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lunedì 25 febbraio 2019

Città irreale, di Cristina Marconi


(a cura di Mimma Zuffi)
Ponte alle Grazie - pagg. 266 - € 16,80

Da molto tempo la casa Editrice Ponte alle Grazie si dedica a scoprire e mettere in evidenza alcune delle voci nuove della narrativa italiana di qualità.
Non è un caso che spesso abbiano sostenuto al Premio Strega romanzi d'esordio di scrittori originali e di valore, poi premiati dalla critica e dai lettori (Marco Fabio Apolloni, Marco Nucci, Francesco Pecoraro). E così farà anche per questa nuova proposta editoriale che tanto l'ha entusiasmata.
E così farà per questa proposta editoriale, che tanto ha entusiasmato e in cui Ponte alle Grazie crede.
Nel solco di questa attenzione, il romanzo di debutto di Cristina Marconi, Città irreale, candidato ai maggiori riconoscimenti, rappresenta un esempio di scrittura e narrazione personale e toccante, che, a partire dalle aspirazioni della giovane donna protagonista, Alina, in cui si riverbera l'esperienza giornalistica oltre Manica dell'autrice, Cristina, parla del sogno/illusione attualissimi di costruirsi un futuro all'estero, scegliendo Londra come luogo d' elezione e di realizzazione.

In tempi di laceranti dibattiti sulla Brexit, incertezza su quello che accadrà e messa in discussione sovranista dalla Generazione Erasmus, abbiamo bisogno di una storia di formazione, sentimentale e non solo, che racconti le tensioni, le opportunità, le paure e le speranze del nostro presente. Città irreale è un romanzo che esprime curiosità e coraggio, lo fa con stile, lo fa con urgenza e con grazia.

“Perchè siamo tutti in questa città?”
La domanda se la fa anche Alina, avida di future e di avventura, scappata da Roma alla ricerca di strade nuove e finite in una Londra popolata da suoi alter ego presenti e passati.
Una storia che corre con grazia tumultuosa e travolge molti cliché, raccontata con timbro già inconfondibile da una nuova, talentuosa narratrice.


Nel 2008, quando lascia l’Italia , Alina ha 26 anni: Roma le sta stretta e lei non ama limiti e definizioni. 


La sua meta è una Londra finora sognata, che si trova proprio alla vigilia della crisi, nell’ultimo momento di porte aperte e possibilità infinite per la sua generazione. Fra piogge improvvise e sprazzi di sole, inerzie e incontri fortunati, trova un lavoro più promettente di quello che ha lasciato da noi e inizia a farsi strada nell’unica società a cui spera un giorno di appartenere. Per lei, credeva, l’identità è un concetto fluido, da piegarsi a piacimento. Scopre che non è così quando entra in scena Iain, giovane medico inglese, e con lui il suo giro di amici. Alina se ne innamora ma il riserbo britannico di lui e l’ostinazione di Alina nel guardare solo al futuro alzeranno la prima barriera fra la ragazza e il suo mondo elettivo. Perché anche Iain ha conosciuto più di un altrove. Nei tardi anni Novanta, a neppure vent’anni, lui e la giovane Vicky avevano lasciato le loro belle case londinesi per andare a vivere in Italia lavorando come volontari. Il fantasma di quel periodo ha ombre lunghe che toccano Alina, costretta a misurarsi con una realtà più inafferrabile del previsto e con il rischio costante di restare sospesa fra due mondi.


Cristina Marconi vive dal 2011 a Londra, da dove scrive di politica, economia e cultura per Il Messaggero, Il Foglio e altre testate. Laureata in Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha vissuto anche a Parigi e per molti anni a Bruxelles. Città irreale è il suo primo romanzo.







“Un coraggioso romanzo d’esordio,
una scrittura tersa per raccontare la scoperta reciproca di due mondi diversi,
nella Londra dei giovani alla ricerca di lavoro e aurtonomia”
Simonetta Agnello Hornby

“Pochi scrittori sanno maneggiare acume e candore,
umorismo e passione, sensualità e goffagine, tenerezza e intransigenza:
per Cristina Marconi è un processo naturale, se vogliamo, il suo stile”
Letizia Muratori
  





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