a cura di Sandra Romanelli
Allocco, Civetta (Athene noctua), Gufo
comune e Gufo reale, Assiolo, Barbagianni, fanno tutti parte della famiglia
degli Strigiformi, uccelli da preda presenti nel nostro territorio boschivo e
collinare. Sono specie protette.
Credenze popolari hanno avuto un effetto deleterio
sugli Strigiformi, che sono sempre stati perseguitati dall'uomo, perché
considerati, secondo alcuni popoli, di
cattivo auspicio, portatori di sventura, per altri, invece, animali sacri,
simboli di saggezza.
In realtà, molti ignorano che questi
uccelli sono assai utili perché tengono sotto controllo roditori infestanti e
insetti, a vantaggio dell'agricoltura e dell'equilibrio ecologico.
Avevo già preparato la tavola e di lì a poco ci
saremmo seduti per gustare una delle
pietanze che mi piace preparare, inventando e trasformando le ricette della
tradizione, quando, ad un tratto, ho sentito un lieve rumore provenire dalla terrazza,
seguìto da uno squittìo continuo e incessante. Siamo in vacanza in collina e
qui, voli e canti di uccelli
accompagnano felicemente le nostre giornate.
_ Che strano uccellino! È tenero come un pulcino!
- Sì, è vero, che carino! Ma com’è arrivato fin
qui?
-Sarà caduto dal nido, senz’altro.
I nostri sguardi si volgono in alto, alla ricerca
di un nido, ma l’unico presente sotto il
tetto è quello che hanno lasciato le rondini all’inizio della stagione fredda e
non sono ancora tornate.
- Ma questo uccello ha zampe grosse e artigli, è
senz’altro il piccolo di un uccello rapace.
- Io so che i piccoli di rapace si chiamano
pulli.
Ognuno cerca di esprimere il suo punto di vista,
davanti a questo esserino che si agita e squittisce per richiamare
l’attenzione.
Nonostante gli artigli verrebbe voglia di
prenderlo in mano e accarezzarlo, per tranquillizzarlo, ma c’è chi afferma che
questo con gli uccellini non si deve fare: la madre potrebbe tornare a
riprenderlo e all’olfatto non riconoscerlo. Però c’è chi sostiene, invece, che
questa è solo una diceria e che non sia affatto vera.
Cerchiamo di non perdere la calma per trovare il
sistema giusto per aiutarlo.
Gli artigli dicono che si tratta sicuramente un
pullo di rapace, quindi provo a cercare qualche
indirizzo dei centri LIPU, dovrebbero essercene in zona.
Intanto consulto telefonicamente una nostra
amica, esperta in flora e fauna e le
invio la foto del piccolo, per un consiglio e per scoprire se lei sa di che
uccello si tratta. Anche lei ci consiglia di metterci in contatto con il centro
LIPU; ma il più vicino è a ben 32 Km di distanza!
Comunque chiamo il centro e invio loro la foto
del pullo. Ci rispondono che forse è un allocco, ma dovremmo portarlo lì, per
farlo esaminare da un veterinario e per prestargli le cure necessarie.
Non ci pensiamo due volte, nonostante la tavola
apparecchiata, decidiamo di metterci in auto con il piccolo. Lo adagio
delicatamente sopra una base di carta assorbente, dentro una scatola di cartone
con dei fori per l’aria. Durante il viaggio tengo la scatola sul grembo e sento
che il pullo percorre più volte il perimetro della scatola stessa, ma non
squittisce più disperatamente, anzi si muove dolcemente e in modo tranquillo.
Non vedo l’ora di arrivare a destinazione, per consegnare, in mani sicure, il
nostro piccolo rapace, a coloro che, con esperienza, potranno accudirlo e
magari, in seguito, metterlo in libertà.
Ma l’avventura, purtroppo ha un ulteriore
risvolto. Arrivati a pochi chilometri dal Centro Lipu, troviamo la strada
sbarrata. Stanno facendo dei lavori di messa in sicurezza del ponte che
dovrebbe portarci dall’altra parte della strada, dove si trova il Centro. Gli
addetti ai lavori ci dicono che dobbiamo proseguire a piedi, oppure tornare
indietro, raggiungere un altro paese e prendere un’altra strada. Il centro è a oltre un chilometro dal ponte,
in aperta campagna. Fa piuttosto caldo, quindi decido di fermarmi a un bar per
una bibita fresca, prima di mettermi in cammino.
Qualcuno nota la scatola dalla quale non mi
separo, quindi decido di rivelarne il contenuto e chiedo notizie del Centro
Lipu. Tutti mi rispondono con dovizia di particolari e un signore, molto
gentilmente, si offre di accompagnarmi.
- Ho l’auto dall’altra parte del ponte e, se
vuole, posso portarla vicino al centro, che non è sulla strada, ma in aperta
campagna; c’è un breve sentiero da fare a piedi. Io posso aspettare in auto
mentre lei fa la consegna e poi riportarla qui. Tornare indietro con la vostra
auto e prendere un’altra strada è un po’ complicato, se non si è pratici della
zona! Invece, andare e tornare a piedi
da qui, si può fare, però la strada è un po’ lunga e con questo caldo poi...
A volte, la gentilezza e la squisitezza delle persone sconosciute sorprende veramente. Con sollievo decido quindi di accettare il passaggio.
Nella via del ritorno mi sento felice e
soddisfatta. È stata un’avventura proprio entusiasmante. Il mio pullo è salvo!
CURIOSITA’
-Gli antichi Egizi consideravano questi uccelli
portatori di sventure, essendo legati alla vita notturna, mentre i Greci li
ritenevano invece, simboli positivi di saggezza e conoscenza e poiché vedono
oltre il buio, anche di chiaroveggenza.
La dea Atena stessa è rappresentata con una civetta sulla spalla,
considerata sacra.
-Nella narrazione moderna, la saga di Harry
Potter, troviamo Edwige, la civetta
bianca delle nevi. Anche qui è un animale positivo, una luce nell’oscurità che
protegge dai malvagi, un compagno fedele e affettuoso e, come i gufi, consegna
messaggi ai maghi.
In Giappone, a Tokio, esiste un OWL Cafè, il bar dei Gufi e delle Civette, dove, oltre
a bere il caffè, ognuno può intrattenersi con questi uccelli rapaci e
accarezzarli, ma con cautela.
- Vorrei terminare queste curiosità con la falena,
farfalla notturna, detta anche farfalla civetta. Ha decorazioni sulle ali a
forma di occhi, simili a quelli dei
rapaci, allo scopo di sorprendere e allontanare gli attacchi dei
predatori.
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