di Emanuela Niada
A Firenze il 19 settembre all’interno
del Festival delle Religioni si sono trovati a dialogare esponenti della
religione cristiana, buddista, ebraica e islamica, contro il fondamentalismo,
dal titolo: “Io sono” e “La libertà
nella regola”.
Il Dalai Lama, leader
spirituale dei buddisti tibetani, in esilio in India, ha parlato di potenziale
positivo mentale ed emotivo, intrinseco in ogni essere umano. Sulla Terra siamo
in 7 miliardi e ognuno ha diritto alla felicità, la cui ricerca porta all’unione
tra gli esseri viventi, come scambio di amore, con semplicità, anche con
piccoli gesti. La distanza e la separazione tra le persone creano disagio, irritazione.
Dobbiamo imparare a vedere l’altro come uguale a noi, indipendentemente da
provenienza, credo, razza. “Ha comunque un viso come me con due occhi, naso,
bocca. Se incontrassi una persona con tre occhi e due nasi, incomincerei a
preoccuparmi” ha affermato. Spesso ci fermiamo alle differenze secondarie e non
vediamo in profondità, cercando punti comuni.
La fratellanza è alla base della
pace. La pluralità e la differenza creano una dialettica in cui l’identità
resta, ma si apre al dialogo, con un atteggiamento aperto e cordiale. Ha
raccontato di essere abituato a sorridere a tutti e ad essere ricambiato. Aveva provocato un poliziotto, che rimaneva
serio ai suoi sorrisi, facendogli il solletico,
fino a farlo ridere. La sfiducia e il sospetto portano alla violenza. Tutta la sofferenza,
la fame, il dolore hanno cause e condizioni derivate da noi. La religione oggi crea il conflitto. Mentre il
messaggio deve essere di tolleranza, amore, centratura in sé. La vera pratica è
raggiungere l’amore per se stessi e gli altri. Va fatta in modo serio, sincero,
responsabile. Dobbiamo mantenere la gioia dentro di noi. Le varie religioni
possono convivere. Anche all’interno della stessa religione ci sono tante
correnti e differenziazioni, ma i valori sono gli stessi. Le diversità sono
necessarie, ognuno di noi ha le sue caratteristiche e sono utili diversi
approcci alla stessa questione, per meglio comprenderla, nel rispetto delle
opinioni di tutti. E’ una benedizione di Dio, come un giardino con tanti fiori
che si distinguono per il colore, la forma, il profumo. L’India è il continente
dove si è messo in pratica, pur con tante contraddizioni, l’ideale di democrazia
e tolleranza. L’armonia religiosa è possibile. Il terrorista che uccide non è
più religioso. Il musulmano ama tutto il creato di Allah. La responsabilità
universale è perdono, tolleranza, pazienza.
Joseph Weiler – giurista
ebreo
Spiega che l’ebraismo
risale a circa 4000 anni fa. Gli ebrei si considerano i fratelli maggiori dei
cristiani e portano il loro specifico contributo. E’ la religione della regola.
Per esempio per quanto riguarda il cibo è vietato mangiare proprio quello più
saporito e prelibato, come il maiale e i crostacei. “Se è buono, non è kosher”,
dice con una battuta. Inoltre il latte e la carne non si possono mischiare.
Altro divieto: al sabato (Shabath) non si può lavorare. E’ un giorno da
dedicare al Signore, alla pratica della fede, si devono sospendere le attività volte al
materialismo. Per quanto riguarda i rapporti coniugali, va praticata
l’astensione per 12 giorni al mese. Quale è il senso? Il significato è proprio la libertà dalla schiavitù
degli appetiti, della nostra animalità. Se mangiamo di tutto, siamo schiavi del
cibo, se lavoriamo senza interruzione, siamo schiavi della carriera. Così anche
per la vita sessuale. Seguire la parola di Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe dà
enfasi alla libertà umana. La Torah è la legge seguita dagli ebrei osservanti.
Ogni pasto ricorda la presenza di Dio, è la testimonianza della sua vicinanza.
E da lì parte il rapporto con l’altro. Quando suo figlio gli chiede perché non
può mangiare un cheeseburger, che è così buono, gli risponde che non può perché
è ebreo. E’ una questione di etica: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. “Non
uccidere”. In tutte le religioni ci sono i religiosi cattivi e i laici nobili.
