di Annalisa Petrella
“La belle époque”, per la regia di Nicolas Bedos, è
un film delizioso e spiazzante dove presente e passato si
sfidano con ironia attraverso una sorta di macchina del tempo che permette ai
protagonisti di riprendere in mano la propria esistenza, cogliendo forse
l’ultima occasione per ricominciare.
Il gioco è ben
riuscito: realtà e finzione si mescolano e si fondono nella
magia del cinema con uno sguardo rivolto verso ciò che è stato per riscoprire e
vivificare un presente disarmante. Già
dal titolo si avverte la poliedricità del film che allude al periodo migliore
della vita di ciascuno e, contemporaneamente, al nome del locale dove si svolge
il nucleo della storia.
La scena iniziale offre una prova immediata del
livello di manipolazione del regista nei confronti del pubblico: ci si trova in
una villa prestigiosa nel bel mezzo di un banchetto regale di altri tempi, una cena
delle beffe dove il re e i suoi cortigiani sono impegnati in vacue
conversazioni e si dilettano a schernire un servitore di colore. Il vero
obiettivo di Bedos non è quello di stigmatizzare l’odioso razzismo che trasuda
dal convivio quanto piuttosto di prendere di mira il pubblico presente in sala
e di depistarlo attraverso una narrazione a scatole cinesi.
La quaestio: -I personaggi sono gli attori del film
“La belle époque” o gli attori di un film girato al suo interno, come Truffaut
insegna?
I colpi di scena
si susseguono fino a che ci si rende conto di aver assistito a un gioco di
ruolo che permette ai clienti facoltosi di un’agenzia cinematografica di vivere
nell’epoca desiderata e di incontrare qualsiasi personaggio si voglia conoscere
o rivedere, scegliendo gli ambienti più idonei alle diverse situazioni. Al
prezzo di alcune migliaia di euro tutto è possibile
e si può realizzare
il sogno di rivivere un passato lontano. Ovviamente è tutto finto, ricostruito
in studio, con figuranti pronti a interpretare un importante politico o la
donna dei sogni.
Victor, un Auteuil al massimo, è un perdente in tutti i sensi, il suo matrimonio
è andato in rovina e la professione di disegnatore è disastrata. Sceglie quindi
di ritornare al tempo della sua giovinezza, più precisamente alla notte del
1974 quando in un caffè dal nome “La belle époque” è scattata la scintilla
d’amore per la sua bella Marianne, ormai perduta.
La coppia Ardant – Auteuil offre l’interpretazione
eccezionale di una coppia âgée, Victor e Marianne, che dopo una lunga relazione,
diventata ormai tumultuosa, segue traiettorie personali soprattutto per volontà
della donna, psicanalista delusa e annoiata da un marito immobile.
Doria
Tiller, l’attrice giovane, notevole, e Guillame Canet, il regista isterico, ben
caratterizzato, reggono bene il confronto con i due “grandi” del cinema
francese.
Da
vedere per iniziare l’anno bisestile con leggerezza e buon umore.
Il film bello e la sua recensione è un valore aggiunto.
RispondiEliminaGrazie
EliminaUn film divertente e nostalgico
RispondiEliminaBuona sintesi, grazie.
EliminaSempre belle le tue recensioni!
RispondiEliminaTi ringrazio
EliminaBella recensione per un film da non perdere.
RispondiEliminaAnalitica e profonda, mette in luce diversi aspetti del film che lo fanno apprezzare di più.
RispondiEliminaLa ringrazio
EliminaCome scrivi bene!
RispondiEliminaGrazie!
EliminaBellissima recensione e sicuramente andrò a vedere il film!
RispondiEliminaLudmilla
Non ti deluderà, grazie.
EliminaCome sempre, cara Annalisa, le tue recensioni sono impeccabili. Superano l' immediatezza delle impressioni per scavare a fondo. Leggendo questa, ho modificato in parte il mio giudizio sul film che non mi aveva entusiasmato. Ottimi certo gli attori, ma quel doppiaggio per la Ardant è davvero fuori dal mondo. Pensare che la sua voce, che parla un italiano seducente con l' accento francese, sarebbe stata una ciliegina sulla torta. Insomma qua e là, certi elementi, compreso un eccesso di recitazione " indolente"non mi avevano catturato. Ci tornerò sopra e magari ripensandoci, alla luce della tua bella analisi, potrei correggere il giudizio. Ciao!
RispondiEliminaCara Renza, il tuo commento generoso mette in luce un punto importante, che condivido totalmente, sul doppiaggio inutile della Ardant che ci avrebbe allietato con un italiano "francesizzato" veramente glamour. Grazie!
EliminaHo visto il film, che mi è piaciuto molto.
RispondiEliminaLa recensione dà comunque altri punti di approfondimento. Brava!
La ringrazio
EliminaUna recensione scritta davvero molto bene. Non ho visto il film ma mi è venuta la voglia. Spero di trovarlo Ancora nelle sale.Lu tezia
RispondiEliminaCara Lucrezia, ho visto che è ancora presente nelle sale. Grazie!
EliminaCara Annalisa,non ho visto il film ma la tua bella recensione invita a farlo.Vedrò di rimediare.
RispondiEliminaCara Stefania, ti ringrazio.
Elimina