Di Annalisa Petrella
Lloyd
Il fatto, indimenticabile per Lloyd, era accaduto tre giorni prima: Roger Parker, titolare dello Studio legale più affermato e potente di Londra, dove Lloyd lavorava a ritmo convulso sei giorni su sette, lo aveva chiamato personalmente dal telefono interno convocandolo immediatamente nel suo studio. Colto di sorpresa, Lloyd aveva cercato di impedire alla propria voce di tremare:
- Vengo immediatamente! – aveva risposto e, mentre saliva al piano “nobile”, così soprannominato perché vi erano collocati gli studi dei soci, le sale riunioni e la biblioteca, il salone per i meeting congressuali e le stanze degli avvocati più esperti, si chiese se avesse fatto un errore tale da far smuovere addirittura il grande capo.
Quando fu ammesso davanti a Parker, il vecchio leone - uno degli epiteti più azzeccati che gli venivano attribuiti - gli fece segno di accomodarsi sulla poltrona di fronte alla scrivania:
- Non le faccio perdere tempo in chiacchiere, Wilson, so che è sempre molto impegnato. Lei è con noi da quattro anni, vero?