recensione di Mimma Zuffi
“La ragazza era nel salotto di casa
mia, uccisa da un colpo di
pistola. Mi svegliai avvolto in una
bruma di confusione, come mi
succedeva dopo ogni sbornia, quando mi
addormentavo dove
capitava, in qualunque posto che non
fosse il mio letto. Il primo
contatto con la realtà fu il cigolio
distante del dondolo in
veranda; il secondo, un colpo alla
lampada a stelo quando
allungai le braccia per stiracchiarmi,
ancora senza aprire gli
occhi. La fatalità che scandiva la mia
vita negli ultimi tempi fece
cadere la lampada a terra ed esplodere
la lampadina in mille
pezzi. In quel momento mi resi conto
che ero in sala, sdraiato a
pancia in giù. Avevo un forte dolore
al petto, il braccio sinistro
intorpidito e la guancia appiccicosa.
Sollevando appena le
palpebre, la prima cosa che vidi fu la
sagoma della bottiglia di
vodka sul tavolinetto del divano, a un
metro da me.”
Un libro affascinante che, come nel gioco della mosca cieca, conduce il lettore in un intrico di vicoli che si ramificano e s'intrecciano facendogli perdere l'orientamento.
Dopo il suo romanzo d’esordio, "Un
altro da uccidere", Federico Axat torna in libreria con
"Nell’oblio", romanzo che attinge dal realismo magico di Gabriel
Garcia Marquez senza dimenticare i tratti noir di Michael Connelly e la
narrazione di Stephen King.
A ventisette anni, il protagonista ha già
alle spalle un passato da alcolista e un divorzio, una separazione dolorosa
dalla donna con la quale ha avuto una figlia che vede meno di quanto vorrebbe.
Una notte, si sveglia sul pavimento di casa sua senza ricordare nulla delle
ultime ore, la mente annebbiata come nei giorni in cui beveva. Accanto a lui
una bottiglia di vodka vuota, una pistola e il corpo esanime di una ragazza che
non ricorda di aver mai visto prima. Nella sua testa la stessa domanda rimbomba
incessantemente: “Sono davvero io l’assassino o è tutta una messinscena?”
Comincia così la sua ricerca quando un
sogno ricorrente inizia a perseguitarlo. La misteriosa ragazza lo guida in un
bosco ripetendo la stessa inquietante frase: “Hai dimenticato qualcosa”. E' un
uomo come tanti, non riesce a immaginare chi potrebbe volerlo incastrare per
omicidio. Ma solo lui può trovare la risposta, nascosta nella sua mente.
Non c'è niente
di peggio che iniziare a leggere un libro con
grandi aspettative, soprattutto dopo aver letto il precedente di Federico
Axat. A un livello così alto d'inizio posso dire che non mi
ha deluso. Un thriller
duro, molto duro in alcuni momenti, ma non per le scene di sangue.
Comunque, per comprenderlo meglio sarebbe bene cominciare dalle ultime pagine:
dalle note dell'autore, che invitano il lettore a lottare sempre anche per
l'impossibile, a credere che riuscirà a fare quel che sogna, ai ringraziamenti
nei quali si comprende il perché di questo romanzo , la profondità umana che
attraversa le pagine del libro e investe i protagonisti.
Nell'oblio avvince sin dalle prime righe e
tiene col fiato sospeso fino alla soluzione nelle ultime pagine: è un thriller dal classico
stile che inizia con un assassinio che lascia al lettore la possibilità d' immaginare qualsiasi
personaggio capace di compiere, compreso il protagonista, pur
ponendosi la domanda se sia stato in grado di commettere un atto talmente
efferato. Una vicenda che in ogni capitolo si arricchisce di nuovi elementi, a
cominciare dalla sparizione del cadavere fino ad arrivare alla vendita
dell'azienda del fratello specializzata nella produzione di un prodotto la cui
virtù è quella di produrre oblio.
L'oblio può essere una benedizione per
alcuni pazienti che in alcuni momenti lungo il percorso della loro esistenza li portava a una
costante sofferenza. Foraggio per psichiatri e benedizione per i farmacisti
che, per tutta la vita, vendono loro tranquillanti, ansiolitici e psicofarmaci
di ogni genere. E' un altro motivo per la possibile morte della ragazza e
più persone sono forse coinvolte nella stessa?
Il finale è a sorpresa, simile a un
gioco.
Per concludere, si tratta di un libro che si divorerà fino
all'ultima pagina, anche per la sua caratteristica di capitoli brevi e incalzanti.
e dopo questa recensione voglio assolutamente leggerlo
RispondiEliminaAle
Avvincente analisi che invita a leggere questo libro, magari sotto l'ombrellone. Grazie Mimma. Juanito
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