Iperborea - pagg. 192 - € 19,50
«Berlino
è troppo grande per Berlino» è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns
Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica
così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di
libertà e «spazio». Ma «Berlino è troppo grande per Berlino» anche in senso più
ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come
«Berlino, città di tendenza»? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue
origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici
della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani,
mai una casa che avesse l’ascensore e un citofono funzionante. Visitarla era
un’esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso
tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio – ribaltandolo
in positivo – il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler:
«Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere.»
La
ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste
illegali negli scantinati oggi non ci sono più. Quell’epoca di archeologia
urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le
case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso.
Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di
certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello
struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c’è perfino
chi viene a Berlino per lavorare e non solo per «creare» o semplicemente
oziare. Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a
un passato «povero e sexy» e i cui unici feticci intoccabili sono una
multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da
scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà
«potenziale puro».
FOTOGRAFIE:
Mattia Vacca
AUTORI:
Thibaut de Ruyter, Fabian Federl, Annett Gröschner, Christine Kensche, Alisa
Anh Kotmair, Vincenzo Latronico, Juliane Löffler, Cees Nooteboom, Peter
Schneider, Daniel Schulz, Alina Schwermer, Jörg Sundermeier
COLLABORATORI:
Andrea D’Addio, Ercole Gentile, Falko Hennig, David Wagner
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