di Tania Bertolini
In Olanda
Tra
il 1697 e il 1698 giunse ad Amsterdam, al seguito di una delegazione di
dignitari e diplomatici russi, un giovane, molto alto, desideroso di apprendere
il più possibile di quanto avveniva al di fuori del suo paese, non solo a
livello teorico ma anche pratico.
Galeone olandese |
Voleva
capire come un piccolo paese quali erano le Province Unite, ovvero i Paesi
Bassi, un minuscolo stato quasi del tutto privo di agricoltura, che aveva
dovuto contendere al mare i pochi ettari coltivati a tulipani, fosse diventato
una delle più importanti potenze di quel tempo, a capo della prestigiosa e
potente Compagnia delle Indie Orientali. Mente il vastissimo paese da cui
proveniva era povero, isolato dal mondo, assediato da turchi e svedesi e
destinato ad un lento declino. Scoprì che uno dei motivi di
questo successo era possedere un’imponente flotta per sviluppare il commercio
oltre il mare. Trascorse così
quattro mesi sul molo, che era di proprietà della East India Company olandese.
Oltre a ottenere una vasta conoscenza marittima,
acquistò dimestichezza per l’assunzione di lavoratori qualificati, marinai e
costruttori di serrature. Si trasferì quindi a Zaandam e per quasi un anno
lavorò nei cantieri per apprendere le tecniche di costruzioni delle navi.
Ma
scoprì anche altre cose, una nuova architettura, una vitalità culturale, la
stampa di informazione (e non solo i libri religiosi), e l’arte laica. I
calvinisti sono infatti iconoclasti e non possono raffigurare soggetti
religiosi.
Rembrandt - Flora |
Acquistò
quindi anche quadri di pittori olandesi, tra
cui un Rembrabdt, che saranno poi il primo nucleo di dipinti di uno dei più
grandi musei del mondo. Durante quel tempo fu ospite nella casa di Gerrit
Kist, un fabbro olandese che aveva lavorato per un breve periodo a Mosca per lo
zar, essi rimasero amici per tutta la vita.
la casa di Pietro a Zaandam |
Una tecnologia degna di nota, scoperta da questo
giovane, soprattutto considerando la grande diffusione degli incendi nel 17°
secolo a Mosca, fu la manichetta antincendio, che gli venne mostrata dal suo
inventore, Jan van der Heyden.
Una
rivolta seppur domata, degli strel’cy lo costrinse però ad un precipitoso
rientro. Questo giovane intraprendente che si faceva chiamare Pëtr Michajlovic
infatti, era in realtà lo stesso zar. In seguito convinse Cruys Cornelis, un funzionario di alto
rango della Marina olandese a recarsi in Russia dove fu nominato vice-ammiraglio della Marina russa,
diventando anche il consigliere più importante dello zar per gli affari
marittimi nei decenni a venire.
Una
nuova pagina si stava aprendo per quel vasto paese
La guerra con la
Svezia
Rientrato
precipitosamente dai paesi bassi lo Zar trovò la rivolta domata ma volle
procedere personalmente con le indagini: scoprì così che i sobillatori
avrebbero messo sul trono al suo posto la sorellastra Sofia, che non approvava,
assieme alla moglie Eudossia, la nuova politica intrapresa da Pietro, salito al
trono 4 anni prima alla morte della madre. Entrambe le donne furono rinchiuse
in convento mentre gli strel’cy, oltre un migliaio, vennero messi a morte la
più parte con sistemi feroci e i loro corpi esposti a monito.
Nel
1696 Pietro aveva sconfitto i turchi ad Azov rinforzando e mettendo al sicuro i
confini meridionali e nel 1700, il 14 luglio, si erano conclusi i trattati
diplomatici fra l’Impero russo e la Sublime Porta del sultano. La notizia
arrivò allo Zar il 9 agosto e dieci giorni dopo questi dichiarò guerra alla
Svezia inserendosi nella Grande guerra nordica. Contro la Svezia infatti si
erano già coalizzate altre potenze, quali ad esempio la Danimarca, che volevano
ridurre l’egemonia che il regno di Stoccolma esercitava sul mare del nord. Per
Pietro questa si rivelò un’occasione propizia: conquistare la costa baltica e
poter finalmente avere uno sbocco sul mare e una flotta realmente operativa.
Per il momento essa era confinata ad Arkangelsh, sul mar Bianco, il cui porto
era bloccato dal ghiaccio per sei mesi l’anno.
Questa,
come tutti i conflitti che vedono coinvolti diversi stati, fu una guerra
complessa che attraversò diverse fasi, alla fine la Svezia, alleata della
Polonia tentò l’assalto finale all’impero russo.
Nel
frattempo lo zar aveva dovuto fronteggiare rivolte interne:
quella
dei Vecchi Credenti
e quella dell’atamano
Mazepa in
Ucraina.
Entrambe
queste vicende saranno poi oggetto di opere letterarie e teatrali nel XIX
secolo. Decisiva fu la battaglia di Poltava 1709 che segnò la disfatta
dell’esercito svedese.
La
prima battaglia si era svolta vicino alla piazzaforte di Narva
e,
prima ancora che la guerra fosse finita, terminò nel 1714 con l’intera regione
baltica assegnata alla Russia fino alla Carelia, nel 1703 lo Zar decise di
fondare alle foci della Neva una nuova città che avrebbe dedicato al suo Santo
protettore: San Pietroburgo.
(segue)
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