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sabato 24 aprile 2021

La fiaba di Cappuccetto Rosso come la racconto ai miei nipotini.

 di Giovanna Rotondo


 

Cappuccetto Rosso saluta la mamma sorridendo. La casa della nonna non è distante dalla sua: solo cinque minuti di strada a piedi. Indossa la mantella rossa con il cappuccio che le ha cucito la mamma e, per questo, la chiamano Cappuccetto Rosso, ma il suo vero nome è Rossolina. Quando è nata aveva un bel ciuffo di capelli rossi e Rossolina sembrava proprio un bel nome per una testolina così vivace.

“Stai sul sentiero Cappuccetto Rosso, non camminare nel bosco perché da lì non ti vedo”.

Le raccomanda la mamma, come sempre.


“Va bene, mamma, non ti preoccupare”.

Cappuccetto Rosso promette, ma a volte si dimentica, nel bosco ci sono tanti fiori belli e colorati, che può raccogliere per la mamma e per la nonna. E poi è diventata grande, da quest’anno va a scuola!

Quasi ogni giorno va a trovare la nonna, le porta un cesto con delle cose buone da mangiare. La nonna le insegna a fare i dolci, leggono tante storie e a volte pranzano o fanno merenda insieme, poi Cappuccetto Rosso torna a casa.

Oggi, mentre raccoglie fiori sul ciglio del sentiero, le si avvicina un lupacchiotto, ha un aspetto simpatico, si guarda intorno con aria timorosa, come uno che ha paura di essere sgridato. A Cappuccetto piace, le sembra un cucciolo come lei:

“Ciao, dove vai?”

“Mah, giravo un po’ intorno, per passare il tempo. E tu, che fai?”

“Io vado dalla mia nonna, oggi pranzo con lei”.

“Ah si? e che cosa mangiate?”

“La mamma mi ha preparato tante cose buone: la torta e anche una frittata con le uova delle nostre galline, senti come profuma…”

“Sì, mi viene l’acquolina in bocca, quasi svengo dalla fame a sentir l’odore…”

“Oh poverino, non hai ancora mangiato oggi?”

“No, non mangio da ieri. Non trovo nulla”, risponde triste il lupotto.

“Mi dispiace, ma se non trovi nulla, qualcuno ti darà ben qualcosa?”, chiede Cappuccetto Rosso.

“No, nessuno mi dà niente, anzi, mi lanciano le pietre, quando mi avvicino”.

“Che cattivi! A te cosa piace mangiare?”

“Tutto! Io dovrei essere carnivoro, ma sono pronto a diventare onnivoro, pur di mandar giù qualcosa”.

“Magari ti piacerebbe una bella frittata!” esclama Cappuccetto Rosso.

E così dicendo prende la sua parte di frittata dal cestino e gliela dà, tutta contenta. Il lupotto se la mangia in un baleno: mai visto un lupo più felice di lui…

“Ma come ti chiami?”, le domanda, dopo.

“Rossolina, ma anche Cappuccetto Rosso per via della mantella rossa con il cappuccio che mi ha cucito la mamma. E tu?”

“Io sono un lupo, non ho nome. Se vuoi, puoi darmene uno tu”.

“Sì, mi piacerebbe. Tu mi sei simpatico. Potrei chiamarti “Macchia”. Hai una macchia bianca sulla fronte. Ti piace come nome?”

“Sì, tantissimo, grazie!”  sospira il Lupotto  emozionato.

“Chiederò alla nonna se qualche volta puoi venire a farci compagnia”.

“… e magari mangiare una frittata con voi.” aggiunge lui speranzoso.

“Ora devo andare. Vuoi fare un pezzo di strada con me?”.

“Molto volentieri”. risponde il lupacchiotto.

E si avviano per il sentiero, verso la casa della nonna, chiacchierando.

 

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