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lunedì 19 giugno 2017

Nepal: viaggio nel cuore dell’Himalaya

Appunti sparsi di viaggio di Marina Fichera


Ci sono dei viaggi in cui ti devi tuffare come se fossero un mare caldo e blu del quale non vedi il fondo. Immagini che sotto la superficie ci sia qualcosa di bellissimo e misterioso, pieno di vita e di contrasti. E sai anche che quel qualcosa potrai vederlo soltanto immergendoti completamente nell’acqua.
Ci sono dei viaggi che sai, prima ancora di partire, che ti cambieranno – almeno un po’ - la vita. Forse per questo alcuni viaggi li ho rimandati di anno in anno, fino a quando i tempi non sono diventati maturi e il richiamo è stato ascoltato. Il Nepal è uno di questi viaggi.


Il tempio buddista di Swayambhunath - Kathmandu
(foto di Marina Fichera)
Il mio primo incontro con il Nepal è con la sua capitale, Kathmandu. Incastonata nell’omonima valle, a circa 1.350 metri sul livello del mare, potrei definirla con soli tre aggettivi:  polverosa, caotica e vibrante. Nella stagione secca una sottile polvere ricopre case e persone, animali e motorini. Molti abitanti girano per le strade con una mascherina sulla bocca perché, tra smog e polvere, spesso l’aria diventa quasi irrespirabile. Eppure questo luogo, simbolo e rifugio per tanti occidentali negli anni settanta, è un bizzarro - e affascinante - insieme di negozietti di paccottiglia, persone e campane tibetane che vibrano all’unisono con incredibile vitalità.
Kathmandu è mistica e caotica, sembra che tutto il suo caos sia il mezzo per arrivare alla pace, in un flusso ininterrotto di energie che scorrono in ogni bugigattolo, in ogni lercia stradina, in ogni tempio.
Una delle vie di Thamel, il centro storico e turistico di Kathmandu
(foto di Marina Fichera)
Questo straordinario paese è un luogo pieno di contrasti, contraddizioni e complessità. In Nepal l'induismo - la principale religione del paese - e il buddismo si intersecano in uno stretto legame millenario. Qui la multiculturalità è la principale ricchezza umana, ma in questo periodo storico è anche uno dei peggiori problemi politici nazionali. I maoisti, attualmente al potere dopo le elezioni del 2016, vogliono ricreare le macro regioni legate alle numerose etnie himalayane, applicando così una sorta di divide et impera. E in molti rimpiangono la monarchia che nel giugno del 2001 fu spazzata via da uno strano omicidio-suicidio consumato all’interno della famiglia reale.
Al tempio indù di Pashupatinath - Kathmandu
(foto di Marina Fichera)
Bandipur, un piccolo gioiello tra le montagne himalayane, potrebbe essere definita la Cortina d’Ampezzo del Nepal. Il suo candido centro storico, completamente pedonalizzato, è composto da alcune strade sulle quali si affacciano piccoli hotel, ristoranti a gestione familiare e negozietti di souvenir. In realtà basta allontanarsi di poco dalla strada principale per vedere gli esercizi turistici trasformarsi in negozi per la popolazione. Vedo bambini e galline che corrono lungo la via, il sarto e quello che sembra un ferramenta. E anche un piccolo bar che si affaccia sulla valle dove, di fronte a un tramonto indimenticabile, bevo un dolce e aromatico tè.
Tramonto a Bandipur  (foto di Marina Fichera)
