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martedì 3 novembre 2015

IL VAMPIRO - UNA STORIA SENZA TEMPO - 2

(di Selene G. Rossi)

Purtroppo, gli ultimi anni hanno visto gli schermi cinematografici inondati da fumettoni hollywoodiani sulla falsariga di La Mummia (1999) di Stephen Sommers. Utilizzando come pretesto l’idea di girare pellicole nello stile dei Monster Mash Universal degli anni Quaranta, lo Studio hollywoodiano ha proposto pellicole come Van Helsing (2004), diretto da Sommers, o La leggenda degli uomini straordinari (2003), di Stephen Norrington, senza però aggiungere alcunché di nuovo alla mitologia vampirica.
Tutt’altra storia è quella che gira intorno alla trilogia di Blade e a quella di Underworld.


Ispirato all’omonimo fumetto Marvel, Blade (Stephen Norrington, 1998) è un’ottima commistione tra film horror, commedia e Hong Kong movie, in grado di incorporare alcune tematiche nuove del genere. Prima tra tutte è la presenza dello stesso Blade, il cui vero nome è Eric ma soprannominato il Diurno perché, metà uomo e metà vampiro, ha deciso di dedicare la propria esistenza allo sterminio dei suoi simili vampirici. In secondo luogo, è qui presentata la lotta intestina che scaturisce all’interno del gruppo dei succhiasangue, ottima metafora del divario generazionale esistente tra vecchi paladini della purezza della razza e di una pacifica convivenza tra umani e vampiri, e giovani “trasformati,” quindi non puri, decisi a contagiare il mondo intero e a dominare l’umanità. Al di sopra delle righe è l’interpretazione di Stephen Dorff nei panni di Deacon Frost, crudele mezzo sangue, acerrimo nemico di Blade di cui vuole scoprire il segreto per poter girare tranquillamente anche di giorno, e determinato a risvegliare La Magra, antico dio del sangue, attraverso un rituale che coinvolge i Dodici Saggi vampiri e lo stesso Diurno. Come nella tradizione vampirica preesistente, anche in Blade i succhiasangue temono soprattutto tre cose - l’aglio, la luce e l’argento - ma, diversamente da quella, continuano a creare nuovi adepti che, volontariamente e previo un periodo di addestramento, sacrificano la propria vita terrena per conquistare l’immortalità. Diversamente dai
Attenzione! Diurno in azione!
precedenti film di genere, Blade non vive solo di conflitto interiore ma cerca di elaborare il lutto per la perdita della madre - uccisa da un vampiro poco prima di dare alla luce il figlio -, trasformandosi in vendicatore solitario ma aiutato, nel corso degli anni, dal mentore Whistler e, più recentemente, dall’ematologa Karen. Nonostante la premessa alla Mortal Kombat (Paul W.S. Anderson, 1995), Blade ha riscosso un buon successo soprattutto per la sua capacità di tratteggiare il vampirismo come un’esistenza votata al peccato; creature sensuali che dipendono da sangue e carne per la sopravvivenza, questi Esseri non sono tragici, ma sono al passo coi tempi: divertenti, sexy, e assetati di potere.

Visto il riscontro positivo del pubblico, nel 2002 Guillermo del Toro, del quale è evidente il tocco magico, è stato chiamato a dirigere Blade II. Costretto a collaborare con i vampiri -o meglio, con la squadra scelta Emobranco originariamente nata per sbarazzarsi di Blade - per sconfiggere Jared, detto Lo sterminatore, mutazione che si nutre di suoi simili trasformandoli in esseri privi si raziocinio, Blade si muove qui in un nuovo universo vampirico, tanto simile a quello umano in cui la ricerca genetica la fa da padrone, spingendo i vampiri - o forse sarebbe il caso di dire gli uomini - a compiere esperimenti atti a promuovere la salvaguardia della specie, senza però poterne prevedere i risultati. È solo alla fine del film, dopo una serie di combattimenti interminabili, che si scopre come, in realtà, il gene mutato non sia una casualità bensì il risultato di una ricerca commissionata dall’antico vampiro Damaskinos, determinato a scoprire il modo con cui preservare la propria esistenza e quella dei suoi “consanguinei.”

