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mercoledì 12 settembre 2018

Kashmir: un paese con due anime e... due capitali



Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera


Quando pensate al kashmir, cosa vi viene in mente? Credo che tutti pensino subito al morbido e prezioso tessuto, ricavato dal vello delle capre originarie delle alte montagne himalayane.  Se invece guardiamo un mappamondo, il  Kashmir è un’antichissima regione himalayana al confine tra il Pakistan e l’India. Spaccata tra i due diversi Stati fin dal 1947, la zona appartenente alla Confederazione Indiana, è denominata Jammu e Kashmir e, da un punto di vista amministrativo, comprende anche il Ladakh.


Stretto tra il Pakistan a ovest, l’India a sud e la Cina a est, il Kashmir è uno dei crocevia più delicati e strategici di tutta la catena Himalayana. Per questo motivo da settant’anni è in corso una guerra, più o meno manifesta, che coinvolge il governo centrale indiano contro i pakistani e gli indipendentisti kashmiri contro tutti.
Mappa dell’India con indicazione della regione del Kashmir (dal web)
La popolazione locale, quasi totalmente di religione musulmana e molto diversa dagli indiani, rivendica da decenni l'indipendenza sia da Delhi che, potenzialmente, da Islamabad. Ribelle perché costretta a far parte di uno Stato con cui ha ben poco da spartire, la popolazione locale subisce dal Governo Indiano un costante e sistematico processo di militarizzazione del territorio, invaso da migliaia di soldati su imponenti carri armati.
Gli scontri che periodicamente infuocano l’area - soprattutto presso il confine pakistano - ne fanno una zona sconsigliata dalla Farnesina, ma io, non prima di essermi ben informata e utilizzando un tour operator affidabile, avevo deciso da tempo di visitarla, e così ho fatto.

 
Scritte sui muri del centro storico di Srinagar (dal web)
La regione indiana di Jammu e Kashmir è davvero particolare, è infatti l’unica al mondo ad avere due capitali: Srinagar è la capitale estiva, mentre Jammu, molto più a sud, è quella invernale. Questo è necessario perché Srinagar, quando in inverno le temperature scendono ben sotto lo zero e il lago su cui si affaccia ghiaccia, resta isolata per settimane, se non mesi.

Vita sul lago Dal, Srinagar, Jammu e Kashmir (foto di Marina Fichera)
Srinagar è una città bellissima, affacciata sull’ampio e incantevole lago Dal e contornata dalle montagne himalayane, è ricca di rigogliosi giardini ricolmi di fontane e fiori in cui si rilassano sorridenti famiglie e simpatiche scolaresche. Il centro storico è un affascinante insieme di antiche case di legno, botteghe e moschee.
Non riesco neanche a immaginare come possa essere la vita quotidiana a Srinagar, anche se all’apparenza tutto sembra molto normale. Qui la tranquillità del lago e i modi garbati della bella popolazione convivono con il silenzioso rumore della ultradecennale guerra. Sul lago la vita scorre placida e silenziosa, mentre tutto intorno il conflitto è sempre dietro l'angolo. A Srinagar il caos si può nascondere tra un cespuglio fiorito e una barca a remi. 
Il centro storico di Srinagar, Jammu e Kashmir (foto di Marina Fichera)

Ogni mattina prima dell’alba la placida vita del lago Dal si anima. Decine di contadini e commercianti arrivano dalle zone circostanti a bordo delle loro barchette a remi per dar vita a un vivace e colorato mercato galleggiante. In un silenzio abbastanza irreale – è uno strano mercato in cui tutti sussurrano - tra sguardi orgogliosi e mani che si stringono per siglare ottimi accordi, si vendono e scambiano frutta, verdura, sementi e cereali. Siamo gli unici turisti occidentali tra i pochissimi presenti e destiamo parecchia curiosità tra le decine di uomini al lavoro fin dalle prime ore del giorno.
 