Non solo il tramonto, anche l’alba ha il suo intrigante fascino. Per andare ad ammirarla mi alzo prestissimo senza alcuno sforzo, m'inerpico su una collina che sovrasta Bandipur e sono ripagata da una visione da fiaba. Altissime vette tinte di rosa pallido, valli immerse in un’incontaminata nebbia, qualche nuvola che punteggia un cielo di un azzurro pallido venato da leggere sfumature arancio. Durante questo viaggio mi sembra che il tempo passato a letto sia tempo perso, minuti sprecati, rubati all’ammirazione della bellezza di queste regioni. E pensare che quando vado in ufficio la sveglia suona alle otto e faccio quasi fatica ad alzarmi!
La valle immersa nella nebbia all’alba - Bandipur
(foto di Marina Fichera)
Quando si pensa al Nepal la mente va subito alla neve e al freddo della catena di montagne più alte al mondo, l’Himalaya. E invece questa nazione è un insieme di regioni con ecosistemi completamente diversi tra loro.
Il 31 dicembre ero al Parco Nazionale di Chitwan, regione tropicale ricca di animali e acqua a sud-ovest di Kathmandu, ed ero in maniche corte! A Chitwan ho assistito ad alcune partite di elephant polo. La versione tropical-himalayana del dinamico sport ippico è lentissima e stravagante. Un cocente sole mi frigge la testa anche sotto il tendone mentre il foltissimo pubblico acclama i propri beniamini, indolenti pachidermi dalle orecchie e proboscidi decorate con colori sgargianti.
Una partita di Elephant polo a Chitwan
 (foto di Marina Fichera)
Avere la possibilità di dormire due notti in una casa nepalese è un’esperienza preziosa, che va vissuta con rispetto e gioia. Ho avuto la fortuna di dormire nella casa che vedete nella foto sotto, a Ghale Gaun, un villaggio appena dentro l'Annapurna Conservation Area, a poco meno di 2.100 metri di altitudine.
Per entrare in casa è doveroso abbassare la testa perché la porta è bassa, e questo non perché i nepalesi siano di piccola statura. È un gesto antico che ha un motivo ben preciso. Entrando nella casa che ha ospitato per generazioni gli avi devi dimostrare loro rispetto. La dimensione della porta, che obbliga a un inchino per poter passare senza sbattere la testa, fa si che nessuno se ne dimentichi.
La casa di Kamala a Ghale Gaun – a destra la stanzetta in cui ho dormito 
(foto di Marina Fichera)
Al piano terra la padrona di casa, la bella Kamala, si muove con grazia e forza tra il cortile e la linda cucina. Kamala é una giovane donna nepalese di 35 anni che ha già vissuto molte vite: figlia, sposa, madre e poi vedova. È una donna colta, parla inglese, ha una naturale eleganza. Alle pareti sono appese delle foto di un bel giovane con la divisa militare – immagino il marito – e alcune sue foto di qualche anno fa, in cui sorride serena.
Le sue due figlie adolescenti ora studiano nel paese in fondo alla valle e lei è rimasta a condividere questo piccolo edificio bianco su due piani con il nonno e pochi avventurosi turisti.
La casa è senza infissi, senza riscaldamento, senza frigorifero o lavatrice, senza doccia. Ha una splendida cucina, piena di pentole lucide e bicchieri brillanti, ma senza finestre. Kamala è autosufficiente, ha l'orto, le galline, una capra e un'arnia – la vedete nella foto sopra, riparata da un tettuccio di lamiera bianca – in cui le api producono un miele forte, che racchiude in sé i fiori di rigogliose valli himalayane cinte da montagne alte oltre 7.000 metri. Secondo i nostri standard non  possiede nulla. Eppure nei suoi occhi sereni e curiosi io vedo che ha tutto.
 
