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venerdì 13 maggio 2022

Scandinavia: alla ricerca delle aurore tra mille sfumature di bianco

appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera



 

 

Erano anni che avevo voglia di vedere uno degli spettacoli naturali più sorprendenti, l’aurora boreale, perciò a marzo 2022, non appena la pandemia ha frenato un po’ la sua corsa, ho colto l’occasione e son partita verso Nord.


Ho però scelto non un Nord qualsiasi, ma un Nord estremo, ancora poco turistico e selvaggio: la parte orientale di Finlandia e Norvegia – zone anche conosciute come Lapponia e Finnmark - al confine con la Russia e affacciata sul Mare di Barents. A oltre 450 km sopra il Circolo Polare Artico.


                 La zona del nord della Norvegia visitata in questo viaggio (dal web)

Gli abitanti di questi territori inospitali sono da millenni i Sami, l’antica popolazione che ancora oggi occupa una vasta area della parte settentrionale della penisola scandinava, suddivisa tra quattro nazioni: Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia.

Dopo secoli di discriminazioni, i Sami, da sempre allevatori di renne, ora sono perfettamente integrati pur riuscendo a mantenere una forte identità culturale che esprimono, tra le altre cose, attraverso i parlamenti locali e una bandiera che rappresenta tutte le comunità unite.

 

La bandiera Sami, ogni fascia verticale rappresenta una delle quattro comunità e la sua numerosità, in blu la Norvegia (dal web)

Durante questo  breve viaggio ho incontrato persone gentili e sorridenti e una regione più vitale di quanto pensassi, forse perché partivo influenzata dalla recente esperienza solitaria alle Faroe – qui i dettagli SOGNAPAROLE MAGAZINE: Isole Fær Ǿer: in viaggio tra pecore e nuvole. A una latitudine intorno al 70° parallelo - Capo Nord è al 71° - in ogni paesino ci sono negozi, pasticcerie e localini dove la sera nel fine settimana si beve e si suona. A Vardø c’è persino il cinema e la piscina coperta, oltre a un ottimo ristorante thailandese, e le strade imbiancate e battute dal freddo vento sono percorse dalle auto ad ogni ora del giorno e della notte. Insomma, c’è una vita abbastanza vivace anche in inverno.

                                   Casa vicino a Kongsfjord (foto di Marina Fichera)

Atterriamo a Ivalo, in Finlandia, verso le 18. Sulla pista del piccolo aeroporto, che percorriamo a piedi, è già buio e il termometro segna “solo” cinque sottozero ma, tutto sommato, non si sente molto. In fondo siamo qui perché speranzosi di vedere – almeno in una delle sei notti che trascorreremo in viaggio - l’aurora boreale, perciò il cielo limpido e stellato sopra le nostre teste ci fa dimenticare il freddo.

Giusto il tempo di fare un’ottima cena a base di zuppa bollente e salmone favoloso e, appena usciti dal ristorante, abbiamo il primo comitato di benvenuto: l’aurora si presenta maestosa davanti ai nostri occhi increduli! Corriamo a prendere macchine fotografiche e cavalletti e restiamo fuori a scattare foto e ad ammirare questa meraviglia naturale fin quasi alla mezzanotte, quando crolliamo per il freddo pungente – siamo arrivati a meno quindici nel frattempo - e la stanchezza.

              L’aurora della prima sera, vicino a Inari, in Finlandia (foto di Marina Fichera)

La mattina dopo usciamo dalle nostre casette di legno per recarci a far colazione nell’edificio che funziona da reception e sala per la colazione. Il cielo è terso e sgombro da nuvole, di un azzurro chiaro ma intenso, il sole è ancora basso all’orizzonte, protetto dagli abeti della taiga – la foresta artica – che è ricoperta da metri di neve. Il silenzio regna tutto intorno, sembra di essere dentro una favola, anche se la temperatura esterna è di ventidue gradi sotto zero. Sì, avete letto bene, ventidue.

