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domenica 14 marzo 2021

LA PRINCIPESSA BALLERINA, di Stefania Colombo

 (a cura di Mimma Zuffi)


Martedì 16 marzo 2021 ore 18.30

"21 minuti con l'autore"
Conferenza stampa di presentazione

de "La principessa ballerina",
il romanzo di Stefania Colombo

(in libreria dal 18 marzo 2021)
con Mauro Morellini, Sara Rattaro e Stefania Colombo


Link Zoom per partecipare all'incontro:
https://us02web.zoom.us/j/81736368110?pwd=eStRYVhjRjhBSEZERktieDUzRGhxZz09

"Stefania è riuscita a conquistarmi con poche parole"
- Lorenzo Marone -

 
 
Esce in libreria giovedì 18 marzo l’opera d’esordio di Stefania Colombo, “La principessa ballerina” – collana Varianti co-diretta a Sara Rattaro –, romanzo di formazione ambientato tra Sestri Levante e il Sud America a bordo del celebre piroscafo Principessa Mafalda – chiamato dai marinai liguri à balaìna, "la ballerina", a causa del suo beccheggio – inabissatosi al largo delle coste brasiliane il 27 ottobre 1927.
 
«Stefania Colombo ci ha regalato una narrazione originale, a metà tra memoir, diario, raccolta di poesie» così lo scrittore Lorenzo Marone, firma della prefazione, «non è il racconto di un viaggio, o non solo, è un omaggio a quanto di eccezionale il Novecento ha prodotto, un ossequio a grandi del passato, una celebrazione delle vite e dei grandi uomini, della poesia dei Montale e degli Ungaretti, certo, ma anche dei tanti che in quegli anni sono partiti con pochi panni nella valigia e tanto spirito d’avventura, alla ricerca di un’esistenza migliore».
 
Protagonisti del romanzo sono Domenico, detto “Menico”, classe 1909, un ragazzo genovese figlio di uno dei capisquadra del cantiere di Riva Trigoso (Sestri Levante), imbarcatosi come macchinista e pronto a diventare “uomo” per mademoiselle Elise a bordo del famoso piroscafo affidato al capitano Simone Gulì, e il Mafalda, il più grande transatlantico italiano realizzato nel cantiere navale ligure. Menico e il Mafalda crescono insieme: Menico è un giovane amante della lettura e dei grandi poeti, Eugenio Montale e Giuseppe Ungaretti tra tutti, con lo sguardo sempre rivolto verso il mare, verso i nuovi orizzonti d’oltreoceano, verso quel nuovo mondo tanto sognato e di cui si sente sempre parlare; il Mafalda è un lussuoso piroscafo del Lloyd Italiano che, a differenza della nave gemella Principessa Jolanda affondata lo stesso giorno del varo, darà lustro alla flotta navale italiana per diciotto anni, fino al suo drammatico epilogo il 27 ottobre 1927.
 
Attraverso lo sguardo ingenuo e sincero di Menico, l’autrice riesce a far rivivere al lettore l’atmosfera a bordo della nave diretta a Buenos Aires, fatta di sfarzo e di povertà, di passeggeri di prima e di terza classe, di amicizie salde e vere – come quella tra Menico e il marconista Francesco Boldracchi – ma anche di quella paura che non dà scampo quando si vede giungere la fine mentre l’orchestra continua a suonare: «Si cercano i propri compagni di viaggio e di partite a carte, il proprio marito, il cameriere che serviva ai tavoli, la giovane madre che spesso passeggiava da sola col suo figlioletto».
 
Sul finire il romanzo si fa corale raccogliendo le voci dei passeggeri, i loro timori, le loro speranze annientate da un destino crudele, o la sommessa gioia di ritrovarsi tra i vivi, come nel caso del pasticciere veronese Ruggero Bauli, salvato in extremis: «è una preghiera per i Menico di tutti i tempi, per quelli che oggi sulle grandi navi in giro per il mondo non fanno poi vita miglior dei loro avi, e quelli che continuano ad attraversare i nostri disperati mari in cerca di un futuro, con nelle tasche solo una poesia stropicciata dedicata a un amore lontano» (Lorenzo Marone).
 
 
Il testo intreccia due storie, quella di una nave e quella di un bambino che diventa uomo. Sul piroscafo Principessa Mafalda si sono imbarcate alcune tra le più grandi personalità del tempo, da Luigi Pirandello a Guglielmo Marconi, ma la sua leggenda ha inizio già un anno prima della sua nascita, quando la nave gemella, Principessa Jolanda, affonda proprio al momento del varo. E si perpetua anche in seguito, con il naufragio del Mafalda stesso nel 1927. Ad accompagnare la vicenda del piroscafo c’è Menico, figlio di uno dei capisquadra dei cantieri navali di Riva Trigoso. Tra ribellioni, innamoramenti e momenti di crescita, Menico e Mafalda riportano in vita un’epoca non molto lontana, in cui l’esistenza dell’uomo e quella del piroscafo si incontrano nel momento in cui Menico si imbarca sul Mafalda, nel corso dell’ultimo viaggio prima del naufragio del 1927. Due storie universali, capaci di parlare di un’Italia che non c’è più e di un’umanità che non si smette mai di cercare, qui o altrove.

Stefania Colombo nasce a Milano nel 1979. Affascinata dal potere creativo della parola si interessa dapprima a quello performativo del linguaggio, lavorando come avvocato penalista dal 2004 al 2013. Contemporaneamente si forma come attrice, autrice e regista. Trasferitasi a Parigi, dove vive attualmente, ottiene un Master in Études Théâtrales alla Sorbonne Nouvelle-Paris 3. È membro del collettivo artistico La portée e della compagnia Il Palinsesto. Ha collaborato al libro A tutto sport, edito da La Spiga (2016).
 

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