IL FACILITATORE
Guido era andato a
trovare un amico che, qualche mese prima, aveva perso il compagno; nel
battergli la schiena, pat, pat, coraggio, aveva ‘visto’ uscirne l’immagine del
defunto e non aveva reagito alla cuor di leone. Si era imballato come un motore
fuori giri e, da allora, il cuore aveva cominciato a dargli dei problemi, anche
se le indagini mediche non avevano evidenziato alcuna anomalia.
Quell'esperienza forte e inaspettata aveva innescato un'ansia cui non riusciva
a porre rimedio.
Nello sfogarsi con un’amica comune, aveva
ricevuto “IL MEDIATORE” in prestito: “quando lo avrai letto, se ti avrà
convinto manda una mail all’autrice. Potrebbe aiutarti”. Qualcosa doveva averlo
convinto perchè mi aveva cercato. Gli avevo spiegato sommariamente il fenomeno
(vedi sotto l'approfondimento) e, constatato in sé un netto miglioramento, si
era instradato con grande impegno sulla via della consapevolezza e della
trasformazione; solo che avrebbe desiderato percorrerla a ‘velocità smodata’:
da musicista qual era voleva trovare quella nota individuale cui intonare il
suo quotidiano e trovarla in fretta, dato che gli sembrava di aver sprecato già
abbastanza tempo.“Qual'è il progetto della mia anima?” si chiedeva, ma la risposta
tardava ad arrivare. Ci voleva pazienza. “Lì
con te - mi aveva scritto - quando imparo, il mio posto nella vita cambia: non
prima, non dopo, ma nell'istante esatto in cui si comincia, io divento, sono,
un apprendista, con tutti i lati positivi e negativi. E' come inserirsi in un
antico ordine, che è giusto così, e lo leggo anche nel comportamento di chi è
presente. La cosa non mi fa né un effetto negativo, né positivo: è
semplicemente com'è. Sto imparando a nutrire la pazienza (almeno con la ragione),
anche se mi sento come dentro una botte trasparente, le cui pareti sono fatte
da tutte le cose che devo eliminare e che si frappongono tra me e la piena
espressione del mio sé”.
Erano trascorsi degli
anni, ma cosa fosse “sceso” a fare continuava a non saperlo. Finchè un giorno
mi aveva descritto una situazione che gli dava da pensare.
Quando veniva
informato che qualcuno del suo giro di affetti era arrivato al capolinea, si
recava a trovarlo, in genere in ospedale, per prenderne congedo; poiché al riconoscerlo la persona sembrava
stare meglio e godere della sua presenza, i parenti ne approfittavano per
andare a prendere un caffè o una boccata d'aria e quello... moriva,
serenamente. “Mi è capitato altre volte e sempre quando i familiari si
assentavano. Non ti sembra strano?”.
Strano era che non lo
avesse compreso da solo… Era quello il suo mandato operativo, il suo
accordo maggiore: il facilitatore! Cioè colui che accompagna al ponte del
trapasso con serenità.
LA BELLA ADDORMENTATA
Marinella era venuta da me come all’ultima
spiaggia, dopo che i vari disturbi di cui soffriva non avevano avuto riscontro
negli esami specialistici cui si era sottoposta: lipotimie improvvise, visione
annebbiata o laterale, lancinanti emicranie, problemi neurovegetativi,
estremità gelate, insomma un non essere in forma che la spaventava.
Sembrava avere un guscio aurico esile, incolore,
come composto di veli, perché? Avevamo ripercorso avanti e indietro la sua
storia, ma non erano emersi problemi o traumi proporzionali alla sua
inconsistenza energetica. Certo, aveva avuto la sua dose di amarezze e di
delusioni, soprattutto lavorative, ma erano state compensate dall’amore, prima
dei genitori e poi anche di un signor marito.
In genere sono io a parlare, dato che gli stessi corpi
sottili mostrano, a chi li percepisce, dove insiste il problema cui l’anima (del soggetto in difficoltà)
attribuisce una priorità di intervento. Nel caso di Marinella questo però non
succedeva e bisognava cercare di far luce a parole. Ma a ‘domanda rispondo’ non
si sforava da nessuna parte… Ad un certo punto avanzava solo il periodo
pre-natale. Bingo! La madre le aveva raccontato di aver passato a letto due
terzi della gravidanza (non ricordo per quale problema), per poi sentirsi
consigliare un taglio cesareo. Però, nel giorno presunto della nascita, era
stato programmato uno sciopero generale ed il ginecologo non aveva voluto
rischiare; aveva pianificato di far nascere la bambina con una settimana
d’anticipo. All’ora x Marinella era stata estratta di schiena e… bella
addormentata!
Come se fosse atterrata senza aver ancora fatto
uscire il carrello.
Fuor di
metafora, nel suo caso -che non posso certo estendere ad altri- l’essere venuta
al mondo quando non era ancora pronta (non per niente dormiva) doveva aver
provocato uno squilibrio energetico a carico della stella nucleo, con degli esiti
a catena sui livelli sottostanti. Per compensare bisognava cominciasse un
percorso spirituale consapevole. Lo sta facendo, passin passetto. Ma va bene
così, in altro modo potrebbe trattarsi di mera autosuggestione.
Chi troppo in alto sal cade sovente
precipitevolissimevolmente
Dante Alighieri
(leggete anche il blog di Giovanna Ungaro di Montejaisi: amicomett.wordpress.com)
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