Marsilio editore - pagg. 576 - € 19,50
Carl
Oscar Krogh, ottantacinque anni e un passato in prima linea nella resistenza
norvegese, viene trovato morto nella sua sontuosa villa sulle colline a nord di
Oslo in un radioso mattino di giugno. È stato ripetutamente accoltellato,
colpito con una tale brutalità da essere quasi irriconoscibile. Solo tre
settimane prima, nei boschi del Nordmarka, non lontano dalla capitale, erano
stati rinvenuti i resti di tre persone uccise negli anni della Seconda guerra
mondiale. L’ispettore Tommy Bergmann, il cui carattere solitario e scostante
nasconde un passato con cui non ha ancora fatto i conti e una storia d’amore
rovinata dalla violenza, è convinto che tra i due casi ci sia un nesso. Le sue
ricerche fra eccentrici professori di storia, testimoni logorati dalla vita e
archivi dimenticati fanno emergere lo stretto legame che univa Krogh a un
leggendario combattente, morto in circostanze misteriose a guerra ormai
conclusa, e finiscono per focalizzarsi sulla seducente figura di Agnes Gerner,
una donna bella e coraggiosa, spia audace al servizio degli inglesi nella
Norvegia occupata dai nazisti.
Catapultato negli anni bui del conflitto,
Bergmann si ritrova in un intricato labirinto di miti e menzogne dove tutto
sembra essere in vendita; un mondo ambiguo in cui, accanto a chi dice che il
più grande onore è riuscire a sopravvivere, c’è anche chi è disposto a tutto
per amore.
Gard
Sveen
(1969) è un politologo e, oltre a scrivere gialli, è da
molti anni consulente del ministero della Difesa norvegese. Vive a Ytre
Enebakk, non lontano da Oslo. Con questo suo romanzo d’esordio ha vinto sia il
Glass Key che il Riverton Prize, i massimi riconoscimenti scandinavi per la
letteratura poliziesca: è l’unico autore insieme a Jo Nesbø ad averli ottenuti
entrambi. L’ultimo pellegrino è il primo episodio di una serie pubblicata in
dodici paesi.
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