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lunedì 31 agosto 2020

DIEGARMANDOplus


di Enrico Jessoula

“Mi credevo che il mondo si divideva in due parti, quelli che abbassano lo sguardo e quelli che no. I fessi, che sono la maggior parte, e quelli tosti, quelli che si prendono il mondo perché non hanno paura di niente.”

Andrej Longo: “Dieci”



Napoli 2009, un pomeriggio di primavera


Subbuteo?” [1]
Nicola si stropicciò gli occhi incredulo: quanto tempo era che non vedeva più giocare a Subbuteo? E quante volte ci aveva giocato con suo padre e gli amici d’infanzia? Era un mito: i piccoli calciatori di plastica che volevano sembrare veri, le maglie che replicavano quelle autentiche, anche le più complicate, dalla Sampdoria blucerchiata al Brasile gialloverde; in seguito, addirittura le seconde maglie delle squadre più importanti: il Real, la Juve, o ancora nazionali di stati che non esistevano più, come l’Unione Sovietica con la sua maglietta rossa e l’indecifrabile scritta CCCP.