Kamala nella sua cucina  (foto di Marina Fichera)
Io e i tre compagni di viaggio con cui condivido il soggiorno da Kamala siamo molto curiosi di sapere com’è la sua vita. Due giorni sono troppo pochi per capire la vera essenza di una realtà così lontana dalla nostra, perciò passiamo le due sere a tempestarla di domande. Il nonno a un certo punto si scoccia, bofonchia qualcosa e se ne va a dormire al piano di sopra. Io le scatto alcune foto e lei, per contro, tira fuori il suo smartphone e fotografa i suoi quattro ospiti italiani. Cheeese!
Uno dei siti storici di Bhaktapur distrutti dal terremoto del 2015
(foto di Marina Fichera)
I segni del terribile terremoto che ha colpito il Nepal nell’aprile del 2015 – in cui perirono 9.000 persone - sono ben visibili in molte località. Una delle zone più colpite è stata quella di Bhaktapur, pochi chilometri a est della capitale, in cui sono stati danneggiati oltre cento siti storici. La ricostruzione di questi siti, fondamentale per la ripresa del turismo, è iniziata con grande impiego di mezzi e uomini, ma tutta la città avrebbe bisogno di un concreto aiuto.
Alcune delle abitazioni del centro Bhaktapur distrutte
(foto di Marina Fichera)
Bhaktapur è una città di una bellezza commovente. Gli sfregi del terremoto ne hanno ferito lo splendore, ma non importa. Non credo di aver mai visto una città con un’atmosfera magica e una luce magnifica come questa. La luce è unica, amabile come oro la mattina, calda come ambra al tramonto. E ti senti in armonia con l’intero universo, in pace con te stesso e con gli altri.
Bhaktapur al tramonto  (foto di Marina Fichera)
Molti sono i motivi per cui ho sofferto di una malinconia struggente e feroce al ritorno del viaggio. Non riuscivo a scrollarmi di dosso i colori, le vibrazioni, i sorrisi del Nepal. E non voglio nemmeno farlo completamente, perché non avevo mai provato così forte la sensazione di voler tornare prima possibile in un luogo. Sapevo che questo viaggio mi avrebbe cambiato - almeno un po’ - la vita e sono felice di aver accettato questo incontro con me stessa attraverso il meraviglioso Nepal. A presto, namasté!

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.

Buddha

16 commenti:

  1. Simpatico il tuo racconto: riesci a trasferire delle sensazioni originali e, almeno nel mio caso, a scatenare piacevoli ricordi particolari.

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  2. Emozionante,essenziale ed è un complimento, intrigante! fa "sentire" i sapori e "vedere" i colori solo leggendo le tue impressioni! Cristina

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  3. Ti ringrazio molto Cristina, un commento prezioso!
    Ciao
    Marina

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  4. Intense le emozioni di questo viaggio e condivido anche la tua riflessione finale. Sandra

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  5. che bello Marina,,,come sempre, sei riuscita a trasmettere tante piacevoli emozioni,sensazioni, riflessioni, stati d'animo.
    Grazie, Roberta e Gianfranco

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    1. Grazie carissimi amici,
      A presto, si spera per un nuovo viaggio insieme!
      Marina

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  6. Bellissimo articolo sia per la descrizione che per le foto che ci hanno trasmesso un'intensa emozione e voglia di visitare il Nepal. Complimenti!!!
    Patrizia ed Alice

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    1. Grazie Care!! Patrizia quando ci vediamk ti racconto
      Un abbraccio
      Marina

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  7. meraviglioso... come sempre troppo corto, è bello sognare ma dura poco... brava Marina!
    ciao, Stefi

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  8. Descrizione meravigliosa e poetica di uno dei luoghi più belli e spirituali della Terra, mi è sembrato di rileggere qualche passo della Profezia di Celestino, tanta é stata la delicatezza e l'Amore che han mosso la Tua mente ,il Tuo cuore...e la mano.. grazie, cara Marina,felice di essere tra i Tuoi Amici,,un abbraccio affettuoso!!!

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    1. Che bello, grazie Antonia!!!
      Un carissimo saluto
      Marina

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  9. Le tue parole hanno creato emozioni e poesia che rispecchiano le immagini. Le tue parole non cambieranno il mondo ma, sicuramente, la mia visione di questa affascinante terra lontana. Grazie, Juanito.

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    1. Juanito qualsiasi cambiamento, anche il più piccolo, é sempre positivo! Grazie, ciao
      Marina

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