(di Mimma Zuffi)
Come avevo scritto, ho attraversato un periodo difficile che mi ha tenuto lontano da sognaparole, ma non per questo dallo scrivere, diciamo, pensieri sparsi.
Ho ripreso la
penna in mano grazie a un medico dagli occhi penetranti che non si lasciavano
sfuggire nulla, quasi “segnalatori del pensiero”, che ha capito che cosa si
agitava in me e mi rendeva triste e nervosa. Mi chiese infatti se conoscevo il
significato della parola giapponese “ikigai” (ragione di vita e felicità di una
persona). Perché? Aveva colpito nel segno.
Qualche
giorno dopo, era mattina, con mia grande sorpresa mi portò dei fogli e una
penna invitandomi a scrivere. Dopo poco tempo, passando davanti al suo studio lo sentii
canticchiare a bassa voce. A quel sussurrato susseguirsi di note, si unì una
voce femminile. Era la bionda dottoressa venuta a dargli il cambio. Una sorta
di “riccioli d’oro” che sapeva
risollevare il reparto dalla tristezza. Allegra, sorridente con degli occhi che
sprizzavano vitalità e forza, quella forza che riusciva a trasmettere ai suoi
pazienti.