Prima di tutto c’è il rispetto di se stessi, della propria identità. L’ebreo ha
un’identità. Anche il cristiano religioso non deve nascondere la propria fede,
così come il musulmano non deve nascondersi. Gli ebrei sono un popolo piccolo
ma antico, con una testimonianza particolare che definisce il proprio spazio di
libertà e lo spazio altrui. Ordine, disciplina, regola. Il senso del limite dà
la libertà.
Enzo Bianchi – Comunità di
Bose
Parla di incontro,
dialogo, confronto tra le diverse fedi come utile alle città e nazioni per un
futuro di maggior comprensione. Cita Hillman: “Le religioni generano verità,
che generano regole, che generano violenza”. La religione ha avuto la pretesa
di una verità. A suo nome si è perpetrata violenza. Due sono gli antidoti : 1.
Andare alle fonti del Cristianesimo (Vangelo), del Buddismo (insegnamento del
Buddha) e così via. 2. Usare la ragione di cui l’uomo è dotato, per contrastare
la violenza in nome della religione. La ragione unisce tutta l’umanità per
impedire gli eccessi dell’intolleranza. Tutto si può offrire a Dio, ma l’uomo
non deve sacrificare la sua ragione. Il Vangelo non è una dottrina, non è
osservanza di leggi e nemmeno un’etica. E’ un messaggio. “Beati i poveri, i
miti, i perseguitati”. La regola suprema dei monaci è il Vangelo. Le regole devono
essere al servizio dell’uomo e non viceversa. La prospettiva cristiana è
pratica. Il valore supremo è l’incontro con l’ Uomo e l’incontro con l’altro.
Non guardo il suo peccato, ma il suo bisogno, la sua sofferenza. Compassione,
amore, misericordia. Gesù ha scandalizzato i suoi contemporanei, quando ha incontrato
la donna adultera e non l’ha condannata. Regna la misericordia, solo così si
interrompe il male. C’è grande affinità col buddismo, in cui la compassione è
la legge suprema per le creature animate e insipienti. Tutti gli uomini hanno
il peso del passato, di errori, del male. Ma c’è la possibilità di dire: “Oggi
ricomincio”, grande è la speranza. “La libertà non la si mendica, la si
esercita e basta”.
Izzedin Elzir,Imam di Firenze , Presidente
delle Comunità Islamiche in Italia
afferma che siamo in una
fase difficile per la libertà religiosa. “La pace sia con te” è il saluto tra
credenti musulmani. Il Corano dice: “Leggi, conosci, medita” prima ancora di
credere. La fede senza conoscenza è una menzogna, è divisione. La Jihad senza
conoscenza è terrorismo. Jihad significa sforzo, non guerra. E’ lo sforzo di
mettere in pratica quello in cui si crede. Non è quindi la guerra santa, solo
la pace è santa.
Maometto predicava di attuare
il cambiamento interiore a partire da noi stessi, imparando a conoscersi e a
risolvere i propri problemi, prima di aprirsi agli altri, senza pregiudizi. Noi
pretendiamo azioni dai politici, ma la cosa più importante è conoscere e
rispettare se stessi in un cammino di fede. Tanti sono religiosi solo di nome, senza
aver fatto una scelta. La libertà è la base, ma per convivere con altre realtà,
si devono rispettare le regole della città dove si abita per trovare la
concordia. Solidarietà, amore e misericordia per l’umanità devono sempre
trovarsi accanto alle regole. Bisogna risalire alle fonti per scoprire la
ricchezza di una dottrina. L’altro non va considerato come un nemico, ma come
una risorsa. La libertà religiosa menzionata
nell’articolo 8 della Costituzione italiana va messa in pratica. Un
poeta palestinese laico comunista diceva: “La paura non impedisce la morte, ma
impedisce la vita”. Giorgio La Pira diceva: “Essere liberi è essere al servizio
di Dio e degli uomini”.
Il Dalai Lama affronta il
tema de “La pace attraverso l’educazione”.
Gli animali non fanno la
guerra. Solo nella mente dell’uomo c’è aggressività, che può essere
distruttiva, potente e porta alla
mobilitazione armata della violenza, fino agli armamenti nucleari.
L’intelligenza viene usata per organizzare la rabbia. Non è possibile avere
pace nel mondo, se non c’è pace interiore, che deriva dall’amore e
dall’educazione, partendo dalla famiglia, dalla comunità per arrivare allo
Stato, al mondo. L’Europa dovrebbe trovare l’unione spirituale, includendo la
Russia. A cui dovrebbe unirsi, poi l’Unione Africana, Arabia, Asia, Sud
America. Dovrebbe essere tutelato l’interesse degli Stati nazionali, ma anche
il senso dell’umanità, creata da un solo Dio, il cui futuro dipende da tutti
noi. La natura umana è compassionevole. Verso la fine del XIX secolo è avvenuta
la guerra tra Francia e Germania (Prussia) che poi hanno fondato l’Unione
Europea.
