appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera
Quando, nel marzo 2022, partii per il mio primo
viaggio alla ricerca dell’aurora boreale – qui i dettagli SOGNAPAROLE MAGAZINE: Scandinavia: alla
ricerca delle aurore tra mille sfumature di bianco - sapevo già che sarei tornata quanto prima alle
latitudini polari.
A distanza di quasi due anni – fine dicembre 2023 -
ho scelto un itinerario di viaggio che si è svolto nella regione del Nord Ovest
della Norvegia, un’area lambita dalla corrente del Golfo che rende gli
inverni meno rigidi rispetto alle zone interne del paese. Il mio viaggio è iniziato
dalla cittadina di Bodø e si è snodato tra i fiordi del pittoresco arcipelago
delle isole Lofoten e la meravigliosa isola di Senja, per approdare infine, il
primo giorno del nuovo anno, nella vivace Tromsø.
Per una settimana ho vissuto una confortevole
avventura sopra il Circolo Polare Artico, in continuo
movimento da sud verso nord. Tra meravigliosi paesaggi marini e montani ho
preso svariati aerei, bus, taxi e anche due passaggi – di cui uno notturno - sulla
nave postale Hurtigruten, alla ricerca dell’aurora boreale.
Paesaggio alle isole Lofoten (foto di Marina Fichera)
Parto il 26 dicembre e il viaggio non inizia nel
migliore dei modi. Tutti e tre i voli che prendo per andare da Milano a Bodø
sono in grave ritardo - soprattutto l’ultimo - a causa del maltempo che
imperversa sulla penisola Scandinava. Arriviamo in hotel tardi, è tutto
ghiacciato, tira un vento gelido che ci sbatte quasi a terra ma abbiamo fame e
andiamo subito a cena in un locale dove avevo prenotato - questa volta siamo un
gruppo di ben diciotto persone. Lì ci chiedono dove andremo il giorno dopo e
alla nostra risposta “Abbiamo il volo per Svolvær domattina” ci sorridono
come se parlassero a dei poveri ingenui e ci dicono “Domani sera vi aspettiamo di
nuovo a cena da noi!”. Annamo bene, penso.
La mattina
successiva, prima di recarci in aeroporto, colmi di speranza e perplessità,
iniziamo a scoprire lo strano chiarore polare di fine dicembre. Facciamo una
passeggiata tra le vie ghiacciate e deserte di Bodø, sono le dieci di mattina
ma la luce opalescente sembra quella di un tramonto, o forse no, è così strana
e affascinante che mi confonde. Il cielo diventa sempre più grigio e il vento
sempre più sferzante e io inizio a temere che le infauste previsioni della sera
precedente si possano avverare.
E invece, con
molta pazienza e molta fortuna, anche se con svariate ore di ritardo, riusciamo
a prendere il piccolo aereo a elica - meno di quaranta posti - che dalla
terraferma ci porta nell’arcipelago delle Lofoten. Quando decolliamo sono
già le 15, stiamo scivolando velocemente verso il tramonto e un paesaggio
incantato ci appare dal finestrino del nostro apparecchio! Il mare blu scuro su
cui ogni tanto si stagliano scogli bianchi di neve e il profilo della costa,
con alcuni paesini pieni di lucine, sono magnifici.
Arriviamo a Svolvær
in poco più di una ventina di minuti, verso le 15:30 ed è già buio
pesto. Il paese sembra un presepe e le casette rosse dei pescatori – le rorbuer
– affacciate sul porticciolo che ci accoglieranno per due notti sono belle e
confortevoli. Siamo un po’ stanchi ma felici.
Nei giorni
successivi facciamo due gite in pullman – per questioni di sicurezza non
possiamo noleggiare le auto – e visitiamo da nord a sud l’intero arcipelago.
Il
meteo per fortuna è cambiato e il sole splende, se così si può
dire riferendosi a un sole che non sorge mai… Passiamo da albe di un blu
turchino - con una magnifica luna piena a sorriderci - a struggenti tramonti di
color rosso e arancio. Sfruttando al massimo le poche ore di luce – circa
quattro - ci muoviamo tra paesaggi incantati e incantevoli: ponti sospesi,
ampie baie, paesini di casette rosse, montagne innevate a picco sul mare e
spiagge ricoperte di neve.
Ore 9:28 del mattino: alba con luna piena alle
Lofoten (foto di Marina Fichera)
Nella
famosa spiaggia di Haukland incontriamo un gruppetto di abitanti locali:
due bimbi che giocano con paletta e secchiello mentre le mamme preparano un
pic-nic. Ci saranno dieci gradi sottozero e la sabbia è gelata, provo a
smuoverla con lo scarpone e non ci riesco, ma per i bimbi norvegesi non c’è
problema e costruiscono un castello che farebbe invidia a Frozen!