Locandina originale di
"Blade Trinity"
Due anni dopo questa incursione nel mondo della sperimentazione, il Diurno torna sullo schermo con Blade: Trinity (David S. Goyer, 2004), film che segna la caduta di Blade dallo status di eroe a quello di assassino seriale. Braccato dal FBI perché ritenuto un sociopatico pericoloso per sé e per gli altri - d’altronde, chi crede ai vampiri? - Blade, ora simile ai tanti reduci del Vietnam abbandonati dalle autorità, o simile anche a Batman ritenuto nemico numero Uno di Gotham City in Batman -Il Cavaliere Oscuro (Christopher Nolan, 2008), viene arrestato e, con l’aiuto di uno psichiatra amico dei succhiasangue, ceduto ai suoi nemici immortali. Salvato dai Nightstalkercapeggiati da Abby, figlia di Whistler, Blade scopre che i vampiri hanno riportato in vita Drake, il capostipite della razza, affinché li aiuti a portare a termine la soluzione finale, di cui però le cellule di resistenza schierate dalla parte di Blade sono all’oscuro. Versione aggiornata di Frost, questo Dracula - che avrebbe potuto essere sviluppato in modo più approfondito - sembra la caricatura di un essere millenario. Aggirandosi per le strade abbigliato come un guappo, è però protagonista di una scena eccezionale, sintomatica della destrutturazione del mito vampirico in particolare, e della simbologia legata a personaggi assurti a icone in generale e della sua distruzione iconoclasta attraverso la quale questo personaggio fantastico viene trasformato in uno dei tanti oggetti emblematici della cultura pop. Attratto da un negozio in cui sono venduti solo ed esclusivamente gadget legati al suo personaggio, Dracula vi si aggira all’interno, posando lo sguardo su memorabilia orrorifici che portano il suo nome. Amate tanto i vampiri, chiede ai due giovani Drake prima di azzannarli per nutrirsene.
Alla fine della pellicola, con un eccezionale coup de théâtre, tutti i vampiri vengono eliminati grazie al DayStar, siero elaborato dai Nightstalker. Prima di morire Dracula, grazie alla sua dote di mutaforma, assume le fattezze di Blade, permettendo quindi al Diurno di poter girare ancora indisturbato per il mondo.

E Neo che fine ha fatto?
Appena un anno dopo dalla comparsa sugli schermi di Blade:
Trinity, la Subterranean Production lanciò sul mercato il primo episodio di Underworld (Len Wiseman 2003), epica rappresentazione della battaglia tra vampiri e lupi mannari o, come amano essere chiamati, Lycan. Nonostante i palesi riferimenti a pellicole di culto come Matrix (Andy Wachowski, Lana Wacowski, 1999), la trilogia dedicata a Underworld è riuscita a dare un nuovo respiro alla mitologia vampirica, contrapponendo le forze oscure dei succhiasangue a quelle dei licantropi, in una sorta di rielaborazione dell’eterna lotta tra aristocrazia e proletariato, tema eviscerato soprattutto in Underworld: la ribellione dei Lycans (Patrick Tatopoulos 2009), ultimo capitolo della serie. Nella saga, il concetto di Bene e Male non è più chiaro ma assume contorni sfumati, permettendoci di trascendere gli aspetti immaginifici della pellicola e mettendoci nella condizione di porci domande su cosa siano in realtà Bene e Male, Giusto e Sbagliato, mentre Selene, l’eroina, si trova intrappolata a metà strada tra questi universi, insieme a Michael Corvin, essere umano ignaro del potenziale insito in lui. Questo film dall’aspetto gotico, simile a una Graphic Novel, introduce alcune tematiche innovative rispetto alla produzione vampirica e licantropica precedente come, per esempio, il fatto che in un lontano passato, i Vampiri dominassero il mondo intero e i Lycan, e che vampiri e licantropi abbiano una discendenza in comune, ovvero Alexander Corvinus, signore della guerra ungherese che nel XV secolo fu l’unico sopravvissuto del suo villaggio colpito da una pestilenza terribile: divenuto immortale dopo la guarigione, Corvinus non solo diede vita alle due specie mostruose, ma anche a un uomo che,  potenzialmente, conteneva in sé il dono dell’immortalità. E il discendente di questo uomo è proprio Michael Corvin.

