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mercoledì 4 novembre 2020

Not a game. Storia di Allen Iverson, il ribelle della NBA, di Kent Babb


(a cura di Mimma Zuffi)
66thand2nd - pagg 336 - € 18,00


Allen Iverson nasce a Hampton, Virginia, in una via chiamata Jordan Drive – quasi un segno del destino. I suoi genitori hanno quindici anni, ma il padre sparisce subito. Allen cresce in una casa di due stanze per tredici persone, tante donne e pochi uomini, spesso dietro le sbarre. Vive per strada, nei playground, e capisce presto che il suo riscatto sarà la Nba. Ma prima ancora di finire la scuola, quando è solo una promessa dello sport giovanile, è condannato a cinque anni per una rissa in una sala da bowling. Un verdetto su cui pesano i pregiudizi razziali, da cui saprà riemergere grazie all’aiuto del reverendo Jesse Jackson e di Spike Lee, che lo vuole come protagonista di He Got Game. 


Ma Allen rifiuta: il ghetto e il canestro per lui sono realtà, non finzione. Il resto della storia si svolge quasi tutta sul parquet: la maglia numero 3 dei Sixers, le treccine, i tatuaggi, i quattro titoli dei punti, la finale persa contro Bryant e O’Neal, i conflitti col coach Larry Brown, un mentore, un padre; poi la crisi d’identità seguita al ritiro, il tracollo economico. Basandosi su decine di interviste e articoli stampa, oltre che su centinaia di documenti processuali, Kent Babb ricostruisce la parabola di un’icona del basket e della cultura hip hop, un talento eccentrico e imprevedibile, la cui fortuna ha virato più in fretta del suo irresistibile crossover.



Kent Babb
 scrive per il «Washington Post» e il «Kansas City Star». Questo libro su Iverson trae origine da un long form sul cestista pubblicato online, uno dei più letti e condivisi della rete.

 

 

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