Mursia - pagg. 54 - € 5,00
Guido Oldani, autore del
manifesto letterario Il realismo terminale col quale
ha dato vita all’omonimo movimento letterario e artistico internazionale è stato
proposto per il premio Nobel per la
letteratura 2021. A sottoscrivere la candidatura del poeta, già insignito
nel 2019 del premio alla carriera International
Poetry Award 1573 come primo autore italiano, insieme all’Editore Fiorenza Mursia, intellettuali di tutto
il mondo: gli accademici italianisti Giuseppe Langella, Caterina Verbaro,
Daniele Maria Pegorari, Daniela Carmosino; il presidente della fondazione di
poesia “Il Fiore” Giuseppina Caramella; l’artista svedese Françoise Ribeyrolles-Marcus;
i poeti cinesi Jidi Majia e Gao Xing, il russo Gennadij Šlapunov (presidente
della Fondazione per il dialogo eurasiatico tra culture e civiltà), lo
statunitense Major Jackson e il sudafricano Zolani Mkiva.
“La mia poetica esprime la natura attraverso i
prodotti artificiali e cioè: un gabbiano assomiglia a un aeroplano e non
viceversa come avremmo detto nel millennio precedente.”, dichiara il Maestro, “Che
cosa penso di questa candidatura? La percepisco come un grande segno di affetto
e di stima. Spero che questa vicenda solleciti una maggiore possibilità di
conoscenza ed un rimescolamento delle carte da gioco della cultura. Questa è
tutto spettacolo ma in definitiva immobile. Penso che questo evento in corso
possa fare da elettroshock alla narcosi di troppa poesia italiana e
internazionale. In definitiva spero di poter, io e voi, parlare meglio.”
Guido Oldani che con il suo Il
realismo terminale fu il primo nel 2010 a parlare di pandemie
abitative introduce alla “frattura del terzo millennio”: si va verso
l’accatastamento di popoli e oggetti nelle metropoli. La natura è stata messa ai margini, inghiottita o
addomesticata. È il trionfo della vita artificiale. Gli oggetti ci
avvolgono come una camicia di forza perché diventati indispensabili: senza di loro
ci sentiremmo persi, tanto da portarci a farne incetta in maniera compulsiva.
Da servi che gli oggetti erano, si sono trasformati nei nostri padroni; la loro
invasione ha contribuito a generare dei mutamenti antropologici di portata
epocale, alterando pesantemente le modalità di percezione del mondo, in quanto
ogni nostra esperienza ormai passa attraverso gli oggetti. Sono cambiati i
nostri codici di riferimento, i parametri per la conoscenza del reale. In
passato la pietra di paragone era, di norma, la natura, ora, invece, i modelli
sono gli oggetti. In
questo contesto è la natura che si modella sempre di più sui prodotti, ne
deriva un nuovo linguaggio che, attraverso la similitudine rovesciata, descrive
la natura rispetto all’oggetto termine di paragone.
Come
scritto nella lettera di candidatura al Nobel per la letteratura il REALISMO TERMINALE è secondo i
sottoscrittori “una tendenza letteraria di portata planetaria, aperta alle più
varie forme espressive (arti visive e plastiche, musica, teatro, danza), che
ambisce ad essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà
globalizzata degli anni Duemila, interpretando e descrivendo quegli aspetti del
divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo, tanto
da poter essere additati come i suoi esiti più tipici e rappresentativi. Esso
nasce, infatti, nella mente di Oldani,
dall’osservazione di alcuni fatti macroscopici che si stanno verificando su
scala mondiale e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando,
quasi in contemporanea, un po’ dappertutto, nell’Occidente più avanzato come
nei Paesi in via di sviluppo”.
Guido Oldani è nato nel 1947 a Melegnano (Milano). È attualmente una
delle voci poetiche internazionali più riconoscibili. Ha pubblicato sulle
principali riviste letterarie del secondo Novecento. Inoltre, le raccolte: Stilnostro (CENS 1985), introdotta da
Giovanni Raboni, Sapone (2001), edita
dalla rivista internazionale «Kamen», La
betoniera (LietoColle 2005). È stato curatore dell’«Annuario di Poesia»
(Crocetti) ed è presente in alcune antologie, tra cui Il pensiero dominante (Garzanti 2001), Tutto l’amore che c’è (Einaudi 2003) e Almanacco dello specchio (Mondadori 2008). Con Mursia ha inaugurato
la Collana Argani, che dirige, pubblicando Il
cielo di lardo, nel 2010 ha pubblicato Il
Realismo Terminale, nel 2018 La
guancia sull’asfalto e nel 2021 Dopo l’Occidente.
Lettera al Realismo Terminale.
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