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domenica 24 marzo 2024

Abracadabra, che vita!

di Marisa Vidulli

Avrah KaDabra, che significa “Io creerò come parlo”. Nella lingua aramaica c'è anche un'altra frase che potrebbe aver dato origine alla parola Abracadabra ed è: abhadda kedhabhra, che vuol dire “Sparisci come questa  parola”


Abracadabra. E tutto cambia. Tutto si trasforma. Sparisce quello che deve sparire. Appare quello che vuoi che appaia. Abracadabra. Come i bambini che chiudono forte gli occhi. E contano fino a tre. E in quei tre secondi tutto sembra possibile. Che si possa volare. Che si possano avere i giochi che si vuole. E i dolci più buoni. Che si possa essere principi, re, cavalieri, esploratori. O imperatori delle stelle. Che papà entri da quella porta, ti prenda per le mani e ti faccia girare la testa. Abracadabra. 


Chiudi gli occhi e conta fino a tre. Uno, per allontanare le cose brutte. Due, per desiderare le cose belle. Tre, per pregare che funzioni. Abracadabra. Che ci siano tanti fiori. E un bel sole che scaldi. E acqua fresca di fonte. Che ci siano sogni. E sorrisi. E calore. Abracadabra e uno. Abracadabra e due. Due e mezzo. Tre. Che smetta di far male.”
Eh  se fosse cosi facile invece crescendo dobbiamo imparare. Ad  osare, scopriamo i nostri limiti e proviamo a sconfiggere le nostre paure, ad abbandonarci con fiducia al flusso della vita che come dice l'antico detto è fatta a scale un po' si scende, un po' si sale!

Queste eran le riflessioni di Maria in quella mattinata grigia e piovosa di un marzo che non sapeva ancora di primavera che infatti quell'anno stentava ad arrivare. Nel giro di poche ore le erano successe cose belle e cose brutte...il wi-fi si era rotto, ma la stampante ferma da mesi aveva improvvisamente ricominciato a funzionare, gli occhiali preziosi persi da tempo eran stati ritrovati.

L'amica del cuore aveva detto sarebbe venuta.

Il tempo era inclemente.

Le foto dei tempi andati salvate sul computer e rivisitate per vincere la noia di una giornata uggiosa

le avevan messo addosso una malinconia che solo  

Saveria, l'amica trovata da poco poteva attenuare 

Si erano incontrate per caso, presentate da amici comuni, si erano piaciute a prima vista: bionde ambedue, colte e raffinate, si piacevano l'un l'altra pur essendo diversissime di carattere; erano due donne legate da un doppio filo rosso, l'empatia, la cultura, la profondità di sentimenti, l'intelligenza, la buona educazione.

Le divideva solo il gap dell' età. Lei, Saveria, solo 59 anni, l'altra Maria 80, ma non era certo un ostacolo.

Saveria era laureata in scienze motorie e accompagnava Maria quando usciva e facevano lunghe passeggiate.

Aveva due figli e una storia travagliata alle spalle, avrebbe voluto prendere una seconda laurea in psicologia , ma non era stato possibile , era in sintesi la amica speciale che ascoltava le sue paure e le trasformava in coraggio e di paure Maria ne aveva spesso, sovente senza fondamento alcuno.

Saveria le aveva detto una volta di avere imparato molto da un detto trovato in un libro, era anche lei una accanita lettrice.


Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare.”

Maria aveva ringraziato l'amica ed aveva imparato a far suo quel detto, poco per volta, ricordando che un cammino di mille miglia inizia con un solo piccolo passo.

Mentre così fluivano i suoi pensieri suonò il citofono; era Saveria e da lì in poi la buia giornata si illuminò e un bel sole tornò a splendere:

abracadabra la vita è così.





2 commenti:

  1. Non bisogna mai dimenticare che la fortuna è cieca e se a volte le cose possono andare male spesso si aggiustano da sole, come la stampante!

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  2. Bello ! non bisogna essere sempre un pò bambini e sperare nelle magie ? solo così si può avere un pò di serenità e felicità in questo viaggio periglioso... ;)

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