(a cura di Mimma Zuffi)
Marsilio - 280 pagg. - € 17,00
L’atteso esordio nel romanzo di Giulio Mozzi.
Mario è un uomo che inventa storie, modifica la realtà, non è interessato alla verità, né sulle cose né sulle persone. Mario sfugge, per indolenza, a quell’obbligo a capire che tutti ci lega e tutti ci frustra. Vuole sposare Viola ignorandone la doppia, forse tripla vita. Anni prima è stato lasciato da Bianca, subito prima che nascesse Agnese, che forse è sua figlia e forse no. Tuttavia, se Bianca, spuntando dal nulla dopo anni, chiede aiuto, Mario subito accorre, disponibile ad accollarsi la paternità. È succube di Santiago, un ragazzo dedito a pratiche sessuali estreme, e affida alle fotografie la coerenza e consistenza della propria vita. Se dei giorni della vita di Mario possiamo dire – quasi sempre è il 17 giugno –, degli spazi in cui Mario si muove non siamo certi.
La ripetizione è l’unica realtà di Mario. Con
una scrittura avvolgente, sensuale e che procede per variazioni di capitolo in
capitolo, pur conservando un incalzare ipnotico, Giulio Mozzi conduce il suo
protagonista attraverso avventure in parte reali e in parte – ma la cosa è
sempre indecidibile – del tutto immaginarie, portandolo a sfiorare le vite
strane e misteriose di personaggi senza nome – il Grande Artista Sconosciuto,
il Terrorista Internazionale, il Martellatore di Frati, il Capufficio – che
Mario contempla come enigmi incomprensibili e rivelatori. Arrivando,
nell’ultima pagina, alla più orribile delle conclusioni: Mario, della propria
vita, non se ne farà nulla.
Hanno scritto dei suoi racconti:
«Ho letto il libro di
Giulio Mozzi con vero entusiasmo. Mi ha colpito il linguaggio, che è quello
della vita. Pur affidandosi ad argomenti che diventano metaforici, Mozzi si
serve delle parole della quotidianità rendendole però misteriose.» Federico
Fellini
«Questo scrittore ha preso la parola con il tono di chi
detta legge.» Tiziano Scarpa
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