Appunti sparsi di
viaggio di Marina Fichera
Sono da sempre stata
affascinata dai mercati, forse perché da bambina abitavo a Roma, vicino a un
mercato stabile all’aperto, ed ero affascinata dai banchi di olive e lupini,
uova e pasta fresca o semplice frutta e verdura di stagione. Era un mondo colorato,
rumoroso, affollato, pieno di fantastici contrasti e di caos. Una vera metafora
della vita.
Ho visitato mercati in molti continenti, dal
Nord al Sud America, passando per Europa, Africa e Asia, e serbo un ricordo un
po’ speciale di ciascuno di essi.
Il Perù è un paese molto
colorato, a partire dai vestiti tradizionali che indossano sia giovani sia
anziani, fino ai colori dei portoni o delle bancarelle ricolme di tessuti e
oggetti. Ovunque regnano i festosi colori del
Sud America. A Cuzco sono entrata in un
mercato chiuso, un grande edificio dall’altissimo soffitto, in centro città.
Fuori sfilava una processione religiosa, con le persone in abiti tradizionali,
gli stendardi con le effigi di santi locali e i grandi tamburi a segnare il
tempo della marcia dei devoti. All’interno del rumoroso mercato ogni area era
dedicata a una categoria merceologica, la frutta tropicale e le tantissime
varietà di patate e mais da una parte, la macelleria con le sue mosche intorno
alla carne dall’altra, al lato opposto l’abbigliamento e i casalinghi. Tutto
molto ordinato, nella sua gran confusione.
Anziana venditrice al mercato di Cuzco, Perù (foto di Marina Fichera) |
A Samarcanda, in Uzbekistan,
poco distante dalla famosa piazza del Registan, ho visitato un mercato coperto,
enorme, illuminato da potenti neon dalla luce fredda, in stile vagamente
sovietico. Qui ho acquistato, dopo aver contrattato,
e a prezzi che ho ritenuto economici, una tovaglia nera ricamata – per dieci
euro - che non ho mai usato perché molto spesso le cose sono belle solo nel
luogo in cui si comprano, e delle porcellane bianche e blu. Ho capito che i
prezzi che mi avevano proposto, anche se bassi, erano solo per turisti quando
due giorni dopo, a Tashkent, la capitale del paese e città molto meno turistica
di Samarcanda, ho visitato un mercato alimentare, ricolmo di frutta, spezie e
poca altra mercanzia, quando ho comprato una forma di pane da oltre mezzo chilo
per soli venti centesimi di euro!
Arance al mercato di Tashkent, Uzbekistan (foto di Marina Fichera) |
Durante la stagione delle
piogge, in Yunnan - regione nel Sud Ovest della Cina – i mercati continuano a svolgersi all’aperto, anche quando
tutto viene sommerso di scuro fango monsonico. La merce è spesso disposta in
modo ordinato e semplice su teli posati per terra, dove sono disposti cumuli di peperoncini
rossi, ceste artigianali di vimini, abiti blu tradizionali e altri generi
alimentari. Al mercato, disposto su un prato, si
trovano anche alcuni gabinetti
professionali, il medico, il dentista e anche il barbiere. Le condizioni
igieniche sono pessime ma, per chi non ha altra scelta, va bene così.
Una
delle cose più divertenti di sempre è un grande sacco bianco che, visto da
lontano, si agita in modo innaturale. Mi avvicino per vedere meglio e scopro
che è pieno di galline, le cui teste sbucano dai lati!
Galline al mercato, Yunnan, Cina (Foto di Marina Fichera) |
Nella bella e austera Boston
ho visitato il Quincy Market, mercato ospitato in un palazzo di stile
neoclassico americano. A metà novembre la città, come incendiata dai magnifici
colori dell’autunno bostoniano, era già addobbata con le luminarie natalizie. Al
suono di rilassanti melodie, tra le
magliette e i cappellini dell’università di Harvard, che naturalmente ho
comprato, i cappelli con pelliccia e le calde sciarpe di lana, è imperdibile la
specialità tipica di questo raffinato mercato: i rinomati panini con l’astice
delle coste atlantiche, davvero ottimi.
Il Quincy Market a Boston, USA (foto di Marina Fichera) |
Il mercato che si affaccia
sull’incantevole lago Inle, in Myanmar, è tipico del Sud Est asiatico.
Disordinato, sovraffollato, scombinato, vivace. È così affascinante l’accostamento
delle numerose bancarelle, affiancate sotto un porticato di legno scuro e ricolme
di paccottiglia per turisti e di antichità, e le venditrici sedute per terra
che fumano i sigari birmani. Donne dallo sguardo dolce e orgoglioso, che se ne
stanno accovacciate su dei teli a vendere frutta, verdura e… formiche rosse fritte.
Devo ammettere che, seppur curiosa, non ho avuto il coraggio di assaggiarle.
