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giovedì 6 ottobre 2022

LA RAGAZZA DALLA TRECCIA BIONDA

 (Marisa Vidulli)


 Una ragazza senza le trecce è come una montagna senza cascate, una città senza ponti.
(Roman Payne)

Stanchi ma felici i due coniugi, Serena e Pietro, si accingevano a passare l’ultima notte della loro vacanza ad Arles, e lei ricordava commossa il padre ammirando tutti i reperti romani di cui Arles era ricca che gli piacevano tanto. Era appassionato di storia degli antichi romani e pure lei lo era e coinvolgeva il marito nella sua passione vorace con racconti e verità apprese a suo tempo dal padre.

Erano stati prima in in Spagna e poi in Provenza. Eera l'anniversario del loro venticinquesimo anno di matrimonio e lo avevano festeggiato con quel viaggetto di soli otto giorni vissuti al massimo come nella canzone di Vasco.

 

Avevano apprezzato il fuoco della Spagna, il suo sangue caliente, come pure li aveva affascinati l’Occitania, regione molto bella e ricca di luoghi da visitare.

 In Provenza avevano gustato, nonostante il caldo terribile i profumi, i paesi belli e molto profumati, soprattutto St Remy che avevano visitato e trovato molto carina, piena di lavanda che piaceva tanto anche a Van Gogh, pittore preferito da Serena.

 Poi una breve visita a Torchon il villaggio scavato nella roccia dagli antichi romani, una piccola Pompei scoperta e restituita in tutta la sua complessità. Infine sulla via del ritorno avevano fatto una sosta a Frejus dove il padre portava i due figli, lei e il fratello, da bambini a vedere la corrida e a quel punto fu sommersa dai ricordi commossa. Ma i giorni della vacanza erano volati via come erano volati i 33 anni da quando si erano conosciuti su quella spiaggia della riviera di levante dove l'Università di biologia che entrambi frequentavano li aveva portati per studiare le specie marine e il loro habitat.

Lei snella con una lunga treccia bionda e gli occhi blu, era bellissima, lui altrettanto bello alto magro viso interessante mascella volitiva occhi penetranti, ma inesorabilmente timido davanti a tanta bellezza. Si erano piaciuti e poi sposati dopo un lungo corteggiamento, nel frattempo Pietro era stato chiamato militare e aveva abbandonato l'università, le aveva scritto molte cartoline soprattutto dalla Grecia dove stanziava la sua nave militare. Infatti il ragazzo aveva fatto il nautico e era stato chiamato come tenente di vascello.

 Da quell'amore era nato un figlio meraviglioso, Lorenzo era il suo nome e nelle sue numerose qualità richiamava in mente alla nonna adorante Lorenzo il Magnifico. assomigliava un poco al nonno Giorgio scomparso tre anni prima, nelle fattezze del volto, ma non nel carattere in quello assomigliava più alla nonna scrittrice di lungo corso, infatti anche lui amava scrivere. Ora il Magnifico si trovava a Barcellona, viaggio premio per la maturità brillantemente conseguita.

Era un bellissimo giovanotto, in altezza aveva superato il padre che pure era già alto, aveva un viso incredibile dalle fattezze perfette e uno sguardo penetrante che ne rivelava l'intelligenza, un corpo lungo e slanciato che regolarmente esercitava per farsi i muscoli come gli aveva insegnato il padre a cui era attaccato da grande complicità. Avevano infatti un bellissimo rapporto tutt'altro che conflittuale, come pure con la madre che lo seguiva amorevole, ma autoritaria, negli studi, si era laureata in biologia marina ed era un pozzo di scienza.

 Grande era l'amore che la legava al marito e anche con lui c'era una buona dose di complicità.

L'indomani sarebbero rientrati a Genova e la vita avrebbe ripreso il suo corso, ma la ragazza dalla treccia bionda non avrebbe facilmente dimenticato quella vacanza con il marito.

 

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