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domenica 26 aprile 2020

Nascita e morte di Vegana - 2a parte

(di Giovanna Rotondo )




5. La nuova Terra

Un gruppo, molto numeroso, di cui facevano parte i genitori di Vegana, proveniente dall’Europa meridionale, scelse il sud della Nuova Zelanda, South Island: una delle isole più grandi del mondo, la dodicesima, tra le meno popolose, e vi s’insediarono. Un’ operazione di esodo complessa e costosa. Ci vollero diversi anni, ma finalmente ce la fecero!
L’insediamento a South Island si svolse senza incidenti con gli abitanti del luogo, né si ebbero mai, negli anni a venire, manifestazioni di violenza o intolleranza. Il processo d’integrazione fu spontaneo e condiviso.

Nell’arco di un decennio molti dei Carnivori tra i nativi divennero Vegani o Vegetariani o Onnivori. Altri lasciarono l’Isola del Sud e si spostarono all’isola del Nord, ritenendola più congeniale al loro modo di essere. Vegetariani e Vegani di North Island, a loro volta, si spostarono a South Island.
L’isola del Sud presto giunse ad avere un unico governo composto da tre movimenti politici: I Vegetariani erano il gruppo maggioritario, gli Onnivori, il secondo e i Vegani, il terzo, non molto numeroso quest’ultimo gruppo, ma comunque ben inserito nelle politiche del paese. Insieme decidevano e programmavano pacificamente il loro futuro.
Gli Onnivori rientravano in un programma voluto e gestito da loro stessi, in cui si stabiliva la quantità di carne che avrebbero ricevuto ogni mese, proveniente da bestie allevate e curate con attenzione. Non si sentivano per nulla diversi, erano inseriti in un grande progetto che li legava all’ambiente e alla terra. La loro scelta li gratificava e la difendevano con convinzione e rigore.
Da subito, l’agricoltura e l’allevamento degli animali per il consumo di latte o di uova, erano apparsi vitali per la sopravvivenza del gruppo. Le mucche pascolavano e ruminavano com’era giusto che facessero, il pollame viveva libero in recinti spaziosi, alla luce del sole, non veniva ingozzato e si usavano mangimi del tutto naturali. Non esistevano allevamenti o produzioni intensive. Si producevano vegetali in serra e fuori e ogni tipo di cereale e leguminosa. Tutti contribuivano al benessere collettivo. Anche gli studenti servivano nelle comunità agricole alcune ore al giorno o alla settimana, secondo l’età e le necessità scolastiche.
C’era molta tolleranza e rispetto degli uni verso gli altri. Il desiderio più grande dei nuovi abitanti era di uniformare il paese in un tipo di sviluppo etico e sostenibile e perseguirlo.
Qualche anno dopo, la proposta di cambiare nome all’isola che li ospitava fu accolta da tutti con entusiasmo; erano consapevoli delle loro fatiche, questo li faceva sentire ancora più legati al luogo che avevano scelto per vivere. Più di dieci milioni di cittadini di South Island cercarono e votarono, con passione e convinzione, un nome nuovo per la nascita della loro nuova nazione.
Finalmente non ci sarebbero state più confusioni tra le due isole! North Island era la Nuova Zelanda insieme alle isole minori intorno, South Island avrebbe avuto un nome nuovo: Vegana.
Vegana e Nuova Zelanda erano, da quel giorno, due nazioni separate con usi e costumi diversi.


