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sabato 18 maggio 2024

Orsolina

 

(di Marisa Vidulli)



C'era una volta una numerosa famiglia che abitava in una bellissima isola chiamata Lussinpiccolo. Vista dall'alto, sembrava una macchia ocra nel mare Adriatico, di fronte alla costa di un paese che un tempo si chiamava Jugoslavia.

Ovunque fiorivano susini, oleandri e persone. Abitavano tutti felici e contenti in una casa con un orto e tanti alberi, dove scorrazzavano i sette figli di Orsolina e Francesco. Quella casa con l'orto era stata per vari anni il loro paradiso segreto, finché non successe qualcosa, qualcosa che già si delineava all'orizzonte e che nessuno di loro era capace di spiegare, ma che si avvertiva nel cambiamento di umore o nel rifiuto di parlare della storia del paese.

lunedì 13 maggio 2024

Il partigiano Johnny


di Marco Pinnavaia

Einaudi - pagg. 513 - €  14,00

Il faticoso cammino del partigiano Johnny,

dalle colline nevose delle Langhe allo schermo cinematografico, copre più di mezzo secolo di letteratura e di cultura del nostro paese.

Passando per una lunga e travagliata gestazione cartacea, il romanzo con cui Fenoglio racconta cos’erano stati i partigiani e la Resistenza in Italia venne pubblicato soltanto nel 1968, postumo e incompleto, con un titolo deciso dai curatori della prima edizione Einaudi.

L’opera, quindi, arrivò sul palcoscenico letterario quando i grandi romanzieri del neorealismo aveva già consegnato alla carta stampata le memorie della guerra (“Uomini e no” uscì nel 1944 e “I sentieri dei nidi di ragno” nel 1947). A che cosa dobbiamo questa sorte di latecomer?

Fenoglio non ha mai celato il fatto che per lui scrivere in italiano fosse una sofferenza, un lavoro innaturale, piegato sulla pagina a distorcere e ricucire pensieri che nascevano in inglese, la lingua delle letture giovanili che aveva finito per fondersi indissolubilmente con la sua attività di produzione artistica.

Il risultato di questo sforzo continuo (quasi esistenziale) di traduzione e correzione investì tutte le sue opere,  riscritte in numerose stesure (molte delle quali andate perse o bruciate per insoddisfazione dell’autore), finendo per trasformarsi in un interminabile percorso di rielaborazione dell’esperienza letteraria.

domenica 5 maggio 2024

Tristram Shandy: a Cock and Bull Story - seconda parte

 (di Selene G. Rossi)

Tony Wilson mentre intervista Coogan
Palesemente attratto dall’assistente Jenney, Coogan abbandona la compagna e il figlioletto per provare la scena dell’utero gigante. Dopo essere stato calato all’interno dell’organo a testa in giù, e dopo essersi lamentato per la mancanza di spazio, scopre che il giorno in cui saranno effettuate le riprese, il problema sarà risolto facendolo recitare nudo. Imbarazzato all’idea di mostrarsi senza veli, l’attore propone che la scena sia girata in posizione normale per capovolgerla poi in fase di montaggio Ma, ancora una volta, le sue aspettative vengono frustrate e, appreso che Mark pretende l’assoluto realismo, Coogan risponde stizzito: «I’m a grown man talking to the camera in a fucking womb.»
L’azione si sposta all’interno della sala costumi dove la guerriglia psicologica tra Coogan e Brydon, già presentata all’inizio, prosegue assumendo sfumature sempre più cariche di ironia. Vera e propria primadonna, Coogan soffre soprattutto per lo “scottante” tema legato all’altezza del tacco: