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venerdì 13 dicembre 2019

VIVERE A MOSUL CON L’ISLAMIC STATE, di Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte

A cura di Mimma Zuffi
Mursia, pagg. 218, con inserto fotografico, Euro 19,00



BRUTALITÀ MA ANCHE EFFICIENZA QUESTI I PRINCIPALI ASPETTI DELL’AMMINISTRAZIONE DI IS CHE EMERGONO IN

VIVERE A MOSUL CON L’ISLAMIC STATE

LA PRIMA TESTIMONIANZA A DAR VOCE AI CIVILI CHE VISSERO IN CITTÀ DURANTE I TRE ANNI DEL CALIFFATO



“Cosa è veramente l’Islamic State? Cosa vogliono i suoi uomini? Perché migliaia di giovani da tutto il mondo sono partiti per unirsi ad esso nella costruzione del Califfato? Perché ci attaccano? È la volontà di rispondere a queste domande che mi ha spinto a scrivere questo libro, frutto di anni di lavoro e ricerca, talvolta in situazioni non sempre semplici.”, dichiara Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, autrice di Vivere a Mosul con l’Islamic State 


“Come diceva Sun Tzu, il buon generale deve conoscere il suo nemico e vi assicuro che noi l’IS non lo conosciamo e non lo comprendiamo. E solo conoscendo quello che è veramente successo e i sentimenti che hanno provato i cittadini iracheni sotto il controllo territoriale degli uomini di Al Baghdadi potremo capire perché è nato, come si è sviluppato e da chi è stato sostenuto il Califfato, ma anche quando e sotto quale forma potrebbe tornare, perché in fondo non è stato annientato. Avendo spesso letto le interviste rilasciate dalle vittime in fuga o dai foreing fighter catturati, ho deciso di cercare una voce diversa e ho raccolto la testimonianza dei civili che vissero in città, che normalmente non parlano temendo tanto la vendetta di IS, che li potrebbe considerare spie, quanto l’incriminazione per collaborazionismo da parte delle autorità irachene. È a questi coraggiosi cittadini che hanno rischiato la propria vita in nome della verità, affinché si sappia che cosa realmente accadde, che va il mio ringraziamento e un grazie speciale lo rivolgo anche ad Omar Mohammed, l’autore di “Mosul Eye”, il cui diario/blog ha per anni costituito per me un faro nella ricerca della Verità. La sua Prefazione, con il racconto di come nacque in lui l’idea di riportare quotidianamente ciò che avveniva e di come lavorò affinché la vera Storia di Mosul fosse conosciuta dal mondo, arricchisce questo libro in modo incredibile.”
L’Islamic State ha controllato per tre anni una zona tra Siria e Iraq abitata da milioni di persone. Escludendo le minoranze perseguitate, non abbiamo racconti sulla vita dei cittadini sunniti che hanno subito loro malgrado questa esperienza vivendo nel Califfato autoproclamato da Al Baghdadi. In questo saggio alcuni coraggiosi abitanti di Mosul, mettendo a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie, ci raccontano la realtà di un mondo fino ad oggi a noi precluso, spiegandoci che cosa è davvero successo, descrivendo l’incredibile brutalità ma anche l’efficienza della sua amministrazione. Solo così possiamo comprendere l’Islamic State, le sue idee e i motivi che hanno spinto migliaia di giovani a unirsi alla lotta, combattendo nel teatro siro-iracheno, o semplicemente attaccando nel Paese in cui vivono. Grazie a queste testimonianze, la voce dei civili che tanto hanno sofferto, possiamo iniziare a capire una regione che da anni si è trasformata in una polveriera pronta a esplodere. Conoscendo che cosa è successo possiamo imparare a capire IS, le cui idee non sono morte con la perdita del controllo territoriale, né con l’uccisione di Al Baghdadi, e potremo combattere il ben più ampio fenomeno del jihadismo.
Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, giurista, geo-politologo e analista intelligence, è professore di Counter-terrorism e direttore del think tank Mediterranean Insecurity. Laureata in Giurisprudenza e in Relazioni Internazionali, ha un dottorato di ricerca in Diritto Internazionale, insegna in diverse università italiane e lavora al Ministero degli Affari Esteri. Tra i suoi libri ricordiamo: Il nuovo terrorismo internazionale come crimine contro l’umanità (2006), Terrorismo «fai da te» (2013), Due secoli di stabilizzazione (2015) con Ferdinando Sanfelice di Monteforte e Perché ci attaccano. Al Qaeda, l’Islamic State e il terrorismo «fai da te» (2017).


Qui sotto:

-       FOTO 1: Per la prima volta dopo più di un decennio, le strade dissestate, vennero riparate in modo professionale, rendendo più facili gli spostamenti e dando un senso di cura e pulizia che gli abitanti inizialmente apprezzarono molto. Screenshot tratto dal video “Aspects of Refurbishing the Streets and Paving of the Road  - Wilāyat Nīnawā”.
-       FOTO 2: Parco giochi di Mosul, fiore all’occhiello degli “uomini in nero”, che rappresentava un vero e proprio tuffo nel mondo dei colori, cancellati in buona parte della città. Era questo un luogo dedicato ai bambini, e conseguentemente alle famiglie. Tantissime pertanto sono le donne presenti in queste immagini, così numerose da rendere impossibile ad IS mostrare foto del luogo che non le ritraessero. Screenshot tratto dal video “Joy and Worship - Wilāyat Nīnawā”.
-       FOTO 3: I bambini venivano anche sfruttati dalla propaganda più violenta dell’Islamic State, e numerosi video nei qualil si vedono in mimetica, spesso armati, usati come richiamo verso la folla, talvolta mentre eseguono loro stessi delle pene capitali. Screenshot tratto dal video “Da’wah Convoy for the Cubs of the Caliphate - Wilāyat Nīnawā” (20 aprile 2015).
-      FOTO 4: Normalmente i condannati non avevano nulla sul volto, rendendo le immagini ancora più cruente. Screenshot tratto dal video “Retribuition of the Subjects From the Apostates - Wilāyat Nīnawā”.


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