6. Andrew e Vegana

Vegana ricordava la sua infanzia: lei era stata la prima nata della nuova terra e pur non conoscendo altre realtà, oltre a quella in cui viveva, aveva vissuto la sua storia come un privilegio e voleva essere all’altezza di quanto le avevano raccontato e di quanto aveva ricevuto.
Era stata una bimba dolce, tenera e affettuosa, una meraviglia portarla in giro. Ascoltava qualsiasi storia con interesse e faceva domande pertinenti. Era una brava scolara e crescendo era diventata molto bella.
Andrew aveva visto Vegana per la prima volta a una festa sportiva. Lei, allora, era una bimbetta di sei o sette anni. Lui ne aveva una decina: era un ragazzo vivace e molto sveglio. A quel tempo le ragazzine non lo interessavano più di tanto, tuttavia aveva provato simpatia per quella bimba con le treccine, di aspetto esile e dolce e l’aveva salutata:
“Ciao… tu chi sei?” le aveva chiesto.
“Io sono Vegana e tu?”.
“Che buffo nome. Pensa se i miei genitori mi avessero chiamato Vegetariano o Carnivoro” rispose lui ridendo.
“A me piace molto” rispose lei, per nulla offesa, “sono la prima bambina nata su questa terra, tra quelli che sono venuti dalla lontana Europa, alcuni anni fa”.
“Immaginavo. Ciao, devo andare, ci vedremo prima o poi”.
“… non mi hai detto come ti chiami”
Andrew”.
Era passato circa un anno da quel giorno quando Andrew, che si era recato in una fattoria con i suoi genitori, vi trovò la stessa bimba che aveva incontrato alle gare sportive, la riconobbe subito:
“Ma io ti conosco” le disse, fermandosi a guardarla, “tu sei Vegana. Come stai? Hai incominciato a mangiare carne?”
“No,” rispose lei, arrossendo, si sentiva un poco presa in giro da quel ragazzo dall’aria simpatica e scanzonata di cui si ricordava vagamente.
“Che cosa stai facendo” gli chiese lui, non aspettandosi risposta.
“Sono qui con Celestino, il mio caprone” rispose lei seria.
“E com’è che l’hai chiamato Celestino?”
“Dal colore dei suoi occhi”.
Oh, vero…  e stai qui con lui?”
“Gli faccio un poco compagnia”. rispose lei sorridendo.
“Sei buffa, ma il caprone è simpatico, chissà quante storie vorrebbe raccontarti”. Disse, e si chinò a a baciarla sui capelli, andandosene.
S’incontrarono per caso un paio di volte ancora e c’era sempre una battuta spiritosa da parte di Andrew:
“Come sta Celestino, il tuo caprone?” le chiese un giorno. “Ha imparato a parlare?”
“No, ma sorride quando mi vede” gli rispose lei convinta.
Finché un giorno si trovarono a frequentare la stessa scuola:
“Ciao Vegana, ti chiami ancora Vegana, vero?” le chiese Andrew sorridendo.
“Sì, certo” rispose lei seria, “quello è il mio nome e mi piace sempre”.
“Devo dire che piace anche a me”. disse lui e la bacio su una guancia. “E mi piaci anche tu, ci vediamo…”.
Da quel giorno si videro spesso, frequentavano lo stesso Istituto in classi diverse: lei era all’inizio, lui quasi alla fine del ciclo di studi. Quando s’incontravano, si fermavano a salutarsi o, se erano in strada, camminavano insieme per un tratto, chiacchierando contenti e spensierati.
Un sentimento profondo li univa, e, pur non avendone mai parlato, sapevano che sarebbe stato per sempre.
Quando per Andrew arrivò il tempo di andare all’università, aveva deciso di studiare medicina, le disse: “Ci sposeremo appena avrò finito, o quando tu vorrai e spero che lo vorrai, non potrei vivere altrimenti. Ho capito che sei l’altra metà della mia vita la seconda volta che ti ho visto insieme al caprone Celestino. Puoi portarlo a vivere con noi, se vuoi”.
Andrew diceva le verità più profonde nel modo più semplice possibile, ma lui era così e Vegana lo sapeva.


