(a cura di Mimma Zuffi)
Longanesi - € 18.80 - pagg.320
“In questa notte di inquietudine, affioriamo dall’oscurità come
se vi fossimo avvezze, ma in realtà non lo siamo affatto. Abbiamo
grandi occhi lucidi, ventri concavi e schiene vigorose avvolte negli
scialli neri della tradizione. (…) «Io vado. Agata, tu che cosa vuoi fare?»
mi precede Lucia, all’improvviso. Per un attimo non trovo le
parole. Che cosa voglio fare? Non me lo ha mai chiesto nessuno. Guardo
queste donne, le mie amiche. Viola, l’esuberanza e l’entusiasmo.
Caterina, la saggezza pacata e a volte ruvida della maturità. Maria, un po’ discosta, il rosario tra le dita e sempre una preghiera sulle
labbra. So che la mia risposta chiamerà, come in una catena, anche le loro,
e questa consapevolezza mi spaventa: sono un uccello da richiamo
che forse canterà per imprigionarle in un’impresa suicida. Ma poi
Lucia mi sorride, di quei sorrisi che conducono l’anima alla docilità.
«Vengo con te» mi sento uscire dalle labbra.”
Ilaria Tuti con Fiore di
roccia racconta una storia sconosciuta al grande pubblico,
quella delle Portatrici Carniche: le donne friulane che operarono lungo il
fronte della Carnia durante la Prima guerra mondiale.
Come una sorta di corpo militare mai riconosciuto, le portatrici
aiutarono gli uomini nelle trincee trasportando nelle loro gerle e lungo sentieri impervi viveri e
munizioni. Protagonista è Agata Primus, personaggio inventato che si muove tra
fatti realmente accaduti e che diventa emblema della resilienza di tutte quelle
donne, figlie e madri, che lottarono per la libertà.
Sulla Carnia fischiano le bombe sganciate dagli austriaci,
sibilano nell’aria i proiettili. Mille metri più in basso, le donne li sentono
e pregano che i loro uomini non ne vengano colpiti. Anche Agata prega. Lei che ha
lasciato gli studi per prendersi cura del padre malato, lei che ha una casa
piena di libri e nessun tempo per leggerli, perché la Grande Guerra è arrivata
e l’ha resa una portatrice. Ogni mattina all’alba, Agata corre ai magazzini
militari a valle, riempie la sua gerla con venti, trenta, a volte quaranta
chili di viveri per i soldati e affronta di petto la montagna. Cammina per ore,
nella neve che le arriva fino al ginocchio, per raggiungere il fronte. È un
percorso estenuante, pericoloso, che compie tutti i giorni in compagnia delle altre
ragazze volontarie come lei. È una vita durissima, ma Agata è forte e
determinata, ha il sangue freddo di chi vuole combattere. Impara a farsi
rispettare dai soldati, a farsi conoscere dai comandanti. Le sue certezze,
però, vacillano quando un cecchino austriaco la vede e lei, d’istinto, gli
spara. Quella stessa notte, il pensiero del soldato abbandonato sul sentiero
non le dà pace. E così decide di andare a prenderlo.
ILARIA TUTI vive a Gemona del Friuli, in
provincia di Udine. Da ragazzina voleva fare la fotografa, ma ha studiato Economia.
Ama il mare, ma vive in montagna. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha
fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice. Il suo romanzo d’esordio, Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018), è stato un vero
e proprio caso editoriale in Italia e all’estero, selezionato come “Crime Book
of the Month” dal Times nel marzo 2019. Tra i punti di forza, un’ambientazione
suggestiva e inquietante, uno stile fresco e maturo allo stesso tempo, un
meccanismo narrativo impeccabile e una protagonista, Teresa Battaglia, da
subito indimenticabile. Per Longanesi ha pubblicato anche Ninfa Dormiente (2019).
Nessun commento:
Posta un commento