomo, un re (Al Pacino, 1996), Lost in La Mancha (Terry Gilliam, 2002) e 24 Hour Party People (Michael Winterbottom, 2002), ricco di continue strizzate d’occhio a ½ (Federico Fellini, 1963), Amarcord (Federico Fellini, 1973) e Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1975) e strabordante di riferimenti alla vita reale di Steven Coogan, Michael Winterbottom riesce a dar vita a una pellicola in grado di trascendere la propria identità filmica per approdare in un universo in cui finzione e realtà si rincorrono incessantemente riuscendo a catturare, in forma di mockumentary, lo stile sfacciato e insolente del romanzo, permettendo dunque al regista di eviscerare, da un punto di vista cinematico, il problema che Sterne aveva cercato di risolvere nel romanzo: è possibile trasformare la scrittura – o, nel caso di Winterbottom, il cinema – in vita? È possibile descrivere tutto ciò che accade nell’arco dell’esistenza umana? L’esperienza, infatti, non è composta di singole azioni, bensì anche da pensieri; e, dato che la vita è fatta soprattutto di idee e opinioni, dovremmo scrivere – o filmare – anche tutte le idee che ci passano per la testa. Ma è a questo punto che sorge un altro problema: nel momento in cui l’essere umano pensa, non segue una sequenza logica, segue uno stream of consciousness che permette di passare costantemente da una sequenza logica a un’altra, un flusso di percezioni che ricordano continuamente qualcos’altro.

martedì 5 marzo 2024

LA SINDROME BIPOLARE


(di Marisa Vidulli)



LA SINDROME BIPOLARE 



Quando il suo sorriso sembra malinconico si chiama Monna Lisa. 

Quando sembra allegro, Gioconda. E’ la prima opera d’arte bipolare.

(Fabrizio Caramagna)





Marina guardava sconsolata come si stesse rapidamente esaurendo il flacone

del suo profumo preferito dal nome strepitoso, La vie est belle di Lancôme. 

Lo aveva comprato nel magico periodo della sua malattia bipolare,  l'euforia 

per ricordarsi della bellezza della vita quando fosse ritornato il periodo buio,

la depressione che  arrivava puntuale come la morte, inesorabilmente  dopo

sei mesi di felicità esagerata, anche se non è mai troppa la felicità!