7. Vegana

Andrew e Vegana giungono al loro ristorante, un luogo tranquillo, tra gli alberi.
“Andrew, ci sediamo in giardino, va bene?”
“Sì, beviamo qualcosa, prima di cenare?”
“Volentieri. Ordina ciò che vuoi. Mi va bene tutto, soprattutto dell’acqua!”
Andrew ride e le accarezza lievemente i lunghi capelli biondi. La guarda e le parla con grandissimo affetto e molto riguardo.
“Raccontami l’esodo della tua famiglia. Ogni tanto ne parliamo, ma non nei particolari! Oggi è un giorno speciale per tutti noi”, dice.
“La nostra storia fa parte della Storia, ormai. Mio padre e mio nonno son venuti prima, insieme ad altri, a esplorare e preparare il terreno, vedere come si sarebbero potute trasportare tante persone e metterle insieme in nuove comunità”.
“Direi che furono addirittura geniali. Mi chiedo come fecero a spostare, nutrire e organizzare il lavoro in comunità così numerose e costruire tutto?”, la interrompe Andrew.
“Sì, dovettero pensare al lavoro, alla scuola, vivere intanto che si costruiva, si coltivava e si creava lavoro. Parlare con le Istituzioni del luogo. Scelsero South Island per i loro insediamenti. La maggior parte della popolazione viveva a North Island perché il clima è più favorevole”.
“La loro fortuna fu che il governo di allora aveva capito la situazione. Il deterioramento mondiale era sotto gli occhi di tutti!” continua lui.
Già nei libri di testo si raccontava la storia di quel meraviglioso esodo! A quei tempi La Nuova Zelanda era una nazione quasi defilata, ma non lo sarebbe rimasta per molto. Il Governo di allora ebbe il merito di capire che poteva diventare un’opportunità per il paese, accogliere le comunità vegetariane e vegane, aiutando i richiedenti asilo con facilitazioni di ordine burocratico e promesse di collaborazione per il futuro.
Andrew ascolta incantato le parole di Vegana, come sempre. Anche lui si sentiva orgoglioso della sua appartenenza alla comunità:
“Oggi assistiamo alla nascita di Vegana, South Island non esiste più. Molti sono diventati convinti Vegetariani e continuano a diventarlo. La storia è andata a pennello: la Nuova Zelanda è a Nord. Qui siamo a Vegana! Un Nuovo Mondo! Incredibile!” esclama convinto
“Era il 2023 quando mio nonno venne qui la prima volta! Da bambina mi portava sulla sua jeep a visitare le città: quelle già esistenti e quelle che si erano formate o si stavano formando”.
“Lui ebbe un grande ruolo, lo si può considerare il padre di questa Nuova Terra!” le fa eco Andrew.
“Anche la nonna ebbe il suo ruolo. Volle la cittadella ospedaliera, quella in cui tu lavori. Il nonno era un architetto all’avanguardia, contribuì molto alla creazione delle nuove comunità: “Vedi, qui c’era un grande allevamento di ovini; offrimmo all’impresa un prezzo alto per comprare quest’area e li convincemmo a trasferirsi a Nord con il loro lavoro” mi raccontava. “Abbiamo cercato di fare delle belle case, autosufficienti, con materiali ecologici. Abbiamo sempre costruito scuole, centri di comunicazioni, biblioteche virtuali e cartacee. Ci siamo inventanti anche delle industrie”.  Lui era un fervente urbanista e credeva nella città ideale, non amava le interminabili periferie squallide e invivibili: riteneva il contatto con la natura inalienabile”.
“Mi ricorda vagamente l’esperienza dei Kibbuts Israeliani di un secolo fa”, mormora Andrew, quasi a se stesso.
“Sì, all’inizio dovevano dividere tutto. Era inevitabile, non sarebbero sopravvissuti, altrimenti. Verso il Sud della Nuova Zelanda ci fu un movimento consistente ed organizzato, ma anche il Nord dell’Australia ebbe un importante insediamento, in quegli anni. E uno grandissimo in Mongolia, la grande e sterminata Mongolia, mi incuriosisce sapere come sono riusciti a sopravvivere lontani da tutto, dovremmo visitarli. Ci andremo, spero, dopo aver completato il mio dottorato a Harvard”.
“Sì, sono nate intere città, soprattutto in questo continente, ma anche in Mongolia. Probabilmente erano i luoghi più idonei”.
“Scelsero paesi con vaste superfici e clima accettabile, sempre vicino a fonti d’acqua. A Vegana non c’erano più di tre milioni di abitanti, allora. Siamo diventati circa dieci, per una superficie molto vasta, più di 150 mila metri quadri!”
“Quando ci sposiamo?” chiede Andrew e aggiunge divertito:
“Mi rendo conto che come Onnivoro non godo i favori della tua famiglia, ma sono pronto a qualsiasi metamorfosi pur di sposarti”.
Vegana ride:
“Quasi Giulietta e Romeo! Il problema non si pone, si pone quello dell’etica e del rispetto di tutte le creature viventi. Noi non siamo gli unici “sapiens” del pianeta, tutti gli animali hanno, come gli esseri umani il feeling dell’amore, pensa ai mammiferi”.
“Io sono un mammifero e ti amo. Se vuoi libererò tutte le mucche e i ruminanti del mondo per te. I tuoi desideri sono i miei”.
“Non scherzare. Presto partirò per completare i miei studi in Antropologia, lo sai. Ho ricevuto un invito dall’Università di Harvard, Usa. Dovrò studiare molto e fare ricerca. Non ti ho mai nascosto nulla”, risponde Vegana con quel suo modo fermo e appassionato, “e vorrei tanto che tu venissi con me”.
“Lo so. Ma spero sempre. Harvard è molto distante, ignota, fredda. Un luogo affollato. Lontano. Difficile venire, ma… verrò! Qui siamo in una piccola oasi, la vita nel resto del mondo sta diventando sempre più pericolosa, invivibile”.
“Ma è una Università prestigiosa! Ho questo desiderio di vedere e fare. Tornerò se troverò un clima soffocante. Se riuscirai ad abbandonare i tuoi amati pazienti, viaggeremo insieme. Sarà bello.”
Quando?”.
“Fra qualche giorno. Dovrò partire fra un paio di settimane. Non voglio lasciarti, ma potremmo sposarci con una cerimonia semplice e tu potresti venire con me, o raggiungermi appena avrai sbrigato i problemi burocratici. E lavorare intanto che io studio, sai bene che non avresti problemi professionali”.
“Ti ringrazio, lasciami riflettere fino a domani, vuoi?” ma sa che non potrà lasciarla.
Le prende la mano e gliel’accarezza. Stanno in silenzio per qualche minuto, uniti da una grande affinità intellettuale e sentimentale.
Di li a poco, voci e rumori li distolgono dai loro pensieri. Una confusione improvvisa e insolita per quei luoghi. Tra gli alberi, nella strada tranquilla fino a pochi minuti prima, s’intravede un gruppo di ragazzotti urlanti: forse stranieri, forse ubriachi. Gridano, lanciano oggetti, urlano parole minacciose, sparano.