Mercato galleggiante sul lago Dal, Srinagar, Jammu e Kashmir
 (foto di Marina Fichera)
Il lago Dal ha una caratteristica che lo rende unico: è pieno di grandi barche adibite ad abitazioni, negozi e splendidi alberghi galleggianti, ricchi di intarsi, arazzi e charme.
Soggiornare alcune notti in uno di questi antichi hotel fluttuanti, spesso composti da un insieme di barconi uniti tra loro, e con un maggiordomo responsabile della gestione di ogni singola imbarcazione e della cura degli ospiti, è un’esperienza dal fascino senza tempo.
Sul lago ci si muove solo con barche a remi, per preservare il silenzio, la lentezza e la dolcezza del luogo.
L'ora del tramonto è la più ammaliante. Quando la notte inizia a scivolare lentamente sul lago e la natura si acquieta, il silenzio è interrotto solo dalle lontane litanie ipnotiche del muezzin, dall'altra sponda dell’ampio bacino lacustre. La luce dorata del crepuscolo che avvolge la natura, e lentamente si spegne, rende l’atmosfera incantata.
Case e alberghi sul lago Dal, Srinagar, Jammu e Kashmir (foto di Marina Fichera)
La strada che collega Srinagar a Kargil e che scorre da ovest a est, parallela al confine pakistano per qualche centinaio di chilometri, è considerata una delle più pericolose al mondo. Un po’ perché il suo stato tra frane, sterrati e strapiombi è davvero pessimo, un po’ perché ogni tanto, soprattutto di notte, avvengono degli scontri armati.
Uno dei luoghi che si toccano percorrendo questa strada è Drass, a 3.280 metri s.l.m. Drass pare sia celebre per essere il secondo luogo abitato più freddo al mondo, nel 1995 fu registrata una temperatura minima di -65° C. Io non l’avevo mai sentito nominare e il posto, in verità, non ha nulla di bello né di interessante.


A Drass, Jammu e Kashmir (foto di Marina Fichera)
Siamo a pochi passi dal confine e qui, nel 1999, il Pakistan provò a invadere la regione del Kashmir indiano, uscendone con le ossa rotte. Oggi un orrendo memoriale rosa  testimonia le gesta di eroici soldati indiani, uomini che forse erano lì solo perché non avevano un altro lavoro da poter fare, e che penso avrebbero preferito continuare a vivere nei loro lontani villaggi, piuttosto che morire da eroi al confine pakistano.
Ritengo che dove c’è stata una battaglia dovremmo imparare a erigere memoriali dove si celebri la pace e la riflessione e non monumenti con cui si esalti la guerra, anche se subita.

Il nostro viaggio deve proseguire verso il Ladakh – di cui parlerò in un altro articolo - ma prima di salutare il Kashmir passiamo una notte a Kargil, un caotico paesotto a quasi 2.700 metri s.l.m.
Non sembra siano abituati a vedere molti turisti occidentali e l’atmosfera, percorrendo la trafficata e polverosa via principale, è un po’  tesa. Ci rilassiamo solo quando entriamo in un piccolo mercato, tra le ordinate bancarelle di frutta e verdura; basta il sorriso in un commerciante e tutto torna tranquillo come sempre.

Sorrisi a Kargil, Jammu e Kashmir (foto di Marina Fichera)
Per troppo tempo queste terre, dall’Afghanistan al Kashmir, sono state oggetto di scambi e intrighi politici a scapito delle antiche popolazioni locali. Per questo motivo avevo voglia di venire qui, vedere con i miei occhi e cercare di capire un poco di più.
Quello che ho capito è che fino a quando prevarranno gli interessi politico/economici su quelli degli esseri umani non avremo mai la pace. Né qui, né altrove.


Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra, né la linea di divisione tra una fattoria e l'altra. Peccato che tu non possa sedere su una nuvola.
Khalil Gibran




6 commenti:

  1. Da terreno di guerra a "dimensione surreale". Complimenti

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  2. Uno dei tanti luoghi di cui ho pensato: "Prima o poi ci andrò". Grazie per la bella descrizione!
    Yvonne.

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  3. Ciao Marina, articolo molto interessante e bellissime le foto. Mi piacerebbe molto andarci. Intanto mi accontento di leggere i tuoi articoli sempre ben descritti e illustrati

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