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domenica 7 gennaio 2024

ll profumo di carta stampata del giornale

di Marisa Vidulli
ci sono profumi evocatori di sensazioni ricordi gioie e dolori per Ninni il profumo del giornale della domenica era tutto questo da quando suo marito se ne era andato lei lo comprava solo nei giorni festivi per sentirne il profumo e il marito era li con lei in quell'istante di grazia, che durava troppo poco ma a lei bastava, era come tornare indietro nel tempo quando seduti al baretto se lo leggevano dividendolo a meta, un po' per ciascuno e non cincischiarlo le diceva lui, ripiegalo bene”, “starò attenta” rispondeva lei sorridendo a quegli occhi verdi che l'avevano innamorata 53 anni addietro.

Era un uomo con la U maiuscola suo marito e dal carattere infernale. Avrebbe voluto spesso mandarlo al diavolo ma non ne avrebbe mai trovato uno migliore. Avrebbe potuto, invece l’aveva preso per mano.
Tanto si sarebbero mancati, tanto si desideravano ancora, tanto a volte bisogna rimboccarsi le maniche e salvarli, certi amori.

Se l'olfatto è uno dei sensi più sviluppati dal potere evocativo lo è pure l'udito per le canzoni, ma il tatto non lo è da meno.  Ninni non nutriva dubbio non aveva mai più toccato nulla di così simile alla seta, come era la sua pelle.

Il solo tocco delle dita sulla sua pelle, le donava un brivido come se fuoco e ghiaccio insieme l’avessero attraversata e così sempre, ed ora che non c'era più  si consolava con frasi del tipo  "Va bene anche se non ci sei, anche se non posso chiamarti come sempre venti volte al giorno al telefono. Va bene, si fa per dire, ma lo dico sul serio. Va bene anche se potrò vederti solo in sogno. Non scorderò mai l’ultima volta che ci siam visti, i tuoi occhi verdi la tua voce che mi diceva “anche io ti amo”, va bene tutto, invece no non va bene niente, non va bene che tu mi faccia piangere così disperatamente. Va bene anche se non ci baceremo più, anche se non mi dirai più per farmi arrabbiare” ma che capolavoro ti ha fatto il parrucchiere” quando venivi a prendermi con la tua piccola decapottabile bianca e ti sentivi un ragazzo perché tale eri rimasto dentro anche a 70 anni. E va bene. Va bene anche se non mi guarderai più il sedere di nascosto con il sorriso sulle labbra, anche se non andremo più al cinema insieme, anche se la prossima canzone di cui mi innamorerò non potrò fartela ascoltare . Va bene così. Va bene anche se tra poco arriverà il caldo, e ricomincerò ad indossare le gonne, ma non ci sarai più tu a toccarmi le gambe, e va bene anche se non mi rimprovererà più nessuno per le bugie che dico spesso, per la mia sbadataggine . Va bene, va bene anche se non ci toccheremo più, anche se non prenderemo mai più un aereo insieme, va bene anche se va male, va bene anche se nessun marciapiede ci farà più da tappeto rosso mentre camminiamo e con le mani ci diciamo “ti amo”. Tanto ci siamo amati e appartenuti, va bene va bene va bene va bene capito? Va bene perché non posso più tenerti, perché non puoi più stare con me. Io ti amo ancora tanto e per sempre ti amerò. Va bene, perché con te che mi guardi con quegli occhi spenti io non ce la faccio più. Io ti sento troppo per non andare via ora che tu non mi senti più.






3 commenti:

  1. Vero bello commovente!!!!

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  2. struggente e delicato, come il ricordo di un vero amore sa essere...

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  3. deve essere stato un grande amore

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