Esempio perfetto di Vampitropo 
Eccezionale l’interpretazione di Bill Nighy, ovvero Viktor, Capo dei Vampiri, che, molti secoli prima, deciso a mantenere la purezza della razza, sacrificò la figlia Sonja, innamorata di Lucian, attuale capo dei Lycan, e in attesa di suo figlio. Deciso a evitare una commistione del sangue tra le due razze, Viktor ha trascorso gli ultimo seicento anni cercando di sterminare ogni licantropo sulla faccia della terra. Alla fine del film, assistiamo alla nascita di una mutazione genetica in grado di rivoluzionare la sorte dei due clan. Contagiato sia da Lucian - all’inizio del film - sia  da Selene - alla fine -, Michael si trasforma in Vampitropo, mentre Selene, dopo aver decapitato Viktor - vero colpevole  della morte dei suoi genitori-, è costretta a darsi alla fuga. 
A tre anni di distanza da questa prima incursione nel mondo dei Lycans, Underworld è tornato sui grandi schermi con Undeworld Evolution (Len Wiseman, 2006) un sequel che, dopo averci rinfrescato la memoria sugli eventi accaduti nel corso del primo episodio, si concentra su ciò che accade a Selene dopo aver ucciso Viktor e aver trasformato Michael. Braccata dai vampiri, decisi a vendicare la morte del loro capo, la donna cerca il perdono da Marcus, l’ultimo dei Vecchi rimasto in vita. Già ridestatosi, Marcus è diventato un essere crudele dal potere smisurato il cui scopo è risvegliare William, suo fratello Lycan. A Selene e Michael, ora innamorati, tocca il compito di salvare l’umanità da questo Essere e scoprire la verità sulla loro discendenza. Diversamente dalla pellicola precedente, questo secondo capitolo della saga è solo per appassionati del genere. Ricco di effetti splatter, abbastanza povero di idee, con una trama poco lineare, Underworld: Evolution lascia alquanto insoddisfatti. L’unico punto forte è dato dalla rielaborazione del mito della Bella e la Bestia, incarnato dalla storia d’amore tra Selene e Michael.