La spiaggia di Haukland alle Lofoten (foto di
Marina Fichera)
La sera del 29
dicembre ci imbarchiamo su una delle navi della compagnia Hurtigruten per un
viaggio che in circa tredici ore ci porterà sulla selvaggia e poco conosciuta isola
di Senja, qualche centinaio di chilometri più a nord.
Il percorso si snoda interamente tra i fiordi e,
anche se è notte, la neve abbagliante che ricopre le coste crea uno strano
riflesso luminoso. Io e alcuni compagni di viaggio appassionati di fotografia
passiamo qualche ora a congelarci sul ponte aspettando l’aurora. Aurora che
arriverà proprio nel momento in cui ci riposiamo un attimo e che io non
riuscirò a vedere a causa del muro umano di persone che cercano di catturala
con lo smartphone. Poco male mi dico, sono sicura che a Senja avremo la
possibilità di vederla.
L’isola di Senja (foto di Marina Fichera)
Senja si mostra nella sua migliore veste, con
giornate di cieli tersi e nottate cristalline. Facciamo il giro dell’isola su
uno scuola bus noleggiato solo per il nostro gruppo, ci sembra di tornare
ragazzini in gita scolastica e rimaniamo estasiati dalla bellezza primitiva e
dolce di questo luogo.
Soggiorniamo in un piccolo paese affacciato sul
mare, Skrolsvik, che conta circa ottanta abitanti più alcune timide renne
che girano libere tra le strade innevate. Nel bosco vicino alle case in cui dormiamo
abbiamo a nostra disposizione una lavvu, una confortevole capanna di legno con
soffitto di vetro da cui poter assistere al fenomeno dell’aurora al caldo della
stufa a legna.
La sera di San Silvestro, dopo un’ottima cena
norvegese a base di pesce preparata dal proprietario di casa, andiamo nella
lavvu alla ricerca della prima vera aurora del viaggio. E ancora una volta la
magia si ripete, l’aurora appare all’orizzonte, dietro le montagne. Se devo
essere sincera nulla di paragonabile a quanto visto nel mio primo viaggio, ma
comunque sempre emozionante.
L’aurora boreale il 31 dicembre a Senja – a sinistra il tetto della lavvu (foto di Marina Fichera)
Finiamo la serata nell’unica bottega del paese,
dove almeno due terzi degli abitanti sono riuniti a bere e festeggiare. I
norvegesi sono simpatici, ma quando sono alticci lo sono ancora di più. Allo
scoccare della mezzanotte ci abbracciano e baciano e, dopo averci chiesto come
si dice in italiano, ci augurano “Buon anno!”. Sulla baia di fronte al paese
parte un’inaspettata raffica di fuochi d’artificio, quasi venti minuti di botti
riflessi sul mare che farebbero invidia a molti paesi italiani. Che Capodanno
insolito e divertente!
L’alba del primo gennaio 2024 a Senja (foto di Marina Fichera)
Il primo gennaio lasciamo l’isola con un po’ di
rammarico, ci sarebbe piaciuto poter rimanere ancora qualche giorno,
soprattutto vedendo l’alba che apre il nuovo anno. Un’alba commovente, con il
cielo infiammato di rosso, arancio e viola che si riflette sul mare creando
paesaggi quasi surreali. Un’alba che, ancora una volta, mi induce a pensare
quanto sia fragile e meravigliosa la Natura.
Ci imbarchiamo sul confortevole traghetto della Hurtigruten
e, tra magnifici cieli rosati e impressionanti fiordi ricoperti da un candido
manto di neve, in poche ore di navigazioni raggiungiamo l’ultima tappa del
nostro viaggio.
Dopo quasi una settimana immersi nella Natura
torniamo alla civiltà. Tromsø è affollata di turisti coi
mocassini e piena di negozi, ristoranti e pub, anche se
moltissimi sono chiusi perché è un giorno festivo. Facciamo un giro di poche
ore e proprio mentre stiamo per entrare nel locale dove ceneremo scoppia il
finimondo. Per le strade i turisti corrono, urlano, fotografano, alziamo lo
sguardo e capiamo cosa sta accadendo. La tempesta magnetica è talmente forte
che, anche se siamo in pieno centro città, la sinuosa danza verde smeraldo è
perfettamente visibile. Un finale davvero con il botto!
In questa
settimana sopra il Circolo Polare Artico ho scoperto che si può passare
dall’alba al tramonto in poco più di tre ore e che l’aurora si può vedere anche
dalla finestra del tuo hotel in città, e ho avuto la conferma che assistere a questi
sorprendenti spettacoli della Natura crea dipendenza.
Arrivederci a
presto!
Ma la terra
con cui hai diviso il freddo
mai più
potrai fare a meno di amarla.
Vladimir
Majakovskij
Marina cosa devo dirti ogni volta che leggo un tuo articolo mi meraviglio sempre di più . A conoscerti non si direbbe che tu abbia il livello di sensibilità che invece dimostri nei tuoi articoli Complimenti
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