Non ero mai stata così a Nord in inverno e così, durante questo viaggio, ho imparato due cose nuove. La prima è che a meno ventidue gradi il fiato si ghiaccia immediatamente sulle lenti degli occhiali e che per toglierlo l’unica cosa è entrare in un luogo chiuso e attendere (sembra banale ma quando sei in mezzo a un bosco imbiancato può non esserlo...), perciò meglio fare attenzione nel portare la sciarpa/scaldacollo a coprire naso se si indossano occhiali da vista.

                           Raffiche di vento sulla strada innevata (foto di Marina Fichera)

La seconda cosa che ho imparato è che il bianco ha delle sfumature che non pensavo neanche esistessero. Che sia nella sterminata foresta, tra le pianure brulle della tundra o affacciato sul mare artico, ogni singolo raggio di sole, ogni nuvola che rapida attraversa il cielo, ogni folata di gelido vento nordico, ogni minuscolo, geometrico, fiocco di neve gelata, crea un bianco unico. Abbacinante, spento, candido, sporco, brillante, descriverli tutti è, per me, quasi impossibile. So solo che i miei occhi sono stati catturati e ammaliati da questo bianco mutevole e sempre diverso, e non me lo aspettavo.

                   Il faro abbandonato di Kjølnes, in Norvegia (foto di Marina Fichera)

Batsfjord è un grazioso paesino di pescatori noto per la pesca al granchio reale rosso, una specie giapponese, introdotta negli anni ’60 dai sovietici nelle acqua antistanti la Norvegia che rapidamente prese il sopravvento su altre specie autoctone. Ciò che, all’inizio, sembrava una disgrazia in realtà diventò, in pochi anni, la fortuna di questa sperduta regione, al tempo a rischio di spopolamento. Il granchio reale è divenuto infatti una fonte di ricchezza per tutta la regione, poichè viene  venduto a prezzi stratosferici – circa 100 euro al chilo – in tutto il mondo.

Inoltre i turisti possono imbarcarsi su dei moderni gommoni – indossando grosse tute termiche in inverno - per un’escursione nel fiordo di Batsfjord e vedere pescare questo enorme crostaceo, che poi verrà servito a pranzo. Ammirare l’ampio fiordo ricoperto di neve e l’enorme popolazione di volatili che lo popola, pescare tre granchi da tre chili l’uno semplicemente tirando su una nassa, sentire la brezza gelida del mare artico sulla faccia è stata una bella esperienza, e il granchio reale da noi pescato e cotto al vapore davvero squisito!

La guesthouse a Veines, frazione del piccolo villaggio di Kongsfjord (foto di M. Fichera)

Devo confessare una cosa, nella realtà i colori dell’aurora che ho visto erano molto meno accesi di quelli che si vedono nelle mie foto, ma non importa. Vedere queste scie luminose nascere dall’orizzonte e crescere, muoversi, turbinare e cadere oltre l’orizzonte o disperdersi nella vastità del cielo nordico è stato bellissimo. Uno spettacolo unico, che vale da solo il viaggio. Siamo stati davvero molto fortunati a potervi assistere, affacciati sul luccicante mare di Barents o nei fitti boschi dell’interno, per ben tre sere su sei!


L’aurora boreale tra i boschi intorno a Kirkenes (foto di Marina Fichera)

 Non abbiamo visto l’aurora per altre tre sere perché erano in corso tempeste di vento e neve, ma il bello di un viaggio a queste latitudini è anche questo. L’imprevedibilità di ciò che ti circonda. Una mattina a Berlevåg – il luogo abitato più a nord d’Europa - alle 10.04 c’era un bel sole e alle 10.09 nevicava copiosamente! Naturalmente pochi minuti dopo il meteo era di nuovo cambiato e così per tutto il giorno e la notte, senza soluzione di continuità. All’inizio è destabilizzante, ma dopo poco diventa quasi confortante. Perché
sviluppi la certezza che anche la peggiore tempesta passerà, e questo credo sia un grande insegnamento anche per le
vicende della vita.