Kucian e Sonia nella locandina tedesca di
"Underworld:  la ribellione dei Lycans
La saga si è leggermente ripresa con Underworld: la ribellione dei Lycans, uscito nelle sale nel 2009. Questo prequel, che fa venire in mente una sorta di Romeo e Giulietta traboccante di atmosfere gotiche e con un’ambientazione medievale, descrive le vicende che portarono alla guerra tra vampiri e Lycan a cui abbiamo assistito nel primo episodio della saga. Ambientata nei Secoli Bui, la pellicola narra le vicende di Lucian, primo lupo mannaro capace di trasformarsi in Lycan. Allevato da Viktor, Lucian è costretto alla fame e, per questo motivo, spinto a contagiare altri uomini per poter così dar vita a una stirpe di esseri simili a lui che diventino servitori dei Vampiri. Con il passare degli anni, Lucian diventa un valoroso combattente - sempre relegato però alla condizione di schiavo costretto a proteggere i Vampiri dagli attacchi dei lupi mannari - e l’amante segreto di  Sonja, figlia di Viktor. Durante una battaglia contro alcuni licantropi, il giovane si trasforma per salvare la vita dell’amata, sfidando così la legge dei vampiri. Frustrato duramente e rinchiuso in una cella per l’atto d’insubordinazione compiuto, Lucian viene fatto evadere da Sonja. Ottenuta la libertà insieme ad alcuni suoi simili, il giovane - in grado di farsi obbedire dai lupi mannari - organizza una rivolta contro i succhiasangue. Scoperto il tradimento perpetrato dalla figlia, Viktor tende una trappola a Lucian che, tornato al castello per salvare la donna, viene catturato e costretto ad assistere alla morte dell’amata - e del bambino che porta in grembo - attraverso la punizione più crudele per un vampiro: la luce del sole. Nel frattempo, la luna piena sta sorgendo e Viktor, ignaro di quello che sta per accadere, soccombe sotto gli artigli del “genero,” anche se, in realtà, vediamo il Vecchio tratto in salvo da un suo scagnozzo. Il film si chiude riproponendo una scena del primo film della saga.
Nettamente superiore rispetto al secondo capitolo della trilogia, più grandguignolesco rispetto al primo, questo film traccia le origini che hanno portato alla guerra che strazia da secoli Vampiri e Lycan, riuscendo altresì a mettere in scena una sorta di dramma shakespeariano, in cui un padre-padrone è costretto a condannare a morte l’amata figlia per dare il buon esempio ai suoi discepoli.

Alcuni gadget dedicati alla saga di "Twilight"
E ora, un tasto dolente. La saga di Twilight (Catherine Hardwicke, 2008), ovvero le avventure di Bella ed Edward. A metà strada tra il romanzo di formazione e un romanzo Harmony, questa saga non si erge al di sopra del gradino minimo di tollerabilità. Goffa riproposizione di Buffy l’ammazzavampiri, serie cult negli anni Novanta, le tre pellicole fino a ora uscite hanno raccolto il plauso internazionale soprattutto da parte delle teenager colpite favorevolmente più dall’aspetto fisico che dall’interpretazione di Edward Pattison, il bel e tenebroso vampiro vegetariano Edward Cullen, e Jacob, giovane lupacchiotto in potenza pronto a diventare un vero e proprio licantropo in attesa di difendere il territorio dei Quileute dai Freddi, ovvero i vampiri, e il suo amore per Bella. Adolescente pasticciona e imbranata, Bella si trasferisce da Phoenix a Forks, piovosa cittadina nello Stato di Washington, per vivere con il padre. La sua vita sembra trascorrere senza grandi emozioni fino a quando non incontra Edward, figlio del Dottor Carlisle Cullen, e fratello di Alice, Emmett, Rosalie e Jasper. Ben presto, dopo essere stata messa in guardia dal vecchio amico Jacob, la ragazza scopre la verità su Edward e la sua famiglia: si tratta di vampiri, ma non succhiatori di esseri umani, bensì vegetariani. I due si innamorano, niente sembra  poter andare storto, ma… Come in ogni favola che si rispetti, c’è sempre un ma. Infatti, quando il nucleo vampirico formato da Laurent, Victoria e James approda a Forks, Bella non ha scampo. Attratti dall’odore del sangue della ragazza, i tre iniziano una caccia spietata che porterà alla cattura della loro preda. Caduta in una trappola organizzata da James, Bella viene morsicata da quest’ultimo; sarà l’intervento provvidenziale di Edward - che, andando contro i propri princìpi, succhia il veleno che scorre nelle vene dell’amata - a salvare Bella dal trasformarsi. Il film si chiude il giorno del ballo della scuola; decisa a diventare un vampiro per poter trascorrere insieme a Edward il resto della propria esistenza, Bella gli comunica la propria scelta. Ma il giovane Cullen, troppo innamorato per mettere a repentaglio l’esistenza della ragazza, si china solo per baciarla. Seppur piacevole da un punto di vista letterario, la trasposizione cinematografica lascia alquanto a desiderare. I colori eccessivamente desaturati conferiscono alla pellicola un’aura di tristezza permanente, i personaggi sono solo accennati e non c’è la profondità psicologica che invece trasuda romanzo. 
Indovina chi è il terzo incomodo...

