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martedì 5 luglio 2016

VIAGGIO NEL PAESE DI OZ

di Giovanni De Pedro
Judy Garland nei panni di Dorothy Gales ne “Il mago di Oz”
In una domenica uggiosa di marzo, guardando dalla mia finestra, vedo scendere la pioggia a catinelle. Mi siedo sul divano a leggere un libro, “Il meraviglioso mago di Oz”. Improvvisamente dall'esterno sento sibilare un forte vento come se si stesse alzando una tromba d'aria, la mia abitazione comincia a girare e si solleva verso il cielo. All'improvviso la casa precipita al suolo senza alcun danno, resto stordito dal tonfo, prendo coraggio e apro la porta, mi ritrovo in un luogo colorato e alieno.



Una bella fata mi viene incontro e mi dice:
- Ben arrivato! Sono la strega del Nord e lei, signore, ha ucciso la strega dell'Ovest che la casa di Dorothy aveva soltanto stordito. -
- Dorothy è qui? Dorothy Gales del Kentucky? -
- Proprio quella Dorothy, se segue il Sentiero Dorato la raggiungerà. - disse la strega buona indicandomi la strada.
La saluto in fretta e gambe in spalla corro veloce lungo il sentiero. Il mio fisico “possente” regge per vari metri e quando il fiato mi sta mancando, intravedo delle sagome in lontananza. Raggiungo il gruppo, con il fiatone li saluto:
- Ciao, uff uff, Dorothy. Ciao anche a voi, ra...gazzi. -
Dorothy si gira, mi guarda sorpresa e chiede:
- Ciao ma tu chi sei? -
- Mi chiamo Giovanni e stavo leggendo un libro che parla di voi, mi sono trovato qui nel mondo di Oz, mi presenti i tuoi amici? 
- Io sono lo Spaventapasseri e vado dal Mago perché voglio un cervello vero - 
- Non preoccuparti, hai molto più cervello tu di tanti uomini -
- Io sono il Boscaiolo di Latta e vorrei un cuore nel mio petto -
- Amico, credo che molte persone abbiano un cuore che batte solo per tenerli vivi, un cuore vero tu non ce l'hai ma, per quel poco che ti conosco, posso dirti che sei pieno d'amore -
- Scusa, ehm, io sono il Leone, rrr...rrr...scusa se ho tentato di ruggire. Voglio un po' di coraggio ma non oso chiederlo al Grande Mago, sigh -
Si mette a piangere e per consolarlo gli dico:
- Non preoccuparti, il mago é buono ma tu prova a ruggire con le erre maiuscole! Mi conforta che anche tu abbia la erre moscia! -
“Dodo” Dorothy e il fido Totò
Mentre sto parlando sento qualcosa che mi bagna i pantaloni e guardo verso  il suolo.
- Tu devi essere Totò, invece che sui miei calzoni non potevi fare pipì altrove? Hai un bosco intero a disposizione, adorabile cagnolino. -
- Scusa, cercherò di asciugarteli in qualche modo, non so come ma ti aiuterò – disse Dorothy.
- Lascia, non importa, amo i cani e lo perdono. Dimmi soltanto, cosa chiederai al mago? -
- Gli domanderò come posso fare per tornare a casa -
- Solo questo? Niente altro? -
- Sono bella, buona, simpatica e intelligente; cos'altro vuoi che chieda! -
“ Forse un po' di modestia “ pensai.
Riprendiamo il nostro cammino accompagnati dalla voce di Dorothy che canta  “ Somewhere over the rainbow “. Tutta la compagnia, Totò compreso, si chiude le orecchie per non sentirla, e penso: 
Judy Garland cantava meglio.
Judy Garland nella parte di Dorothy

- Guardate – dice Dorothy, che con nostra grande gioia interrompe il suo canto. – La città di Smeraldo dove vive il Grande Mago di Oz -
Giunti di fronte al portone della città riusciamo a convincere facilmente, con un biglietto da cento dollari, la Sentinella dai baffi verdi per farci accogliere dal mago.
- Cosa volete...bzzz – disse il mago – Cosa...bzzz...volete...bzzz -
L'immagine del mago era disturbata, non nitida e, all'improvviso, scomparve. Andammo a sbirciare dietro una tenda. C'era un enorme marchingegno che un omino cercava di manovrare.
- Ehm, avete scoperto l'arcano. Sono il mago, niente altro che un ventriloquo del Nebraska. - disse l'uomo.
- Allora non mi darai un cervello – intervenne lo Spaventapasseri.
- E io non avrò un cuore – disse il Boscaiolo di Latta.
- Io resterò un Leone pauroso e non avrò il coraggio -
- Non preoccupatevi – disse il “mago” - Esaudirò ugualmente i vostri desideri -
L'uomo fece un intruglio di crusca piena di spilli e lo infilò nella testa dello Spaventapasseri che iniziò a fare calcoli matematici complicatissimi.
Poi costruì una palla di seta piena di sabbia e la infilò in uno sportello nel petto del Boscaiolo di Latta che ebbe un cuore.
Infine, fece bere al Leone una pozione “magica” che gli donò il coraggio. Il re della foresta cominciò a ruggire: - RRR...RRR...RRR... -
- Io e Totò come faremo a tornare a casa? - chiese Dorothy al mago che le rispose:
- Ho una mongolfiera pronta per portarci nel Kansas, poi io proseguirò per il Nebraska. -
Dorothy fece un grande sorriso, si guardò i piedi e mi disse:
- Che numero porti di scarpe? -
- Quarantatre – risposi
- Perfetto, per tornare a casa indosserò le mie scarpe e ti regalo queste, sono  d'argento. –
Se le tolse rivelando due piedini che parevano due zattere e me le porse.
Tutti insieme accompagnammo il mago, Dorothy e Totò alla mongolfiera. Li salutammo mentre il velivolo si allontanava nel cielo. Fu allora che dissi:
- Loro tornano a casa, ma io come farò? Mi sono rimaste solo queste scarpette d'argento numero quarantatre -
- Indossale – disse lo Spaventapasseri.
- Ma non sono di mio gradimento, non mi donano -
- Non è il momento di fare il difficile, batti tre volte i tacchi – disse il Boscaiolo di Latta.
Eseguo gli ordini di colui che ha un cervello e dell'altro che tiene un cuore, batto i tacchi tre volte e mi ritrovo a casa mia.
Sento quel mondo di Oz molto lontano, resto con i ricordi di quell'avventura e un paio di scarpette d'argento numero quarantatre.
Mi siedo sul divano e riprendo a leggere il mio libro, fuori la pioggia ha cessato di scendere e un arcobaleno colora il cielo, pensando alla mia avventura ho voglia di cantare: Somewhere over the rainbow...lalalalalalala.
Tutti i protagonisti ci salutano da una locandina del film.
Alla prossima avventura!





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