Profezia, di Nivangio Siovara
di Nivangio Siovara
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di Nivangio Siovara
Il giovane Jean Passerat-Monneyeur, che potrebbe essere ricco ma ha disconosciuto la propria famiglia, esce di prigione, dove ha scontato la propria pena per omicidio. Vagabondando alla ricerca di un posto nel quale sentirsi a proprio agio, incontra alla fermata di un autobus la vedova Couderc, una donna matura che vive nella campagna del paesino di Saint-Amand-Montrond, vicino ad un canale. Qui trova il proprio rifugio e una sorta di tranquillità. Almeno fino a quando sulla sua strada si para l’affascinante Félicie, odiata nipote della vedova, che sarà causa scatenante di un piccolo ma letale inferno di provincia.
di Heiko H. Caimi
Anna si svegliò presto, come ogni giorno. La luce grigia di Milano filtrava attraverso la finestra della stanza condivisa che chiamava, con una punta di amara ironia, casa. Si stirò piano e raggiunse la cucina per farsi un caffè, attenta a non fare rumore: le sue coinquiline, Mara, Clara e Giulia, dormivano ancora. Era tornata a convivere, come ai tempi dell’università, ma senza la spensieratezza di allora. La convivenza a cinquant’anni non aveva nulla di romantico: era solo una misura disperata per sopravvivere agli affitti impossibili di una città che sembrava disprezzare chiunque non avesse un conto stellare in banca.
di Mimma Zuffi
L'alba. Lo stadio sembra, dall'alto, la costruzione di un bimbo sulla sabbia, poi sono atterrita dalla grande ferita sulla montagna. Sulla dorsale si vedono colorarsi di rosa le case di un villaggio; alle spalle, giù sulla riva del mare, con tinte più dorate, un altro agglomerato di case, anch'esse vuote. Scendo, cercando con occhi cauti di cogliere un segno di vita. Dove corre l'acqua sorgiva e s'abbeverava un gregge di capre dalle corna tortili e dal pelo nero che luccicava nella luce mattutina, zone di pascolo anche nei tempi antichi, non vedo anima viva.