Decisamente forte del successo riscosso soprattutto tra i  più
giovani, la Summit Entertainment ha deciso di portare sul grande schermo l’intera saga e, dopo aver prodotto New Moon (Chris Weitz, 2009) ed Eclipse (David Slade, 2010), ha lanciato Breaking Dawn - Parte 1 (Bill Condon, 2011) e Breaking Dawn -Parte 2 (Bill Condon, 2012.)

In New Moon, Bella, ripresasi dall’attacco subito da James, si accinge a festeggiare il suo diciottesimo compleanno con i Cullen. Il giorno della festa un piccolo ma tragico episodio fa capire a Edward che la sua presenza accanto a Bella potrebbe risultare dannosa per lei. Tagliatasi un dito con un pezzo di carta, la ragazza viene attaccata da Jasper, neovampiro non ancora capace di gestire la propria passione per il sangue. I Cullen abbandonano Forks, e Bella cade in una profonda depressione per mesi fino a quando non capisce che l’unico modo per avere Edward accanto a sé è di commettere atti che ne mettano in pericolo l’esistenza. È infatti solo in queste occasioni che lo spirito del fidanzato le si manifesta. Nel frattempo il suo rapporto con Jacob si rinforza sempre più fino a quando, un giorno, il ragazzo non si fa più vedere perché, così le viene detto, ha contratto la mononucleosi. Stanca per la lunga attesa, Bella va a casa dell’amico, rimanendo sconvolta di fronte alla trasformazione subita da questi. Non più ragazzino dai capelli lunghi ma giovane uomo muscoloso dallo sguardo bruciante come il carbone. Delusa dalla reazione di Jacob, che non si dimostra particolarmente entusiasta all’idea di ritrovarsela tra i piedi, Bella si allontana. Per sua sfortuna si imbatte in Laurent che, accortosi del fatto che la sua preda non vanta più la protezione di nessun Cullen, si appresta a banchettare con lei. Il vampiro non fa in tempo a lanciare l’offensiva che un enorme lupo, seguito da un branco di suoi simili, si scaglia su di lui facendolo a pezzi. Pur avendo scoperto che, in realtà, il lupo intervenuto in sua difesa altri non è che Jacob, Bella non può fare a meno di pensare a Edward e, con il passare dei giorni, è sempre più stremata per l’assenza dell’amato. Decisa a farlo tornare da sé anche a costo della vita,  si lancia da una scogliera ma mentre è sott’acqua vede una donna dai capelli rossi avvicinasi a lei famelica. È Victoria, decisa a vendicarsi per la morte di James. Ancora una volta Bella viene salvata dall’intervento provvidenziale di Jacob. Convinto da una risposta ambigua di Jacob - il quale gli comunica che il padre di Bella sta organizzando un funerale - Edward decide di togliersi la vita chiedendo l’aiuto dei Volturi, i vampiri supremi. Quando la sua richiesta viene bocciata, decide di mostrarsi al mondo nella sua vera identità.
Michael Sheen e Chris Weits sul set di "New Moon"
E mentre Bella, giunta a Volterra, corre contro il tempo per evitare che questo accada, Edward si accinge a mostrare il suo corpo luminoso ai mortali. Ma questa volta sarà Bella a salvarlo. Di fronte ai Volturi, affascinati da questa ragazza di cui non sono in grado di leggere  nella  mente  e  che  non cade vittima delle loro malie,  Alice ammette di aver visto un futuro in 
cui Bella sarà uno di loro. Solo in questo modo la giovane potrà aver salva la vita. Il film si chiude a Forks dove, dopo aver evitato uno scontro tra Edward e Jacob, Bella riceve la tanto agognata proposta di matrimonio. Solo così potrà entrare a far parte del clan.

Diversamente da Twilight, poco approfondito rispetto al romanzo, New Moon riesce a penetrare in modo leggermente maggiore nella sfera dei sentimenti dei personaggi. Grande pecca di entrambi i film sono gli interpreti: né Kristin Stewart, ovvero Bella, né Robert Pattison, ovvero Edward, hanno una vasta gamma di espressioni; sembra quasi di vedere Ben Stiller e Owen Wilson in Zoolander (Ben Stiller, 2001). Eccezionale invece l’interpretazione di Michael Sheen, il licantropo Lucian nei tre Underworld, nei panni del Volturo Aro, vampiro millenario in grado di leggere nella mente di chiunque eccetto che in quella di Bella.

La  dissertazione  sul  magico  mondo  di Bella  ed  Edward potrebbe proseguire ancora per pagine e
pagine - d’altronde Stephenie Meyer ha pensato bene di scrivere quattro episodi di questa epopea che sembra infinita - ma, forse, la definizione che racchiude in modo migliore ciò che in realtà è la saga di Twilight, è quella data da Roger Ebert, critico del Chicago Suntimes, che chiedendosi di cosa tratti Twilight, risponde: «È la storia di un adolescente che cerca di praticare l’astinenza e di come, spesso, questo sia veramente difficile. Ed è la storia di una ragazza che vuole andare fino in fondo con lui, e non è interessata alla conseguenze della sua scelta. È talmente bello che lei farebbe qualsiasi cosa per lui. Bella è l’incarnazione del sentimento “Morirei per te.” Come molte adolescenti è affetta da tanatofilia» (10).

NOTE

1. Gli storici, indecisi sulla reale identità della dea raffigurata in questo rilievo, sono anche propensi a credere che si possa trattare di Ishar, dea mesopotamica del sesso e della guerra, o di Ereshkigal, dea del Oltretomba sorella di Ishatr e sua nemica)
2. Erberto Petoia, Vampiri e lupi mannari. Le origini, la storia, le leggende di due tra le più inquietanti figure demoniache, dall’antichità classica ai giorni nostri, Newton & Compton Editori, Roma, 1991.
3. Fabio Giovannini, Il libro dei vampiri. Dal mito di Dracula alla presenza quotidiana, Edizioni Dedalo, Bari, 1997.
4. Come ricorda Monica Petronio, «il termine stesso vampiro si diffonde per la prima volta in Europa negli anni Venti e Trenta del XVIII secolo, allorché le allarmanti notizie provenienti dai confini sudorientali dell’impero asburgico attestano una vera e propria epidemia di vampirismo in corso nell’Europa dell’est (si parla di circa trentamila casi) e assumono in occidente una particolare ed insospettata risonanza» (Monica Petronio, Dai vampiri al conte Dracula, Sellerio Editore, Palermo, 1999.
5. M. J. Trow, La storia segreta di Dracula. I misteri di Vlad l’Impalatore, Newton & Compton editori, Roma, 2005.
6. Franco Pezzini, Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle Sl, Roma, 2008. 
7. Ibid.
8. Maria Cristina Dini (a cura di), Il racconto su Drakula voevoda, Sellerio editore, Palermo, 1995.
9. Franco Pezzini, Angelica Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo, Gargoyle Sl, Roma, 2008.
10. Roger Ebert, Chigaco Sun Times, 19 Novembre 2008. Traduzione a cura di Selene G. Rossi

(pubblicato con l'autorizzazione dell'autore)

2 commenti:

  1. Arrivato il 3 novembre ho continuato a leggere la tua storia sul Vampiro. Vale quello che ho già detto: BRAVA Selene.
    Marika

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  2. Grazie mille Marika, son contenta di non aver deluso le tue aspettative!

    Selene

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