Qualche giorno fa avevo annunciato questo interessante evento. Giovanna Rotondo ci dona ora il resoconto.
(di Giovanna Rotondo)
Una serata indimenticabile con la Myo Young Orchestra di
Mondaino che ha dato il via alla serata, ci ha poi allietato con un intermezzo
musicale alla chitarra suonato da un giovanissimo interprete, di cui non
ricordo il nome ma lo chiederò, in onore di Orlando Sora, chitarrista egli
stesso, e che ha chiuso con altrettanta bellezza. Di questa serata, oltre al
calore del pubblico e alla bravura dell’associazione PresenteFuturo che l’ha
organizzata, mi è rimasta nel cuore l’orchestra e questi ragazzi proprio bravi.
Hanno portato un tocco di magia con la loro musica e il messaggio che si
possano creare cose belle a qualsiasi età. Il Maestro Michele Chiaretti ha
ricordato i sacrifici e le ore di studio che ogni interpretazione porta con sé,
mi ha commosso pensare a questi giovanissimi che studiano e si sacrificano per
creare musica. L’ho trovato bello. Grazie.
L’ingresso della casa di Fabio e Angela Tombari a Rio Salso
Abbiamo visitato la casa all’interno, sarebbe una meraviglia
recuperarla, farne un centro culturale, ci starebbe bene a Rio Salso, sta
cedendo dopo anni in cui nessuno ci vive più. Non so se sia possibile fare
qualcosa al riguardo, non sono mai riuscita a sapere molto della storia di
questa casa, so solo che è affascinante.
Il cuore della casa: la grande cucina a piano terra
Il regno di Angela Busetto Tombari che scriveva con passione
e attenzione le opere che Fabio le dettava, ma era anche in grado di preparare
ottime marmellate e dolci e gestire con discrezione la vita delle persone
intorno.
L’uscita principale, il prato davanti alla casa
L’allestimento per la serata, su tutto domina il grande
ippocastano centenario: quante cose avrebbe da raccontare!
La Presidentessa dell’Associazione PresenteFuturo, Erica Guarandelli, emozionata, saluta i presenti e dà l’avvio all’inizio all’evento. A destra, in alto, lo schermo su cui, per tutta la serata, si sono proiettate i dipinti delle opere di Orlando Sora.
Lucia Generali, che ha gentilmente concesso l’uso della
proprietà, legge uno scritto di Elena Puglisi, un ricordo di quando bambina
aveva conosciuto Orlando Sora, amico d’infanzia del nonno e di tutta la vita,
un giorno che era venuto in visita a Rio Salso.
Il Sindaco di Mondaino, Massimo Giorgi con un saluto a tutti
Il vice sindaco di Tavullia, Laura Macchini, dopo i saluti e
un pensiero Ad Angela e Fabio Tombari, legge un bel un brano dal Libro di
Tonino di TombariMa vorrei ringraziare anche Marzia Cecchini e tutti gli
altri componenti del gruppo PresenteFututro che hanno veramente fatto un gran
lavoro, tra cui allestire il palco per l’orchestra e avere un generatore per
l’elettricità e tutto il resto. Ne è valsa la pena, grazie!
La Mio Young Orchestra di Mondaino diretta dal Maestro
Michele Chiaretti
E vorrei, se riuscirò a farlo, riportare un paio di brani
dell’orchestra, altrimenti cercateli su FB, sul sito di Orlando Sora, o magari
su you tube.
L’ultima parte del mio intervento: Fabio Tombari e la lirica
“Essere”:
Fabio Tombari è uno scrittore estremamente originale, con
uno stile molto personale, difficile da inquadrare in uno schema letterario:
descrittivo, fluido, spontaneo, talvolta polemico. I dialoghi dei suoi racconti
possono essere spiritosi, teneri o sottilmente ironici, ma mai banali. Nel suo
primo libro, “Frusaglia” lo scrittore racconta la vita di un paese immaginario,
ma non troppo, con molta arguzia, un libro scritto a soli 25 anni e che ha
dell’incredibile ancora oggi, dopo un secolo.
La natura è l’unica vera protagonista dell’arte tombariana,
lui è un ecologo ante litteram: ama e rispetta la natura e tutte le sue
creature e considera l’ambiente che lo circonda la sua casa. Questo ben
dapprima che l’ecologia divenisse popolare.
