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mercoledì 7 luglio 2021

Prima o poi mangerò i cacciatori di balene, di Alberto Casiraghy e Giovanna Rotondo

  dalla presentazione di Giovanna Rotondo


Un dialogo con Alberto Casiraghy, aforista, poeta, editore e pittore, attraverso i suoi aforismi. Un aforisma riassume, in una breve frase, osservazioni, esperienze, pensieri. Quelli di Alberto sono ecologici: “oikos” “casa” in greco antico, lo studio delle interrelazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente che li ospita. 
L’idea di questo lavoro mi era venuta nella primavera del 2019, per la presentazione di una mostra di Alberto. Avevo poi preferito un testo più breve e più idoneo a un evento di quel tipo. Rileggendolo oggi, con i tragici avvenimenti dell’epidemia da coronavirus che sta flagellando le popolazioni del mondo, sembra un presagio. Quella normalità che ci pesava, si è dimostrata essere il problema: la terra depredata, le foreste distrutte, gli animali privati del loro ambiente o assoggettati e macellati in una spaventosa catena di montaggio, si ribellano.


“Gli aforismi sono piccole luci che attraversano gli occhi”, scrive Alberto Casiraghy, piccole luci che attraversano gli occhi e illuminano la mente, vorrei aggiungere. Ed è vero: sono intuizioni, decisioni, scelte di vita, denunce. “Prima o poi mangerò i cacciatori di balene”; “Per un animale prigioniero ogni giorno è una crocifissione”; “Ogni albero ha un occhio interiore”. Sono la narrazione di una realtà, raccontano, in una frase, ciò che accade intorno, sono la denuncia dei maltrattamenti che la terra e le creature che la popolano subiscono ma, anche, una dichiarazione di amore.
Spesso si uccide per solo piacere e si tortura per solo profitto. Incomprensibile e inaccettabile. “L’amore che le balene hanno per il plancton è commovente”. Noi le cacciamo, le uccidiamo, tuttavia ci aiutano a pulire il pianeta e i mari e così avviene per altre specie come gli alberi che tagliamo, i ruscelli e i fiumi che inquiniamo. 

In ogni aforisma è racchiusa una storia. Una storia che a volte leggiamo troppo in fretta per fermarla nel nostro pensiero. Ed è il motivo per cui ho desiderato dialogare con gli aforismi di Alberto: per dare più evidenza al suo messaggio. 
“Non mangio i miei amici” è un atto di amore. Un modo pacifista per combattere una battaglia, una goccia che cade e si espande. 
Ho illustrato queste piccole, grandi storie con le immagini di disegni e dipinti dell’artista. Immagini che rappresentano i suoi sogni, le sue visioni e sempre troviamo un riferimento al mistero della vita, all’amore verso le creature che vivono intorno a noi, alla bellezza della natura che ci circonda. Spesso troviamo un occhio o più occhi che ci osservano a ricordarci di vigilare su questa terra, costantemente saccheggiata, a cercarne la bellezza e proteggerla.
La postfazione è stata composta con brani tratti da un’intervista ad Alberto Casiraghy, realizzata da Paolina Shostakovic nel 2014, e pubblicata dalla Casa Editrice Quinto Quarto nel volume in Distrazioni e Giraffe.

quarta di copertina


NON SIAMO SOLO CIBO, il titolo della quarta di copertina del libro: creature viventi usate come oggetti per produrre carne industriale al minor costo possibile e in grande quantità. Tutto questo non è accettabile né sostenibile e distrugge l’equilibrio del nostro ecosistema. Gli allevamenti intensivi sono la causa principale dell’estinzione di molte specie, inquinamento delle acque e distruzione di habitat. Dobbiamo consumare meno, consumare meno carne e fare scelte alimentari più consapevoli, se vogliamo migliorare la vita intorno a noi.

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