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domenica 30 giugno 2019

NELL’OBLIO di FEDERICO AXAT


recensione di Mimma Zuffi




“La ragazza era nel salotto di casa mia, uccisa da un colpo di
pistola. Mi svegliai avvolto in una bruma di confusione, come mi
succedeva dopo ogni sbornia, quando mi addormentavo dove
capitava, in qualunque posto che non fosse il mio letto. Il primo
contatto con la realtà fu il cigolio distante del dondolo in
veranda; il secondo, un colpo alla lampada a stelo quando
allungai le braccia per stiracchiarmi, ancora senza aprire gli
occhi. La fatalità che scandiva la mia vita negli ultimi tempi fece
cadere la lampada a terra ed esplodere la lampadina in mille
pezzi. In quel momento mi resi conto che ero in sala, sdraiato a
pancia in giù. Avevo un forte dolore al petto, il braccio sinistro
intorpidito e la guancia appiccicosa. Sollevando appena le
palpebre, la prima cosa che vidi fu la sagoma della bottiglia di
vodka sul tavolinetto del divano, a un metro da me.”

Un libro affascinante che, come nel gioco della mosca cieca, conduce il lettore in un intrico di vicoli che si ramificano e s'intrecciano facendogli perdere l'orientamento. 


Dopo il suo romanzo d’esordio, "Un altro da uccidere", Federico Axat torna in libreria con "Nell’oblio", romanzo che attinge dal realismo magico di Gabriel Garcia Marquez senza dimenticare i tratti noir di Michael Connelly e la narrazione di Stephen King.
A ventisette anni, il protagonista ha già alle spalle un passato da alcolista e un divorzio, una separazione dolorosa dalla donna con la quale ha avuto una figlia che vede meno di quanto vorrebbe. Una notte, si sveglia sul pavimento di casa sua senza ricordare nulla delle ultime ore, la mente annebbiata come nei giorni in cui beveva. Accanto a lui una bottiglia di vodka vuota, una pistola e il corpo esanime di una ragazza che non ricorda di aver mai visto prima. Nella sua testa la stessa domanda rimbomba incessantemente: “Sono davvero io l’assassino o è tutta una messinscena?”
Comincia così la sua ricerca quando un sogno ricorrente inizia a perseguitarlo. La misteriosa ragazza lo guida in un bosco ripetendo la stessa inquietante frase: “Hai dimenticato qualcosa”. E' un uomo come tanti, non riesce a immaginare chi potrebbe volerlo incastrare per omicidio. Ma solo lui può trovare la risposta, nascosta nella sua mente.
Non c'è niente di peggio che iniziare a leggere un libro  con grandi aspettative, soprattutto dopo aver letto il precedente di Federico Axat. A un livello così alto d'inizio posso dire che non mi ha delusoUn thriller duro, molto duro in alcuni momenti, ma non per le scene di sangue. Comunque, per comprenderlo meglio sarebbe bene cominciare dalle ultime pagine: dalle note dell'autore, che invitano il lettore a lottare sempre anche per l'impossibile, a credere che riuscirà  a fare quel che sogna, ai ringraziamenti nei quali si comprende il perché di questo romanzo , la profondità umana che attraversa le pagine del libro e investe i protagonisti.
Nell'oblio avvince sin dalle prime righe e tiene col fiato sospeso fino alla soluzione nelle ultime pagine: è un thriller dal classico stile che inizia con un assassinio che lascia al lettore la possibilità d' immaginare qualsiasi personaggio capace di  compiere, compreso il protagonista, pur ponendosi la domanda se sia stato in grado di commettere un atto talmente efferato. Una vicenda che in ogni capitolo si arricchisce di nuovi elementi, a cominciare dalla sparizione del cadavere fino ad arrivare alla vendita dell'azienda del fratello specializzata nella produzione di un prodotto la cui virtù è quella di produrre oblio.
L'oblio può essere una benedizione per alcuni pazienti che in alcuni momenti lungo il percorso della loro esistenza li portava a una costante sofferenza. Foraggio per psichiatri e benedizione per i farmacisti che, per tutta la vita, vendono loro tranquillanti, ansiolitici e psicofarmaci di ogni genere. E' un altro motivo per la  possibile morte della ragazza e più persone sono forse coinvolte nella stessa?
Il finale è  a sorpresa, simile a un gioco.
Per concludere,  si tratta di un libro che si divorerà fino all'ultima pagina, anche per la sua caratteristica di capitoli brevi e incalzanti. 

2 commenti:

  1. e dopo questa recensione voglio assolutamente leggerlo
    Ale

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  2. Avvincente analisi che invita a leggere questo libro, magari sotto l'ombrellone. Grazie Mimma. Juanito

    RispondiElimina