Molto suggestiva ed emozionante la lettura del Libro degli
Animali, un libro particolare che racconta con grande tenerezza episodi della
loro vita. Ed è così anche per “I mesi”, un piccolo gioiello narrativo, in cui
lo scrittore descrive minuziosamente il cambiamento che avviene nella natura di
mese in mese. Che sia Il Libro degli animali, o I mesi, o Frusaglia, o i
Ghiottoni la natura è al centro della narrazione poetica di Tombari in tutte le
sue espressioni, ed è sempre lei la protagonista dei suoi scritti.
Fabio Tombari pubblica il poemetto Essere nel 1953, unico
componimento lirico di tutta la sua vasta produzione letteraria, ma anche un
significativo momento d’incontro tra la poesia e la filosofia dell’Essere: un
Essere che non è una forma statica immobile o immutabile, ma che cresce, si
sviluppa evolve e si rispecchia nel creato, come recita l’incipit della lirica:
Essere/ fino a morirne/ ed essere in tutte le cose.
Un Essere sempre in divenire che si perde e si ritrova nella
bellezza che lo circonda, e, sin dal primo verso, si dona: Essere aria e
respirare, acqua e dissetare.
In questo suo capolavoro poetico Tombari conduce l’Essere,
quell’Essere che è in ognuno di noi, in un viaggio attraverso i quattro
elementi: acqua, aria, fuoco, terra, (l’ordine in cui li cita) per dire che
tutta la vita che ci scorre velocemente davanti, ha radici ben più profonde di
ciò che vediamo in apparenza, e che è l’Essere, cioè il nostro Corpo
Spirituale, a mantenere in vita quello fisico. (La vita come ricerca
dell’Essere).
“Aver l’aurora dentro
e risvegliarla in chi dorme
perché chi è morto si desti
dai secoli spenti”.
’Essere diventa acqua, elemento di dono, sorgente di vita:
l’Essere è pioggia
che scende fresca e leggiera,
senza legami:
donarsi per donare.
E s’identifica, libero, nella luce e nell’aria che fluisce e
s’irradia:
Perdersi in chiarità, in leggerezza
nella luce, nell’aria,
dileguare, diffondersi
e rifletter l’incanto.
E continua il suo pellegrinaggio tra gli elementi facendosi
Fuoco, un fuoco vigoroso che accetta con coraggio le sfide della vita:
Essere il sole, il solo:
ad esser cosciente,
…..un centro, un fuoco:
e ardere in un rogo celeste.
Infine diventa Terra, si rivela nell’aspetto mortale, nella
passione, nella fatica quotidiana, nell’amore per l’altro:
dar tutto e non posseder nulla.
Servire.
Per chiudere con una verso bellissimo sulla presenza di
quell’Essere invisibile che è dappertutto… per chi volesse accoglierlo.
Sta su tutte le soglie
e non entra
e già entrato.
Vorrei chiudere dicendo che vedere due artisti, liberi e
solitari, come erano Orlando Sora e Fabio Tombari, insieme, era un evento
particolare: dotato di grande fluidità linguistica Tombari, mentre Sora faceva
fatica a spiccicare due parole e arrossiva finanche, tuttavia c’era una sottile
vena spirituale ma anche spiritosa che
li univa e non li abbandonava mai. Scrivere di loro è stata un’avventura
appassionante: due artisti più o meno della stessa età, nati intorno al
Novecento, nella stessa città, che hanno condiviso infanzia e adolescenza, sono
diventati artisti notevoli rimanendo legati da un sentimento profondo per tutta
la vita, non è una storia comune. Tombari e Sora pur avendo amicizia e affetto
reciproco, non avevano mai rivelato l’un l’altro, il loro amore per l’arte per
una sorta di ritrosia o riserbo. Si erano scoperti quando erano diventati
entrambi famosi, nel 1927, come racconta Fabio Tombari nel suo racconto:
“Orlando Sora”, dove si firma, “L’amico suo Fabio Tombari”.
Leggendo “Essere”, una lirica di grande spiritualità, come
la pittura di Sora, accostavo ai suoi versi i tanti dipinti di Sora che
affollavano la mia mente… un viaggio indimenticabile come la serata di Rio
Salso.
Infine, un ringraziamento a Gabriele Burrini, grande
ammiratore di Fabio Tombari che, con i suoi scritti, mi ha ispirato e aiutato
nella comprensione di “Essere”.
Giovanna Rotondo
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