di Mimma Zuffi
Un
rapporto antico e profondo lega l'uomo alla vite: l'uva con i suoi chicchi
dolci e sugosi è certamente tra i primi cibi, gustata d'acchito, senza
reticenze. E poi il vino, fra mito e religione, è da sempre un simbolo di civiltà.
Una storia quaternaria
Un'origine antichissima, quella dell'uva, certamente
preistorica: molti reperti fossili ritrovati in varie località europee
dimostrano che esiste già in epoca quaternaria, cioè prima dell'uomo. Ma
nonostante i ritrovamenti, alcuni pensano che prima dell'uomo, esiste sì, ma
solo in Asia, e da qui è pronta a migrare verso l'Europa dopo la nascita
dell'uomo. Certamente due, sin dall'inizio, i tipi: la "vitis vinifera
sativa", o vite selvatica, che si addentrerà nella parte più continentale
dell'Europa. È interessante ora porsi due domande: sino a che punto è l'uomo a
intervenire su questa pianta per modificarne i caratteri, e fino a che punto è
invece la natura a educarla alle esigenze dell'ambiente? Probabilmente le
occasioni sono reciproche: l'uomo interviene, la natura adatta, e via via il
processo continua per millenni, fino a differenziare quella prima vite
"quaternaria" nei numerosi vitigni che formano oggi i vigneti di
tutto il mondo.
Dall'uva al vino tra mito
e religione
"….Ora Noè si mise a piantare la vite. Poi avendone
bevuto il vino, si ubriacò…". Da questa prima frase biblica le citazioni
dell'uva, già trasformata in vino, si moltiplicano. Allegorie, parabole,
metafore, mitologie e religioni prendono l'uva e il vino a simbolo: Dionisio
attraversa l'Asia, arriva in Egitto e Tracia, raggiunge il Mediterraneo (a Roma
si chiamerà Bacco) e sarà ritenuto per millenni la più alta divinità. Sono
certo le feste dionisiache (i baccanali romani), nate probabilmente in Egitto,
a raffinare il prodotto. Ma è nell'antica Grecia che si svolge il periodo
chiave dell'enologia: mentre gli altri popoli si preoccupavano di produrre
incantevoli grappoli, dai quali peraltro si estrae un vino pessimo, i greci già
sanno che il vino migliore si ottiene dalle uve rade e piccole dei terreni
montagnosi e riarsi. Ulisse infatti sorride di Polifemo che parla di grappoli
enormi, nutriti da un terreno fertile e pianeggiante, e maturati grazie alle
piogge di Zeus: soccomberà il povero Ciclope a una bevuta di vino di montagna!
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"Poiché cibasti umana carne, vino Bevi ora, e impara, qual su l'onde salse Bevanda carreggiava il nostro legno” (illustrazione dal web) |
Indubbiamente è sul vino che i greci
antichi fondarono i loro traffici. Grandi anfore di terracotta, i vasi vinari,
attraversano il mare, perfezionando il commercio fino a creare un moderno
"know-how": oltre al prodotto finito, si esportano, soprattutto verso
Roma, tralci di vite e specialisti viticoltori, per impiantare nuove
produzioni.
Cambiano i gusti
I vini antichi, greci e romani, sono forti, ad alta
gradazione alcolica, spesso conciati con resine, miele e droghe, per
consentirne una più lunga conservazione. M appena si diffonde la viticoltura in
regioni più fredde (che danno un vino meno alcolico) il palato trova più
gradevoli i vini leggeri e delicati, tanto che è necessario l'editto di
Domiziano (92 d.C.) per equilibrare il commercio. Ai soldati romani, dopo le
vittorie, si distribuiscono le terre, e queste terre, in tempo di pace,
producono vino che però…farà riaccendere le guerre. Infatti, secondo Tito
Livio, Plutarco e Plinio, è proprio la voglia di impossessarsi del vino
italiano che spinge i barbari verso le nostre terre: solo con la caduta
dell'Impero romano si calmeranno le brame. Sfacelo delle istituzioni, abbandono
delle terre, e la vite tocca il suo momento peggiore. Da parte loro i barbari
invasori rapinano e consumano senza badare alla conservazione di quei beni
agricoli, dai quali erano stati così attratti.
Il provvidenziale
"vin santo"
Tocca al Cristianesimo salvare la viticoltura: pane e vino servono per
somministrare la Comunione, così attorno alle chiese sopravvivono i vigneti. Si
salvano i vitigni più nobili, si scelgono con cura i terreni (per necessità si
spostano persino certe sedi episcopali). Una delle note di merito nelle
relazioni ecclesiastiche è appunto "Fecit ecclesias et plantavit
vineas". Intorno all'anno Mille una nuova rinascita agricola fa rientrare
la vigna di prepotenza nella storia. Tuttavia, man mano che le classi più umili
si elevano, si diffonde l'abitudine di bere il vino. Nel XIII secolo i
monasteri riducono la possibilità di ospitare i viaggiatori, i quali chiedono
di dormire ai tavernieri, e quando è l'ora di dormire non tutti sono
perfettamente sobri! La taverna si trasforma così in uno scenario di risse.
Nasce un locale più "selezionato", l'osteria. Intanto i potenti
continuano a dimostrare molta simpatia per il vino e più vulnerabili sembrano
essere i compassati re d'Inghilterra, da Riccardo Cuor di Leone a Giovanni
Senza Terra. Francia e Inghilterra, frequentemente in guerra tra loro, devono
anche al vino un motivo di lite, ma i francesi, forti del oro prodotto, hanno
un punto in più nei confronti dei nemici d'oltre Manica. Qualche disturbo
arriva dai vini del Reno e della Mosella, ma i vini di Borgogna e quelli della
regione di Bordeaux sono eccellenti e i commercianti inglesi devono subire le
tasse francesi. È la guerra della lega di Augusta a scoraggiare definitivamente
gli inglesi e a indirizzarli verso altri vini (1717), prima quelli spagnoli,
poi quelli italiani. Incominciano così le fortune dei vini piemontesi, poi di
quelli toscani: s'ipotizza una "strada del vino" tra Mondovì e Nizza
per accorciare le distanze delle navi inglesi. La concorrenza si fa sentir, e i
francesi preparano un prodotto nuovo: il cognac.
Lo sapevate che:
- A Roma il vino era proibito alle donne, tanto che si
poteva baciarle pubblicamente per scoprire se erano "allegre".
- Circa nel 1200 l'aggiunta di zucchero (merce rara a quei
tempi) fa apparire più prezioso il vino, e anche più alcolico.
- L'uva è così dolce che fa gola alla volpe di Esopo. Ma
siccome è irraggiungibile, così in alto, lei decide che, invece, non è ancora
matura.
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(Illustrazione dal web) |
Hai fatto un interessante viaggio tra gli acini con notizie storiche particolari. Complimenti da Juanito.
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