di Marisa Vidulli
Marlene è una giovane mamma
che svolge il suo lavoro di insegnante elementare con grande passione. Lascia
la sua bimba all'asilo, ma nell'intervallo del pranzo corre a casa in
bicicletta ogni giorno e le cucina e poi le porta le patatine fritte di cui la
bimba è ghiotta.
Marlene stravede per la sua
bimba come ogni mamma, ma i tempi son duri, siamo nel primissimo dopoguerra, e
ci vuole molta forza da parte sua. Sono sfollati in un piccolo paesino del
Friuli, Sequals, il paese di Carnera, il famoso pugile: la vita è dura,
praticare la borsa nera non è facile, a sfamare tutti non ci si riesce, allora
lei si sacrifica, è diventata quasi trasparente vista di profilo.
Il fatto è che le sue
sorelle l'hanno raggiunta e Marlene provvede anche a loro, spesso si toglie il
pane di bocca per gli altri, corre tanto in bicicletta e fa del baratto l'arte
della sopravvivenza, come molti altri in quel tempo. Il marito, insegnante
anche lui, fa quello che può, ma la forza delle donne si sa supera di gran
lunga quella degli uomini.
Un giorno, la sua bimba le
chiede cosa sia quella cosa gialla spalmata sul pane che mangia un bimbo, suo
compagnuccio all'asilo.
“Ė marmellata” risponde la
mamma “ ma prima o poi ne avrai anche tu amore mio!”
'Finirà la miseria del
dopoguerra, la borsa nera, le restrizioni, la fame perenne', pensa la mamma
guardando la sua bambina, batuffolo biondo di 2 anni.
Quando sarà grande, ormai
adulta e nel tempo del superfluo, il primissimo ricordo d'infanzia della figlia di Marlene rimarrà
indelebile: la marmellata e le patatine. Lo racconta ai suoi figli, all'amica
psicologa che le chiede sbalordita:
"ma quanti anni avevi
tu?”
“Sicuramente non più di 2,
massimo 3” è la sua risposta, mamma Marlene ne aveva 22 e nonostante la giovane
età ne aveva di forza e di coraggio!
Quando Marlene dopo 5 anni
rimane incinta della sua seconda figlia, la bimba è ormai grandicella, la mamma
decide di accettare la proposta della sua conoscente, la moglie del campione
del mondo Primo Carnera, il grande pugile, che abita nella grande villa a pochi
isolati di distanza, di ospitare la bimba nell'ultima settimana precedente il
parto.
La bambina viene trasferita
ed è felice di giocare con gli amichetti: un maschio Umberto e una femmina
Giovanna, correndo nel grande giardino e giocando a nascondino nelle lussuose
stanze.
Un giorno scorge una
bellissima signora, la mamma dei due amichetti, che rimprovera la domestica che
le ha bruciato, stirando, la sottoveste di
seta. La signora è molto addolorata e quasi piange, i suoi rimproveri si
arrestano quando la domestica inizia a piangere anche lei, la seta è merce rara
di quei tempi, ma l'umanità no. La bimba si allontana discreta, ritorna a
correre e a nascondersi dietro i grandi specchi, ma incredibilmente il ricordo
della signora in lacrime, la sua umanità verso la domestica, l'odore della seta
bruciata e l'impronta del ferro da stiro sulla seta andrà a far parte dei suoi
ricordi d'infanzia.
Ormai ha 7 anni e sa che si
trova lì perché sta per nascerle un fratellino o una sorellina; sarà proprio
una sorellina dai ciuffetti di capelli rossi quella che troverà tornata a casa.
La mamma molto occupata è aiutata da una donna del paese: la mitica Iolanda, il
cui volto dalla pelle abbronzata dal sole dei campi si aggiungerà indelebile ai
suoi ricordi mentre le racconta sotto la tettoia di glicini del giardino le
favole belle.
Gli amichetti son
dimenticati, ora c'è la neonata dal pelo rosso di cui occuparsi, la bimba non
ne è gelosa, ma aiuta come può la mamma, poi Iolanda se ne va e la vita
ricomincia, solo più faticosa. L'aiuto del padre è assente, era un'altra
generazione.
Un giorno Marlene ha uno
svenimento a scuola: è nuovamente incinta perché stranamente, come spesso
accade, arriva dopo 18 mesi la terza figlia a sorpresa. Marlene è sfinita, non
dorme la notte. La terza è più difficile da accudire a differenza delle prime
due, più tranquille. Lei è molto stanca, la seconda era stata cercata per
cinque anni con ostinazione, mentre la terza è arrivata a sorpresa perché la
vita non finisce mai di sorprenderci, infatti, come disse Herman Hesse,
"non esiste niente di più creativo del caso".
Per fortuna ben presto
arriva la suocera che ha avuto 8 figli a suo tempo, viene a dare una mano, ma
non basta, anche se mamma coraggio non demorde, arriva un bel giorno
l'esaurimento nervoso a fiaccarla. Il medico del paese da cui si reca le dice
categorico:
“non può continuare cosi, lo
faccia per le sue figlie, rallenti, se no si mette male...”
Marlene recepisce il
messaggio, in fin dei conti la marmellata è arrivata con gli americani, la
guerra è finita, la vita può ricominciare, i ritmi si fanno più lenti. Richiama
Iolanda ad aiutarla, Marlene finalmente si può riposare sotto i glicini in
giardino, bearsi del loro profumo e guardare le sue tre bimbe giocare, accudite
dalla fedele domestica. La scuola è finita, una lunga estate l'attende.
Questo racconto è molto nostalgico, ma bellissimo come gli altri ...
RispondiEliminaNascere e crescere in tempi cosi' difficili,un quadro tratteggiato con sensibilita' sorprendente in una piccola bimba, sensibilita' trasmessa da una giovane mamma dolce e coraggiosa che con intraprendenza reagisce alle difficolta' riuscendo ad assicurare alle sue bambine un futuro sereno.Immagini di vita che rimarranno sempre negli occhi e nel cuore ,della futura abile scrittrice.Brava Marisa!
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