Qualcosa colpisce Vegana alla nuca… violentemente. Lei rimane immobile, i suoi meravigliosi occhi stupefatti. Andrew si alza di scatto, la prende tra le braccia, la solleva piano, con estrema cura, come si fa con un bimbo che dorme, appoggia il viso sulla sua spalla e la stringe a sé con tenerezza infinita, disperato.

giovedì 23 aprile 2020

NASCITA E MORTE DI VEGANA - 1A PARTE

VOGLIO RIPROPORRE QUESTO RACCONTO (SUDDIVISO IN DUE PARTI) E GIA' PUBBLICATO DA SOGNAPAROLE PERCHE' RITENGO CHE SIA PREMONITORE DI QUANTO STA SUCCEDENDO IN QUESTI GIORNI IN TUTTO IL MONDO.


(di Giovanna Rotondo Stuart)





1. Nascita di Vegana

Vegana guarda orgogliosa la bandiera che viene issata, per la prima volta, alta, sul pennone, Oggi si festeggia la nascita e il simbolo di una nuova nazione: un grande cerchio con intorno la scritta “Together”. All’interno del cerchio un girotondo con mammiferi e altri animali. E il nuovo nome “Vegana”, come il suo, scritto in alto. Il Presidente sta finendo il discorso, ci sono tutte le componenti del governo in carica, la folla partecipa attenta:
“In questo giorno, per noi così importante, ho il piacere di presentarvi la madrina della cerimonia, un’altra Vegana. La prima creatura nata tra noi, al tempo del nostro esodo”.Vegana saluta la folla, sorride commossa, tra le prime file intravede la sua famiglia:
“Sono felice dell’esperienza che sto vivendo insieme a tutti voi. Mi sento onorata di portare lo stesso nome del paese in cui viviamo, che voi avete fondato e fatto diventare come io lo conosco ora. Da piccola, mio nonno mi portava spesso con sé a visitare le città e le comunità che stavano nascendo. Mi raccontava la storia coraggiosa e affascinante del vostro viaggio. La ricerca di un rifugio più compatibile con la filosofia di vita che avevate in mente. Le vostre fatiche sono state premiate!”

lunedì 20 aprile 2020

L’attesa, al tempo del coronavirus


di Giovanna Rotondo


Contava i giorni. Li aveva contati tra una crisi di panico e l’altra, ogni giorno. Passava il tempo passeggiando in giardino, o su e giù per la stradina che portava in paese, avvolta dal profumo della magnolia stellata che incontrava sulla strada, una magnificenza di pianta: bianca, bellissima e intensamente profumata. Si fermava ogni volta che arrivava alla sua altezza, l’annusava inebriata cacciando la testa in mezzo ai fiori: uno dei piaceri della vita, per lei. Non amava i profumi sintetici, anzi, le facevano venire il mal di testa, ma quelli delle piante l’appassionavano: i giacinti, il calicanto, il gelsomino… Nel giardino aveva voluto tante piante profumate.