Venditrici birmane sul lago Inle, Myanmar (foto Marina Fichera) |
Visitare il mercato dei fiori
a Calcutta, nello stato indiano del Bengala Occidentale, è un piccolo viaggio
nel viaggio. Un’ampia area che costeggia il grigio e sporco fiume Hooghly è
dedicata alla vendita di fiori freschi e collane di fiori, usate principalmente
come dono alle divinità dei numerosi templi cittadini. In alcune zone del
mercato il terreno è completamente ricoperto di steli e petali di fiori buttati
via che, pestati durante il giorno da centinaia di persone, formano una viscida
poltiglia, un po’ profumata e un po’ puzzolente.
In questo mercato i colori
prevalenti sono il giallo, l’arancio e il rosso di petali di piccoli fiori,
spesso venduti a peso. Tutti colori che ricordano il sole e il caldo ed é
strano alzare gli occhi al cielo e vederlo cinereo e carico di umido incombere sulle
nostre teste. Passeggio, scatto foto e
incontro un ragazzino che lavora in una delle bancarelle, è circondato da fiori
rossi e bianchi, è scalzo e ha lo sguardo incuriosito e un po’ malinconico di
chi è cresciuto troppo in fretta.
A Lisbona, nella
centralissima Praça da Figueira, nell’ultimo fine settimana del mese si tiene
un mercato dove poter acquistare prodotti agricoli, vino e altre specialità
lusitane direttamente dai produttori. Sono numerose anche le bancarelle che
preparano cibo di strada. Qui si mischiano anziane signore con i loro carrellini
della spesa e turisti in maglietta a maniche corte a fine ottobre. Tutti sono
molto rilassati in questo fine settimana d’estate fuori stagione. Si chiacchiera
con i negozianti che propongo vari
assaggi e anche con i vicini di tavolacci a cui ci si appoggia per mangiare
panini pieni di carne di maiale unta e saporita, frittelle di baccalà e i
famosi pasticcini portoghesi, i pasteis
de nata. Naturalmente tutto è innaffiato dal fresco vinho verde, e il
pomeriggio diventa subito più lieve e allegro.
Venditore di panini al mercato di Praca da Figueira, Lisbona (foto di Marina Fichera) |
Mentre giriamo per Thimphu,
la capitale del piccolo regno himalayano del Bhutan, riusciamo a convincere la
nostra guida a portarci a visitare un mercato locale, lontano dai classici giri
turistici, imposti a tutti senza distinzione. Dobbiamo insistere parecchio
perché sembra quasi che mostrare la vita reale sia un problema, ma alla fine la
spuntiamo.
Il mercato si tiene in un brutto palazzo di cemento armato,
su due piani. Al primo piano si trovano le merci importate dall’India, bella
frutta e verdura, spezie piccantissime, legumi secchi, incensi e prodotti vari,
tutto molto caro e ordinato.
Al secondo piano scopriamo
che si vendono i prodotti locali, ma la guida ci
dice che è brutto e dobbiamo insistere di nuovo per proseguire la visita.
Saliamo di un piano e troviamo una varietà e una qualità di merci molto
inferiore. Il riso rosso, i legumi e le felci ,che
sono la base della maggior parte dei piatti locali,
fanno la parte del leone. I prezzi sono molto più bassi del piano inferiore,
mentre gli acquirenti sono molto più numerosi. Compro delle saponette naturali
alla citronella, altro prodotto tipico di queste impervie valli e perdo tempo a
fotografare i simpatici bimbi bhutanesi, pensando a quanto sono belli i mercati
e che sarebbe stato un vero peccato perdersene uno così interessante.
Il secondo piano del mercato di Thimphu, Bhutan (foto di Marina Fichera) |
Ogni volta che viaggio cerco
di visitare almeno un mercato locale. Lo faccio per assaporare i colori delle
merci, i loro odori, per osservare i visi dei venditori e degli acquirenti. Per
vivere per qualche attimo come le persone del luogo che sto visitando.
E ogni volta è un’esperienza
coinvolgente, emozionante, fatta di cose semplici e vere, come deve essere il
viaggiare fatto con curiosità e rispetto.
Bruce Lee
super Marina, ancora una volta hai colpito! Eccezziunale veramente!
RispondiEliminaAdriana
Ti ringrazio Adriana!
EliminaUn saluto
Marina
Complimenti! Un originale viaggio attraverso il cuore pulsante delle diverse culture, articolo piacevolissimo da leggere.
RispondiEliminaLorenza
Grazie Lori!
RispondiEliminaCiao
Marina
Bellissimi viaggi attraverso colori e profumi! Cristina
RispondiEliminaGrazie Cristina!
EliminaCiao
Marina
Articolo molto particolare e coinvolgente, arricchito come sempre da bellissime foto.
RispondiEliminacomplimenti Marina!!!
Patrizia
Grazie Patrizia!
EliminaCiao
Marina