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venerdì 3 luglio 2020

Storia di S. Pietroburgo - Parte prima


di Tania Bertolini

In Olanda

Tra il 1697 e il 1698 giunse ad Amsterdam, al seguito di una delegazione di dignitari e diplomatici russi, un giovane, molto alto, desideroso di apprendere il più possibile di quanto avveniva al di fuori del suo paese, non solo a livello teorico ma anche pratico.
 
Pianta della città di Amsterdam


                               Galeone olandese
Voleva capire come un piccolo paese quali erano le Province Unite, ovvero i Paesi Bassi, un minuscolo stato quasi del tutto privo di agricoltura, che aveva dovuto contendere al mare i pochi ettari coltivati a tulipani, fosse diventato una delle più importanti potenze di quel tempo, a capo della prestigiosa e potente Compagnia delle Indie Orientali. Mente il vastissimo paese da cui proveniva era povero, isolato dal mondo, assediato da turchi e svedesi e destinato ad un lento declino. Scoprì che uno dei motivi di questo successo era possedere un’imponente flotta per sviluppare il commercio oltre il mare. Trascorse così quattro mesi sul molo, che era di proprietà della East India Company olandese.


Oltre a ottenere una vasta conoscenza marittima, acquistò dimestichezza per l’assunzione di lavoratori qualificati, marinai e costruttori di serrature. Si trasferì quindi a Zaandam e per quasi un anno lavorò nei cantieri per apprendere le tecniche di costruzioni delle navi.
Ma scoprì anche altre cose, una nuova architettura, una vitalità culturale, la stampa di informazione (e non solo i libri religiosi), e l’arte laica. I calvinisti sono infatti iconoclasti e non possono raffigurare soggetti religiosi.
Rembrandt - Flora

Acquistò quindi anche quadri di pittori olandesi, tra cui un Rembrabdt, che saranno poi il primo nucleo di dipinti di uno dei più grandi musei del mondo. Durante quel tempo fu ospite nella casa di Gerrit Kist, un fabbro olandese che aveva lavorato per un breve periodo a Mosca per lo zar, essi rimasero amici per tutta la vita.    










la casa di Pietro a Zaandam



Una tecnologia degna di nota, scoperta da questo giovane, soprattutto considerando la grande diffusione degli incendi nel 17° secolo a Mosca, fu la manichetta antincendio, che gli venne mostrata dal suo inventore, Jan van der Heyden.
Una rivolta seppur domata, degli strel’cy lo costrinse però ad un precipitoso rientro. Questo giovane intraprendente che si faceva chiamare Pëtr Michajlovic infatti, era in realtà lo stesso zar. In seguito convinse Cruys Cornelis, un funzionario di alto rango della Marina olandese a recarsi in Russia dove fu nominato vice-ammiraglio della Marina russa, diventando anche il consigliere più importante dello zar per gli affari marittimi nei decenni a venire.
Una nuova pagina si stava aprendo per quel vasto paese


La guerra con la Svezia


Rientrato precipitosamente dai paesi bassi lo Zar trovò la rivolta domata ma volle procedere personalmente con le indagini: scoprì così che i sobillatori avrebbero messo sul trono al suo posto la sorellastra Sofia, che non approvava, assieme alla moglie Eudossia, la nuova politica intrapresa da Pietro, salito al trono 4 anni prima alla morte della madre. Entrambe le donne furono rinchiuse in convento mentre gli strel’cy, oltre un migliaio, vennero messi a morte la più parte con sistemi feroci e i loro corpi esposti a monito.
Nel 1696 Pietro aveva sconfitto i turchi ad Azov rinforzando e mettendo al sicuro i confini meridionali e nel 1700, il 14 luglio, si erano conclusi i trattati diplomatici fra l’Impero russo e la Sublime Porta del sultano. La notizia arrivò allo Zar il 9 agosto e dieci giorni dopo questi dichiarò guerra alla Svezia inserendosi nella Grande guerra nordica. Contro la Svezia infatti si erano già coalizzate altre potenze, quali ad esempio la Danimarca, che volevano ridurre l’egemonia che il regno di Stoccolma esercitava sul mare del nord. Per Pietro questa si rivelò un’occasione propizia: conquistare la costa baltica e poter finalmente avere uno sbocco sul mare e una flotta realmente operativa. Per il momento essa era confinata ad Arkangelsh, sul mar Bianco, il cui porto era bloccato dal ghiaccio per sei mesi l’anno.
Questa, come tutti i conflitti che vedono coinvolti diversi stati, fu una guerra complessa che attraversò diverse fasi, alla fine la Svezia, alleata della Polonia tentò l’assalto finale all’impero russo.
Nel frattempo lo zar aveva dovuto fronteggiare rivolte interne:


 quella dei Vecchi Credenti


e quella dell’atamano 
Mazepa in Ucraina.

Entrambe queste vicende saranno poi oggetto di opere letterarie e teatrali nel XIX secolo. Decisiva fu la battaglia di Poltava 1709 che segnò la disfatta dell’esercito svedese.
La prima battaglia si era svolta vicino alla piazzaforte di Narva



e, prima ancora che la guerra fosse finita, terminò nel 1714 con l’intera regione baltica assegnata alla Russia fino alla Carelia, nel 1703 lo Zar decise di fondare alle foci della Neva una nuova città che avrebbe dedicato al suo Santo protettore: San Pietroburgo.





(segue)

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