!-- Menù Orizzontale con Sottosezioni Inizio -->

News

mi piace

domenica 16 maggio 2021

LA DIVINA COMMEDIA, interpretata da Patrizia Comand

 (a cura di Mimma Zuffi)

 Avevo fatto quattro chiacchiere con Patrizia Comand a proposito della sua opera (https://sognaparole.blogspot.com/2020/02/la-nave-dei-folli-di-patrizia-comand.htmlliberamente tratta  dalla lettura del poema satirico La nave dei Folli  (Das Narrenschiff ) composto da Sebastian Brant  ed edito a Basilea nel febbraio del 1494, durante il Carnevale altorenano, alle cui “illustrazioni” aveva collaborato con xilografie un giovane Albrecht  Dürer . Ora voglio parlare della sua DIVINA  COMMEDIA che, in questi giorni potrete ammirare presso la Biblioteca di Corbetta (MI).

 



É un’opera di cm. 255 x 130 (formata da 3 tavole, da cm 85 x 230 cad.) in acrilico e tempera su tavola, esposta nel novembre 2008 al Grand Palais di Parigi in occasione della collettiva “LA DIVINE COMEDIE”

 

Ecco le parole di Patrizia che spiegano come è giunta a questa rappresentazione dell’opera dantesca:

 

“Ho pensato di impostare l’Inferno e il Purgatorio sulla doppia immagine della barca che apre sia l’una sia l’altra parte della Commedia.

Nell’Inferno Dante parla della barca che trasporta le anime dei dannati e nel Purgatorio appare sempre la barca, questa volta con un angelo a prua, che trasporta le anime attraverso l’espiazione al Paradiso.

Tutta la composizione  è giocata su una triangolazione, con l’apice verso il basso per l’Inferno e verso l’alto per il Purgatorio.

C’è anche una triangolazione prospettica, nel senso che per quanto riguarda l’Inferno  la figura principale è più grande delle altre e si proietta verso di noi (il peccato ci riguarda molto da vicino). La figura  che invece  sta sopra la piramide formata dalle anime del Purgatorio è la più piccola appunto perché , essendo quasi redenta, si allontana da noi ( l’essere umano e terreno) e vola letteralmente verso la luce divina di cui è intrisa ed in cui quasi si dissolve.

 

Nell’ INFERNO i personaggi sono tutti rovesciati, quelli che non sono arpionati ai fianchi della barca stanno tutti cadendo verso il buio più totale e verso un vuoto assoluto, con delle teste di animali scheletrici che sono pronti ad azzannarli.

Le fiamme se le portano addosso, nei capelli , e dentro di loro. Il peccato è una cosa estremamente personale che corrode l’ anima. Anche i colori sono molto forti , violenti e cupi: sono colori “concreti”, “terreni”, verdi, viola,violetti, bluastri e rossi. Dal rosso dei capelli, appunto di fuoco, ai rossi e agli arancioni del riverbero delle fiamme “interiori”.

I personaggi vengono infilzati da alabarde che arrivano dal basso e che servono a sostenere tutto l’impianto del quadro.

Il vertice dalla piramide rovesciata si conclude con un pipistrello bluastro attaccato ai capelli della dannata più grande.

 

Nel PURGATORIO invece i colori si dissolvono, rimangono solo alcuni tocchi di colori “concreti”, nel rosso e nel verde, sempre più scoloriti delle due figure che , pur essendosi salvate, ancora guardano e sono rivolte verso il basso. Per il resto i colori di dissolvono, quasi si uniformano nella nebbia di cui parla Dante: si sfumano i colori ,che simbolicamente attengono alle cose umane , per uniformarsi , piano piano, a quella che sarà ,alla fine, la luce “divina” di cui faranno parte.”

 

Complimenti, Patrizia!

 

Nessun commento:

Posta un commento