(a cura di Mimma Zuffi)
Iacobelli Editore - pagg. 164 - € 12,00
Un libro dedicato alla memoria di
suo padre, prigioniero a Dachau, sopravvissuto agli orrori, ma che una volta tornato, ha passato la
vita nel ricordo di quei crimini che gli uomini non possono nè punire nè
perdonare.
Finire
in un lager non da eroe ma per una “ragazzata”, per un gesto d’amore, questo è
accaduto al giovane abruzzese di leva Mario, che sfidando la sorte per rivedere
la sua fidanzata Velia, al rientro in caserma, viene invece arrestato per “diserzione” e messo in prigione.
Il racconto passa tra episodi di orrore accaduti nel lager, a
momenti di vita nella piana del Fucino: il ritorno a casa, il ritrovare una famiglia disperata per la
recente scomparsa anche di un altro figlio, la fatica di accettare che la sua Velia è scappata con un altro e non ha
atteso il suo ritorno...
Ma pian piano il paese si riavvia
alla rinascita con la gestione della terra e Mario recupera se stesso e riprende in braccio la fisarmonica ricominciando
a suonare quei brani un tempo fonte di gioia e allegria.
Scritto
in modo scorrevole, è un libro dolcissimo nella grande tristezza del suo
contenuto.
Francesco Cardarelli nasce a Trasacco (AQ) nel 1948.
È stato insegnante di Lettere nei licei classici. Il suo primo
romanzo è Un uomo privilegiato, Club
degli Autori, Firenze 1975. Nel 2012 l’autore ha pubblicato Mater Dolorosa, Davide Zedda Editore,
Cagliari.
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