Laura aveva lavorato tutto il pomeriggio. Voleva fare bella
figura con i nuovi amici che sarebbero venuti a cena quella sera. Il piccolo
soggiorno aveva un aspetto gradevole, aveva apparecchiato il tavolo da pranzo con
una tovaglia bianca e piatti di linea moderna, decorati con disegni
concentrici, molto allegri. Mancavano i fiori, mise i giacinti blu, che aveva
comprato la sera prima, in un cestino e li appoggiò su una mensola della
libreria. Incominciavano a profumare. Presto il loro profumo sarebbe diventato
più intenso. Si guardò intorno.
L’occhiata finale la soddisfò!
A Laura piaceva ricevere, ma non lo faceva spesso: lei e Mario,
suo marito, lavoravano ed erano fuori casa tutto il giorno, fino a tardi. Lei
era maestra d’asilo, i bimbi erano vivaci e la responsabilità grande, a sera
era stanca. Mario lavorava come tecnico di laboratorio in ospedale e aveva un
lungo percorso in macchina, prima di arrivare a casa.
Con questa cena voleva suggellare, nel modo migliore, l’inizio
di una bella amicizia. Si sentiva
eccitata.
Aveva preparato dei cibi diversi, Laura non mangiava né carne,
né pesce e, pur essendo certa di fare la cosa giusta, non pensava a se stessa
come a una vegetariana, forse per riguardo a Mario, suo marito, che non lo era.
Mario, a volte, lamentava la carenza di quelle pietanze nella
loro alimentazione, ma si adattava di buon grado alle scelte di sua moglie e le
sosteneva. Non gli mancavano le occasioni per mangiare carne o pesce durante il
periodo del pranzo.
Lei, quella sera, avrebbe servito verdure crude e semi per antipasto, con riso integrale poi. Non sapendo che cosa i
suoi amici potessero gradire e poiché era la prima volta che si vedevano nella
sua casa, aveva deciso, per ospitalità, dopo molti dubbi, di preparare un
piccolo roastbeef con patate al forno e verdure cotte.
Il roastbeef, reminiscenza della sua famiglia di origine, era l’unico piatto del suo repertorio culinario!
In realtà Laura non sapeva come trattare la carne e avrebbe preferito preparare dei semplici menu vegetariani. Ma
era riservata e non parlava volentieri delle sue decisioni, pur rendendosi
conto che queste diventavano sempre più importanti nella sua vita quotidiana e
doveva difenderle.
Sapeva che il troppo uso di carne nuoceva alle persone e gli allevamenti
intensivi erano una delle principali cause di inquinamento globale.
La produzione di un chilo di carne aveva costi altissimi:
comportava un eccessivo spreco di acqua e la distruzione d' intere foreste per
avere terreno coltivabile a cereali, il tutto con conseguenze devastanti.
Soprattutto non accettava
le sofferenze inferte agli animali e non riteneva etico il commercio
indiscriminato di creature viventi, spesso oggetto di crudeltà gratuite.
Era tempo di consumare meno proteine animali e più proteine
vegetali.
Pur essendo convinta delle sue idee e in grado di motivarle,
Laura non era ancora pronta a rivendicarle, ma era sulla buona strada.
Un dolce al cucchiaio e della frutta avrebbero completato la
cena. Le piaceva! Era tutto pronto, mancava il vino, che era compito di Mario,
e poi avrebbe avuto il tempo di rilassarsi un momento.
Durante il percorso che li portava a casa di Laura e Mario,
Marianna ricordava la prima volta che si erano visti.
Si erano conosciuti in vacanza loro quattro. Un incontro
fortuito. Lei e Roberto avevano bucato e si trovavano sul ciglio della
provinciale che portava a Follonica.
Tentavano di cambiare la ruota della loro auto, quando videro
arrivare una piccola utilitaria, una Ypsilon,
che si fermò a pochi metri da loro:
-
Scusate, la nostra macchina ha qualche
problema, dobbiamo chiamare un carro attrezzi e un tassì.
Marianna, sempre diffidente con le persone che non conosceva,
non si scompose. Roberto si avvicinò per chiedere:
-
Sapete che cosa può essere?
-
Pensavo fosse la batteria, ma l’ho fatta
controllare prima di partire e andava bene. La spia è sempre accesa e non mi
sento tranquillo. Non vorrei fosse il motore.
-
E’ meglio rivolgersi a un carro attrezzi.
Potremmo darvi un passaggio fino a Follonica. Io sono Roberto e lei è mia
moglie Marianna.
-
Ciao, noi siamo Mario e Laura.
Il carro attrezzi arrivò
velocemente e dopo qualche tempo si trovarono
tutti in città. Mario e Laura insistettero per ricambiare la gentilezza
ricevuta e vollero offrire loro qualcosa da bere.
Scoprirono di abitare a pochi chilometri di distanza, in una
località della Brianza, in Lombardia. A Bosisio Parini, Laura e Mario e a Cantù
Marianna e Roberto. Prima di lasciarsi si scambiarono numeri di telefono e indirizzi
e si diedero appuntamento per mangiare una pizza la sera dopo, visto che si
trovavano ancora in zona. Da allora si erano rivisti un’altra volta.
Avevano fatto una passeggiata lungo il lago del Segrino, che si
trovava abbastanza vicino alle due abitazioni. Stavano bene insieme e quella sera si sarebbero trovati a
casa di Laura e Mario, per cena.
“Potremmo organizzare una vacanza insieme”, pensava Marianna.
Quando arrivarono, si misero a parlare tutt’e quattro
all’unisono:
-
Ma che bello! Molto intimo…
-
Come state?
-
Benissimo, abbiamo avuto una settimana
faticosa ma buona!
Passarono più di un’ora chiacchierando e sorseggiando del vino
bianco:
-
Direi che è proprio ora di cena. Avverto un
certo languore…
Disse Mario e tutti si mossero verso il tavolo da pranzo.
Le crudité erano esotiche e saporite, il risotto anche. Il vino
di buona qualità. Una meraviglia!
Riposarono un poco prima del grande piatto di portata finché
Laura fece il suo ingresso trionfale con il roastbeef, le patate arrosto e le
verdure.
Dopo i giri di convenienza, a cui i due uomini non si
sottrassero per niente, arrivò il turno delle donne. Marianna si era riempita
il piatto di verdure e qualche patata e così Laura:
-
Il roastbeef è molto buono, serviti.
Azzardò Laura, ponendo il piatto di portata accanto a Marianna.
Incrociò un’occhiata preoccupata di Roberto, ma non la interpretò.
Marianna, con tono che non lasciava spazio ad altre richieste,
dichiarò:
-
No, grazie! Non mangio cadaveri.
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