La chiesa di Vardø (foto di Marina Fichera)

L’altro motivo per cui ho scelto questo viaggio è stata la possibilità di visitare l’isola di Vardø, la più orientale della Norvegia. Ho conosciuto l’isola, collegata alla terraferma da un tunnel sottomarino, grazie al romanzo di Kiran Millwood Hargrave “Vardø. Dopo la tempesta”. Un romanzo ruvido e affascinante, ispirato a fatti realmente accaduti negli anni intorno al 1620, quando sull’isola si tennero alcuni processi a presunte streghe e oltre novanta donne furono condannate a morte.

Un’onta che la comunità ha cercato di superare con la costruzione di un memoriale unico e molto evocativo. Un tunnel metallico lungo quasi cento metri, costruito sulla spiaggia su una sorta di palafitta. Il tunnel conta tante finestre, lampade e pannelli – con nome e storia di ogni donna - quante furono le vittime, novantuno. Percorrerlo quasi al tramonto in una fredda e ventosissima giornata di marzo è impressionante. La struttura vibra, ulula, geme, urla, potentissima. Provo una sensazione di smarrimento che difficilmente dimenticherò.

Qui troverete informazioni e foto sul memoriale dalle streghe di Vardø Steilneset | Nasjonale turistveger

 


 Tramonto a Kongsfjord (foto di Marina Fichera)

Chi non ha mai sognato un’avventura tra i boschi innevati su una slitta trainata dai cani? Non so voi, ma io sì, l’ho sognata e, in parte, realizzata. Perchè l’esperienza fatta a Kirkenes, una delle molte proposte gestite dallo staff dell’affascinante Ice Hotel, è stata molto divertente ma di certo non molto avventurosa. Gruppi di turisti salgono, a coppie, su piccole slitte trainate da bellissimi, nervosi e vivaci cani husky e vengono portati a percorrere magnifici sentieri tra boschi e laghi ghiacciati. Mentre si viaggia a velocità considerevoli sulle strette piste tracciate dai precedenti passaggi, piccoli proiettili di ghiaccio ed escrementi ci bombardano, l’avventura talvolta è bella ma scomoda!

 


Sulla strada per Vardø (foto di Marina Fichera)

L’unica nota non positiva di questo viaggio è stata la durata, sette giorni sono volati troppo velocemente. Tra escursioni in barca, in slitta, a piedi e in pulmino; tempeste di neve e aurore; saune rigeneranti ma anche tubi dell’acqua scoppiati; ottimo cibo e panorami uno più bello dell’altro, tutto è passato troppo in fretta. Penso proprio che ritornerò da queste parti prima possibile, per vivere ancora una volta la bellezza del Nord in inverno.

 

Nel profondo dell’inverno, ho finalmente capito che dentro di me c’era un’estate invincibile.
Albert Camus

13 commenti:

  1. Meraviglia! Mi è immediatamente venuta voglia di partire!

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    1. Grazie! Viaggiare é sempre una delle cose piú belle che si possano fare!

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  2. Marina l'articolo è ,come sempre ,molto bello .descrivi i paesaggi in modo assolutamente affascinante. complimenti! resto in attesa del resoconto del prossimo viaggio .Continua così

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  3. Un articolo "incantevole" non uso a caso questo termine perché mi ha davvero trasportato in un'altra realtà. Complimenti

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  4. Molto bello grazie Marina

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  5. Grande Marina! Viaggi sempre in luoghi davvero affascinanti e insoliti, trasferendo la tua esperienza in modo che si possa immaginare i luoghi che hai visitato e, soprattutto, desiderare immediatamente di andarci.
    (giorgio)

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  6. Grazie Marina per aver condiviso le Tue Preziosissime Emozioni!

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