(a cura di Mimma Zuffi
Longanesi - Pagg. 320 - € 18,00
«Marcus!»
Valentina gli comparve davanti con un’espressione terrorizzata sul volto. Le
sue mani tremavano visibilmente. Puntò un dito. «Là» disse in un sibilo.
L’ispettore raggiunse il ponte di prua e si fermò. Il corpo del capitano
Gunnarsson era disteso a terra, il moncone della gamba sinistra in una pozza di
sangue. La sua faccia guardava il cielo con le orbite vuote e la bocca
spalancata. Dietro di lui, conficcato in profondità nelle assi del ponte, si
stagliava un arpione da balena.»
L’esordio nella narrativa di
suspense di un autore che ha sempre messo al centro delle sue storie il
rispetto della Natura e dei suoi ecosistemi: in questo nuovo romanzo, la mano
del killer sembra essere guidata da una spietata legge del contrappasso dettata
dalla Natura. Isole Lofoten, Norvegia, 1995. Marcus Morgen ha una pistola in
mano. È ora di farla finita. Ha perso sua madre troppo presto. Ha perso l’amore
della sua vita. Ha perso una gamba e nello stesso incidente ha perso anche il
suo amato lavoro di ispettore della polizia criminale di Oslo. Lì, in
quell’arcipelago remoto, tra montagne antiche e fiordi artici, Marcus non ha
nessun obiettivo, nessuna piccola speranza che lo convinca a vivere anche un
solo giorno in più. Sta per premere il grilletto quando Ailo, collega e amico,
irrompe in casa sua: c’è stato un omicidio e le modalità con cui è stato
commesso sono tanto inusuali quanto crudeli.