(di Maria Pace)
Naturalmente non è il personaggio dal linguaggio eccessivo, che abbiamo conosciuto attraverso fumetti e i giochi elettronici. Esageratamente fiera, furiosa e bellicosa, accanto a quell’altro eroe altrettanto esagerato che è Thor. Di Thor, Sif è la bellissima moglie, la più bella fra le dee della mitologia nordica, famosa per la lunga chioma, lucente come e più del sole e dorata come le spighe di grano. Lei, che la tradizione vuole anche nella funzione di Walchiria, è venerata quale dea della fertilità, dell’agricoltura e soprattutto delle messi e così, tutti i miti di cui è intrecciata la sua leggenda, hanno relazione con la fertilità della terra e con il lavoro agricolo. Anche il mito principale, quello del malvagio dio LOKI che le taglia la fluenta chioma color del grano maturo, simboleggia un evento della Natura: la perdita del raccolto.
In Sif, che bassorilievi e antiche stampe raffiguravano con in mano spighe di grano e fiori di papaveri, si venerava la Signora delle messi e del raccolto.
Figlia di Mandifari e Hreth, della
stirpe degli Esy , e moglie di Thor, Sif era non
solo la più bella tra le divinità femminili della mitologia
norrena, ma anche la più potente ed eclettica e le funzioni a lei attribuite
era molteplici: benefica Signora della fertilità e delle messi, possedeva
anche capacità divinatorie e qualità di combattente. La sua audacia,
però non era alimentata da furia cieca, né raggiungeva
mai la barbarie del tumulto sanguinoso. Si narra che più volte, in veste
di walchiria, avesse raccolto guerrieri morti di morte gloriosa, per
trasportarli nel Walhalla; non tutti i guerrieri, bensì,
quelli dall’audacia riflessiva, che non usavano la forza bruta per
vincere, ma solo il proprio valore, il coraggio e l’abilità
di combattimento
Sposò in prime
nozze il gigante di ghiaccio Orvandil, da cui
ebbe un figlio: Ull, Signore della
Giustizia, che amava trascorrere le giornate tra le vette coperte
di neve e di ghiaccio, dedicandosi alla caccia.
Le nozze
con Thor, figlio di Odino, invece, la resero madre della
Signora del Tempo, Thurd, il cui umore riempiva il
cielo di nere nuvole gravide oppure dell’azzurro sereno, come il
colore dei suoi occhi, e di Móði, dalla forza
straordinaria. Queste seconde nozze, le nozze con il Signore del
tuono, sancivano l’unione tra Cielo e Terra e
la fecondazione della Terra attraverso la benefica
pioggia. Sif, infatti è il termine con cui si indicava la
Terra e Chioma di Sif, era un
termine per indicare l’oro. Affinità con la Cerere romana e la
greca Demetra, dunque, per la trasfigurazione della propria
natura nell’agricoltura, nella fertilità, nella prosperità, nella
famiglia. Affinità anche con altre divinità greche, quali
l’altrettanto bella Afrodite greca, per bellezza e vanità, una
vanità semplice e tranquilla, che si accontentava di modesti
abiti, impreziositi solo da una cintura d’oro e di pietre preziose.
Vanità ben giustificata, che le veniva dai capelli,
vanto e orgoglio, bellissimi, biondi e lucenti. Fluenti sulle
spalle fino alle caviglia, l’avvolgevano tutta come in un manto dorato e lei ne
era gelosa, orgogliosa ed estremamente felice.
E sarà proprio questa
condizione di serena beatitudine a spingere il
malvagio Loki, fratellastro di Thor, a realizzare uno di
suoi scherzi pesanti e dispettosi. Accadde che un
giorno, egli la sorprese placidamente addormentata e ne
approfittò per tagliarle gli splendidi capelli e perfino vantarsene.
Quando la dea scoprì che la
sua chioma era sparita e la bella testa era diventata come “terra arida punita
dall ‘inverno che infuriava” , si lasciò prendere dallo sconforto e dalla
disperazione e Thor, che andava così orgoglioso della chioma della bellissima
sposa, montò su tutte le furie: tagliare quei capelli, simbolo di campi di
grano maturo, era una offesa e un insulto alla natura stessa e, perdi più, il
taglio dei capelli era un atto riservato alle adultere. E proprio di
questo la accusò Loki durante un banchetto a cui stavano partecipando molte delle
divinità, asserendo di essere stato il suo amante. Il banchetto si trasformò
ben presto in una grossa baruffa. Sicuro dell’innocenza della sua sposa, Simbolo
e Protettrice della Famiglia, Thor si arrabbiò moltissimo e malmenò duramente
il malvagio fratellastro minacciandolo di morte se non avesse, non solo
restituito a Sif la sua bella chioma, ma se non l’avesse resa ancora più
splendente. Sollecitato dalle minacce e dal furore del dio delle Tempeste, Loki
raggiunse il centro della terra dove viveva il grande mago Dvalinn, del Popolo
dei Nani e lo convinse a toglierlo da quell’impiccio. Dvalinn e gli altri nani
si posero immediatamente al lavoro per creare un “capello magico”. e riuscirono
a creare per Sif una chioma dallo splendore inimitabile, straordinario, più
sfolgorante dello stesso bagliore del sole. E ci riuscirono proprio grazie al
sole, di cui catturarono alcuni fili che resero sottili e morbidi, del tutto
simili ai capelli della dea, ma più lucidi e splendenti ancora. Lucidi e
splendenti più dello stesso sole. Appena collocati sulla testa della dea,
presero a crescere come fossero proprio i suoi capelli e tornarono ben presto a
coprirle tutta la figura. In verità, non era la prima volta che qualcuno accusa
di infedeltà la bella Sif. Già Hárbarð, vecchio traghettatore, fastidioso e
petulante, entrato in diverbio, subito trasformato il lite, con Thor di ritorno
ad Asgard, ove era la dimora degli Dei, accusò la bella Sif di adulterio,
vantandosi di esserne stato l’amante. In realtà, sotto le spoglie del vecchio
dalla “barba grigia”, si nascondeva proprio Loki, geloso e un po’ sbruffone
che,una volta ancora, scatenò la reazione di Thor. Natura e fecondità, dunque,
i ruoli e le funzioni di questa dea, il cui nome o appellativo è “relazione “,
ma anche famiglia, matrimonio, serenità coniugale. Un potere di grande
prestigio, come la Hera greca, che le viene dalla sua posizione di sposa e
madre. Il matrimonio di Thor con Sif simboleggia e ricorda le Nozze Sacre tra
Cielo e Terra, in cui si può ravvisare la presenza di questo culto presso i
popoli nordici fin dall’età del bronzo. Chiamata anche con l’appellativo di
SIBILLA, Sif era una divinità che aveva con la Natura un rapporto singolare ed
unico ed una particolare influenza sul Destino . A lei si rivolgevano gli uomini
per avere consigli e cercare soluzioni in tempo di guerra, offrendole forme di
pane votivo. Il fascio di spighe era il suo simbolo, ma anche l’oro, le pietre
preziose, il bove e il cervo e soprattutto lo era il cigno, in cui la Dea amava
trasformarsi
Nessun commento:
Posta un commento