di Mimma Zuffi
Il fiammifero, questo umile
oggetto che ha reso quasi banale l’atto di “accendere”, entra tra le scoperte
che hanno contribuito a risolvere le esigenze primarie dell’uomo.
Ma perché?
I primi fiammiferi a
sfregamento, più vicini come concezione agli attuali, apparvero nel 1827,
grazie al farmacista inglese John Walker. I loro progenitori, ideati in Francia
nel 1805, si accendevano invece per reazione chimica, immergendo stecchini di legno
ricoperti di clorato di potassio e zolfo in acido solforico concentrato.
L’industria dei fiammiferi
si forma quindi nella metà del XIX secolo, ed è quindi un’industria
relativamente recente. Essa peraltro avrà uno sviluppo rapidissimo (nel 1890
esistevano in Italia più di 500
fabbriche di fiammiferi) e inciderà profondamente nello sviluppo economico e
finanziario della comunità internazionale con ripercussioni anche sul piano
politico.
In Italia, un posto
particolare occupa la Francesco Lavaggi, fondata nel 1845 a Trofarello (alle
porte di Torino): con più di 140 anni di attività, può essere considerata la
più antica fabbrica di cerini, e dispone di un archivio importantissimo per una
storia documentata delle confezioni di fiammiferi.
La
scatoletta si fa “media”
Dalle prime confezioni in
carta rigida che evidenziano esclusivamente il timbro del produttore
rapidamente si passa alle scatoline rettangolari in cartone rivestite con
etichette cromolitografate.
Uno dei segreti del successo
delle scatole “Lavaggi” è proprio legato alla scelta di riprodurre immagini di
alta qualità a più colori, spesso di alto valore artistico.
In un’epoca in cui i mass
media sono ancora lontani, i giornali sono
pochi e vengono letti da una cerchia ristretta di persone, la scatola di
fiammiferi rappresenta il veicolo ideale per una diffusione capillare delle
informazioni.
Le scatolette di cerini
vengono utilizzate come mezzo di cronaca: esposizioni scoperte, avvenimenti
politici, guerre, attentati, catastrofi, nascite e matrimoni di regnanti,
scoperte scientifiche, sono argomenti di illustrazione.
La satira politica appare
sulle scatole di cerini. Nella seconda metà dell’ ‘800 si assiste a una
produzione umoristica e satirica vastissima che contribuisce a comporre una
vivace antologia dei costumi dell’epoca.
Nel 1895 viene introdotta
l’imposta di fabbricazione sui fiammiferi. Gli effetti sono immediati: le altre
cinquecento aziende operanti si riducono bruscamente, ma nel contempo si
costituiscono complessi più ampi e solidi.
In sintonia con l’evoluzione
della società compaiono le serie dedicate alle uniformi dei carabinieri nelle
varie epoche, alla vita ed alla storia di Garibaldi.
Ma è la pubblicità a
caratterizzare le nuove scatole di fiammiferi svedesi e cerini.
Una delle più antiche è la
scatola di svedesi riproducenti la pubblicità delle macchine da cucire Singer.
Lo sviluppo economico degli
anni Sessanta promuove un nuovo ciclo di vita per le scatole di fiammiferi,
grazie alla eleganza grafica e alla qualità delle immagini.
Si completa quindi il
passaggio di cronaca a funzione pubblicitaria, e per capirne il valore è
sufficiente ricordare che ogni anno in Italia vengono distribuiti miliardi di
fiammiferi di tutti i tipi.
Veicolo
promozionale…
In questa ottica si presta
particolare cura, oltre alla qualità del prodotto, alla confezione delle
scatole.
A costi molto contenuti le
scatolette di fiammiferi sono veicoli promozionali adatti ad una efficace forma
promo-pubblicitaria ad elevato indice di memorizzazione.
La piccola scatola di
fiammiferi svedesi o di cerini, in cartoncino lucido o plastificato, stampato
in quadricromia offre infatti grandi vantaggi: ogni fiamma un’occasione di
lettura, senza affollamento di messaggi.
La scelta della confezione:
svedesi, cerini o familiari, permette inoltre di selezionare il target
eliminando le dispersioni. Esclusive confezioni promozionali rappresentate da
astucci contenitori di tre scatole di svedesi o di cerini rappresentano poi
un’ulteriore possibilità di aumentare il numero dei contatti e di abbattere
ulteriormente il costo-contatto.
Un mezzo originale
per…accendere l’interesse .
Grazie per queste curiosità che hanno acceso il mio interesse, portandomi anche a ricordi d'infanzia in cui i fiammiferi erano presenti quotidianamente. Juan.
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