sabato 18 aprile 2020

Il tempo


di Giovanna Rotondo

Per il fiume,
il tempo
non esiste.
Mille anni
sono un nulla,
neanche un battito
di ciglia,
una pulsazione,
uno sbadiglio.
Lui scorre,
si modifica,
modificato
continua
il suo percorso:
si ferma,
si allarga,
termina,
riprende.
Il fiume non sa
quanto preziosa
sia l’acqua
che porta con sé,
può cambiare
come vuole,
quando vuole.
La vita di un fiume
non ha confini:
il tempo, per lui,
non esiste,
non c’è.


martedì 14 aprile 2020

Bar Centrale, di Miriam Bonetti

Illustrazione di Laura Gentili


Il Centrale era il bar storico del paese. Faceva breccia nelle mura che circondavano la piazza insieme al negozio agonizzante di un fruttivendolo e a una pizzeria da asporto. Gianluigi Cazzoletti, detto Gigi Cazzialtrui, aveva ereditato il bar dai suoi genitori. Molti anni prima, quando sua moglie era morta di parto portando con sé anche il figlio, aveva cambiato il nome al bar chiamandolo Aurora, come sua moglie. Mai operazione commemorativa aveva avuto minor successo, visto che per tutti era rimasto il bar Centrale.
Maria era stata per anni un’assidua frequentatrice della piazza. Sbucava dal vicolo e andava a sedersi su una delle panchine che contornavano la fontana: d’estate all’ombra degli ontani e d’inverno in pieno sole. Rimaneva lì per un po’ fino a quando suo marito Bepi, seduto accanto a lei su una sedia a rotelle, le faceva capire che era stanco e voleva tornare a casa.

giovedì 9 aprile 2020

"Mosche contro vetro. Racconti sul tema dell'autismo" a cura di Luca Raimondi con la prefazione di Paolo Di Paolo

(a cura di Mimma Zuffi)
Morellini editore - pagg. 248 - € 14,90
ebook € 4,99


L’autismo è un universo di enigmi e di mille sfaccettature,
composto da abitanti anomali e affascinanti,
a volte disabili a volte abilissimi.
Venti autori, dotati di enorme tecnica, esperienza e fantasia, si fanno forti della loro curiosità, della loro sensibilità artistica e dei loro strumenti culturali per affrontare un tema delicato e complicato,
su cui si sa ormai tanto, mai però abbastanza.



Giovedì 2 aprile è stata la Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, sindrome individuata nel 1943 da Leo Kanner che per primo l'ha descritta su una rivista medica specializzata e la cui definizione sarà ampliata di lì a poco da Hans Asperger. 

domenica 5 aprile 2020

Nepal: ritorno nel cuore dell’Himalaya



Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera
Tempio di Boudhanath, Kathmandu (foto di Marina Fichera)

Quando, a Capodanno 2017, visitai per la prima volta il Nepal, la sensazione che mi portai a casa - come scritto nel mio articolo su quel viaggio https://sognaparole.blogspot.com/2017/06/nepal-viaggio-nel-cuore-dellhimalaya.html - fu di volerci tornare quanto prima.
E quindi, dopo quasi tre anni, a novembre 2019, torno nel cuore dell’Himalaya con un gruppo di quattordici viaggiatori che accompagno alla scoperta della bellezza umana, naturalistica e artistica del Nepal.

giovedì 2 aprile 2020

IL MONDO AL TEMPO DEL VIRUS


di Giovanni De Pedro

Avvertenze per la lettura:
questo racconto non vuole essere un monito ma soltanto un attimo per sdrammatizzare il momento che stiamo vivendo. Ogni riferimento ad avvenimenti veramente accaduti è puramente casuale. Non abbiate paura che si possa infettare il vostro computer, il mio ha l'antivirus!



Il coronavirus Covid19

Pensavamo di dover soccombere a un' invasione aliena come nel film Independence Day o a una guerra nucleare che avrebbe distrutto la vita in un attimo come nella pellicola The day after o che una meteorite colpisse il nostro pianeta, facendoci fare la fine dei dinosauri, invece siamo stati messi in ginocchio da un nemico piccolo e invisibile che si è intrufolato nei nostri corpi e nelle nostre vite, un virus.
Il “piccoletto” ha girato il mondo, tra l'altro senza pagare il biglietto, sugli aerei, navi e treni; ha conquistato la Cina, l'Australia, si è espanso in Asia, Europa, America e, tra poco, conquisterà anche la Jacuzia e la Kamchatka, territori imprendibili per noi giocatori di Risiko.