HO SCELTO DI STARE DAVANTI ALLA PORTA
di Sandro Mazzola
con Marco Civoli
Lìmina- pagg. 280 - € 16,00
"A un certo punto avevo segnato un gol, colpendo, col mio tappino, il tappo giallo che fungeva da pallone e mandandolo in rete alla destra del tappo-portiere, manovrato da mio fratello, che sbottò:«Bravo, lo vedi. Tiro ad effetto da calciatore. E tu vuoi giocare a pallone con le mani? Ma smettila! Noi siamo gente da pallone tra i piedi, cosa pensi direbbe tuo padre?» E se ne andò a letto senza salutarmi. Rimasi sveglio a lungo a pensare se quel matto avesse ragione e conclusi che noi Mazzola non eravamo fatti per giocare a pallone con le mani, ma con i piedi. Era un destino già scritto."
Con prosa sincera e toccante, Sandro Mazzola si svela nella lucida ricostruzione di una vita e di una straordinaria carriera. L'infanzia, sconvolta dalla prematura perdita di papà Valentino e addolcita dalle fughe dietro un pallone in un campetto dell'oratorio, l'esordio nel calcio che conta, la crescita, come uomo e come atleta, e la consacrazione come campione indiscusso in una rincorsa, persino ossessionante, alla maglia nerazzurra. Con quel cognome pesante da portare e da gestire, almeno fino a una notte viennese nel maggio del 1964, quando comprese, con due reti e una coppa alzata al cielo, di essere finalmente Sandro Mazzola, e non più solo Sandro figlio di Valentino. E ancora, la Nazionale, il Messico, Rivera e quella partita leggendaria giocata a metà; la maturità, l'addio al calcio giocato,il ruolo di manager e un pallone visto da un'altra angolazione. Con un'unica fede, profonda, incrollabile e rimasta intatta: l'Inter.
Uno sguardo inedito che ripercorre settant'anni di calcio e di Italia: i trofei, i personaggi incontrati (da Meazza a Ronaldo), le storie e le confessioni, sopra un prato verde o dietro una scrivania, dirigente a fianco dei presidenti nerazzurri delle ultime cinque decadi, Angelo Moratti, Fraizzoli, Pellegrini e Massimo Moratti.
Sandro Mazzola (Torino, 1942) è uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Figlio di Valentino Mazzola, simbolo del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga, è stato la bandiera nerazzurra per eccellenza. Scoperto giovanissimo da Giuseppe Meazza, ha giocato nell'Inter - unica sua squadra - sin dalle giovanili e poi in serie A dal 1960 al 1977, vincendo quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali. Con la Nazionale è stato campione d'Europa nel 1968 e vicecampione del mondo nel 1970. Ritiratosi nel 1977, intraprende la carriera dirigenziale in varie squadre. All'Inter ricopre diversi ruoli, tra cui, dal 1995 al 2003, quello di direttore sportivo e principale responsabile di mercato.
Marco Civoli (Milano, 1957), giornalista sportivo di Rai Sport, è inviato speciale, telecronista e caporedattore della redazione milanese. Conduttore di programmi quali “Sabato Sprint” e “La Domenica Sportiva”, ha seguito sei campionati mondiali di calcio, cinque europei e quattro Olimpiadi.
Spero che Sandro Mazzola legga questo omaggio. SANDRO SEI UN GRANDE!! E grazie sognaparole per averci presentato un VERO eroe del calcio italiano!
RispondiEliminaRiccardo
Il mio plauso a Sandro Mazzola, simbolo del calcio italiano! Grazie sognaparole!
RispondiEliminaAndrea
Sandro, sei sempre il NUMERO UNO!!
RispondiEliminaFrancesco
Ciao CAMPIONE!
RispondiEliminaPaolo
Ricordo Mazzola negli anni d'oro, serio, determinato, corretto: un simbolo della grande Inter! E il binomio Mazzola/Rivera. Un calcio superlativo d'altri tempi. Corinna
RispondiEliminaQuello era calcio, Sandro era il VERO calciatore!|
RispondiEliminaFederico
Sandro, ma non riesco a trovare il tuo libro. Dove posso comperarlo? Tutte le librerie che ho visitato (a Milano) mi rispondono che è esaurito. Complimenti per il libro e soprattutto per la tua splendida carriera di calciatore puro.
RispondiEliminaAmedeo
Cominciai a tifare Inter dopo lo scudetto del '71 e Sandrino era il mio idolo con il compianto Giacinto. Grazie Sandro per avermi fatto innamorare dell'Inter e del calcio vero, quello attaccato a una maglia che oggi si è perso, salvo il mitico Javier Zanetti. Grazie Mimma per aver parlato di un uomo che può insegnare molto alle nuove generazioni di calciatori. Juanito
RispondiEliminaSandro, per me sei stato e sei il CAMPIONE!
RispondiEliminaAntonio