Nelle religioni asiatiche
non c’è un Dio creatore, ma è la persona che crea compassione, affetto.
L’intelligenza è al servizio del buon cuore fino ad abbracciare la comunità
globale. Nel sistema educativo va inserito questo valore. Nelle nostre società con valori materialistici non è facile
promuovere la pace interiore, che dovrebbe essere il nostro scopo, da perseguire
con determinazione. Si deve arrivare ad eliminare le armi, tutte le
organizzazioni mafiose e terroristiche e lavorare seriamente per la
denuclearizzazione del pianeta. Questo secolo potrebbe portare l’armonia tra i
popoli se ci fosse la consapevolezza del senso di unità tra di loro. Il dialogo
religioso deve andare in questa direzione, cercando di risolvere le divergenze,
anche se profonde, utilizzando il confronto fecondo, non la violenza. Facciamo
tutti parte della stessa famiglia umana e dovremmo impegnarci in prima persona
a promuovere il rispetto dell’ambiente in cui viviamo. Nell’educazione, il
curriculum di chi insegna dovrebbe essere basato sull’etica. L’ Istituto di Scienza
e della Tecnologia indiano ha redatto un programma di addestramento dei docenti
da inserire nelle scuole di tutto il mondo. Oltre alla competenza nella sua
materia, l’insegnante deve essere in grado di mostrare affetto per i suoi
allievi, per sostenerli con fiducia e motivarli in profondità, rendendoli
consapevoli e responsabili, così che l’apprendimento sarà più efficace. Tra i
monaci questo è il metodo tra maestro e allievo, in cui la meditazione può
contribuire alla comprensione profonda dell’individuo, essendo un metodo di
analisi e ricerca interiore. La meditazione può essere di due tipi: 1. Concentrazione
(per raggiungere la stabilità). 2 Introspezione e meditazione analitica (metodo
Vipassana). Indaga i fenomeni come cause ed effetti, con metodo scientifico. E’
un addestramento al pensiero. Le informazioni vanno vagliate sviluppando lo
spirito critico, verificando diverse fonti. Nella tradizione buddista l’analisi
è importante, perché niente va dato per acquisito o scontato, nemmeno ciò che
viene dai maestri e anche dal Buddha stesso.
E’ molto importante
conoscere il mondo interiore delle emozioni, imparando a risalire alle cause
che si trovano all’interno della nostra mente. La rabbia può creare condizioni
molto critiche quando diventa odio e sfocia in violenza ed è basilare poterla governare appena si manifesta. E’
molto più difficile, se non impossibile, gestire la rabbia espressa. E anche
quella repressa agisce in reazioni automatiche, se non viene riconosciuta e
portata alla coscienza. La consapevolezza delle proprie emozioni è di primaria
importanza se vogliamo essere liberi di agire nella vita e non essere agiti
dalle nostre pulsioni istintive. Dobbiamo conoscere bene la mappa delle
emozioni. La psicologia occidentale si sta avvicinando solo di recente allo
studio della mente e dei suoi meccanismi psichici, traendo spunto dall’approccio
orientale. Già nei testi religiosi dell’India antica si studiava la scienza
della mente, che si accosta allo studio dei fenomeni con la logica della
ragione. La filosofia buddista si avvicina alla fisica quantistica nella
spiegazione del microcosmo e del macrocosmo.
Nelle società attuali basate
sul commercio e il rendimento economico, i principi morali hanno perso di
importanza e manca la compassione per gli esseri umani, oltre che la tutela del
creato, che provoca i cambiamenti climatici a cui assistiamo impotenti. Fondamentale
diventa il messaggio dei mezzi di comunicazione per educare le coscienze. La natura è un bene prezioso, che non va dato
per scontato. Il cambiamento è un processo naturale, come la Via lattea nel
sistema solare, così sulla terra. Il riscaldamento globale però è un mutamento
troppo veloce, provocato da comportamenti umani dissennati. I ghiacci si
sciolgono, il clima è impazzito. Facciamo tutti parte della stessa famiglia
umana e dovremmo impegnarci in prima persona a promuovere il rispetto
dell’ambiente in cui viviamo. Dobbiamo essere uniti nello
sforzo di contrastare questa emergenza cruciale.
(pubblicato con l'autorizzazione dell'autrice)
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