(a cura di Mimma Zuffi)
66thand2nd - pagg. 160 - € 17,'00
Torna in libreria Antoine Volodine
il primo libro proto-esotico del fondatore del post-esotismo
L'autore sarà presto in Italia,
ospite del Book Pride Genova e della Festa del Racconto di Carpi
«Quando si parla di Antoine Volodine, l’enigmatico scrittore francese dai molti eteronimi – Manuela Draeger e Lutz Bassmann quelli che hanno visto qualche traduzione anche da noi –, la domanda più ricorrente è “da dove cominciare?”, dato che l’opera volodiniana, appartenente al genere auto assegnato del “post esotismo”, è un unico corpus narrativo che si articola in decine di libri. Una buona risposta è stata finora Terminus radioso.»
Vanni Santoni, Il Foglio
«Volodine è uscito dal decennale culto esoterico riservatogli in Francia da una motivata schiera di ammiratori, per rivelarsi agli occhi del pubblico internazionale come uno degli scrittori più singolari e affascinanti dell’attuale panorama letterario europeo. »
Carlo Mazza Galanti Il Tascabile
I personaggi di Terminus Radioso, nella traduzione strabiliante di Anna D’Elia, si chiedono se non siano già morti e se lo chiedono quando la storia è appena agli inizi.
Si sentono sulla frontiera della vita, presi tra la morte e il sonno. Qualcosa di analogo potrebbe dirsi riguardo al legame che queste storie hanno con la realtà o con il tempo. Sono sogni? Allegorie allucinate del presente? Predizioni immaginose di un futuro prossimo venturo? Le storie di Volodine non sono una mescolanza di realtà
e finzione né si prefiggono di raccontare il nostro tempo – il nostro passato prossimo –
trasfigurandolo in una sorta di futuro anteriore.
Tommaso Pincio, Letteratura post-esotica
Dal libro
«Ormai ci eravamo insediati sulla Terra, che avevamo passato al setaccio. Conoscevamo il nemico fino al midollo e avevamo imparato ad assumerne l’aspetto, se necessario. Sono cose che non avvengono certo in un sol giorno e di sicuro non a colpi di parate, con l’aggiunta di pifferi e tamburi. La conquista, insomma, è stata in gran parte sotterranea».
Liturgia del disprezzo, pubblicato nel 1986 e vincitore del Grand Prix de la Science-Fiction Française, rappresenta l’acme del rapporto dello scrittore con la fantascienza letteraria ed è considerato il vero libro precursore del post-esotismo. Preludio ideale a Sogni di Mevlidò, fra le pagine si trovano già tutti i topoi dell’immaginario volodiniano, dagli interrogatori polizieschi, ai gorghi di ambiguità tra realtà e sogno in una dialettica fra “noi” e “gli altri” dai contorni sfumati.
Una colata lavica di sogni e incubi, un labirinto sinestetico in cui i contrari si annullano, i tempi non esistono, i mostri da cui scappi forse sono dentro te stesso, e ciò che rimane molto forte e molto chiaro sono i colori, i suoni e - immancabili in Volodine - gli odori.
Con un occhio a Tarkovskij, ai racconti di E.T.A. Hoffmann e alle fiabe orrifiche dei fratelli Grimm, Volodine dispiega tutto l’armamentario del terrore favolistico infantile, costruendo una «storia a specchio» piena di inseguimenti, interrogatori, personaggi duplicati e slittamenti dei piani spazio-temporali, all’insegna di uno sfrenato onirismo e di un gusto forse ineguagliato per l’immaginazione.
Ambientato in una imprecisata epoca post apocalittica, tra paesaggi lunari e città devastate da guerre interstellari, Liturgia del disprezzo è un romanzo esaltante e visionario, in pieno stile weird condito da inserimenti splatter, e suggestioni à la Moebius. A farci da guida la voce narrante, che racconta una storia di famiglia dai fortissimi risvolti politico etnici. Una famiglia, forse umana o forse no, forse terrestre o forse no - popolata da zii, ognuno dei quali dotato di strani poteri, come quello di divorare le anime altrui.
L’autore Fondatore e portavoce del movimento post-esotico, corrente letteraria che mescola realtà onirica e politica, Antoine Volodine è nato in Francia nel 1950. Tra le opere pubblicate da 66thand2nd, Terminus radioso (prix Médicis 2014), Il post-esotismo in dieci lezioni, lezione undicesima, Gli animali che amiamo, Sogni di Mevlidò, Streghe fraterne, Le ragazze Monroe. 66thand2nd ha anche pubblicato Black Village, a firma dell’eteronimo Lutz Bassmann.
«Dicono che non si arrivi mai a tradurre un testo per caso, ma che si finisca quasi sempre a occuparsi di un autore per misteriose e telluriche ragioni, ignote solo a chi ne è attraversato. Mi piace credere che sia così e che dunque misteriose e telluriche ragioni mi colleghino all’edificio post esotico e ai libri di Antoine Volodine. Ci sono entrata dal tetto, dall’alto, e vado avanti a ritroso, scendendo un piano dopo l’altro dentro la sua imponente costruzione. Della teatralità dei suoi romanzi si è scritto e detto molto, anche se non tanto, forse, quanto del suo occhio cinematografico, della sua fascinazione per il singolo fotogramma, i piani sequenza, la composizione visiva, lo zoom. Eppure la creazione di uno spazio scenico dove far muovere personaggi e parole è onnipresente nei suoi testi, insieme a un’attenzione ossessiva per il ritmo e il timbro della frase che danno vita a una étrange partition sonore, dove suoni e immagini ‘sprigionati’ dalle parole, concorrono a dar vita a un’opera-mondo.»
Anna D’Elia
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