Neri Pozza editore - pagg. 276 - € 17,00
Un avvincente romanzo poliziesco capace di fotografare un
momento irripetibile della storia del nostro paese, la Milano degli anni
Settanta, le sue luci e le sue ombre.
«Villani utilizza il genere per dire
molto di più, e ci riesce».
Hans Tuzzi
«Eleganza e stupore emotivo si uniscono per formare il
linguaggio di Flavio Villani».
Satisfiction
Milano, 1972. Piazza Duca d’Aosta, immersa nella canicola di
Ferragosto, è talmente vuota da ricordare un paesaggio di De Chirico quando nel
deposito bagagli della Stazione Centrale viene rinvenuto, all’interno di una
valigia, il cadavere fatto a pezzi di una donna.
A indagare sull’omicidio è chiamato il giovane viceispettore
Rocco Cavallo, alla sua prima indagine e ansioso di fare bella figura con i
propri superiori. Il caso, tuttavia, appare subito di non facile soluzione: il
caldo torrido ha anticipato il processo di decomposizione, rendendo impossibile
l’identificazione del corpo. L’unico indizio per risalire all’identità della
vittima è una piccola croce ortodossa trovata sul fondo della valigia, che
potrebbe far pensare a una donna di origine slava.
Per il commissario Naldini e per Ferretti della Buoncostume
quella donna è certamente una prostituta e il delitto ha tutte le
caratteristiche di una punizione esemplare, opera magari di qualche magnaccia
particolarmente efferato. L’ipotesi appare ancora più realistica davanti alla
scomparsa di una squillo molto conosciuta nell’ambiente, per il cui omicidio
viene accusato Totò il Guercio, un magnaccia, appunto, noto in questura per la
sua fedina penale tutt’altro che immacolata.
Benché il commissario Vicedomini suggerisca un’altra pista,
fondata sulla somiglianza tra l’omicidio della donna nella valigia e alcuni
brutali delitti compiuti nella metà degli anni Quaranta da un assassino seriale
fantasiosamente battezzato dalla stampa Macellaio della Martesana, il caso
resta insoluto e consegnato ai polverosi archivi della cronaca nera.
È soltanto con l’arrivo, anni dopo, della determinata
viceispettrice Valeria Salemi che Rocco Cavallo, il «commissario Cavallo»
disilluso dalla vita, ma animato sempre da un intenso desiderio di giustizia,
deciderà di riaprire le indagini, questa volta più che mai determinato a
trovare il vero responsabile di un omicidio che per trent’anni si è portato
dentro come un’ossessione.
Flavio Villani gioca su diversi livelli narrativi,
consegnandoci un magnifico giallo d’atmosfera in cui l’irresolutezza del
passato torna a tormentare il presente.
Flavio Villani è nato a Milano nel 1962. Neurologo, ha
lavorato negli Stati Uniti come ricercatore nel settore della neurofisiologia.
Come scrittore ha esordito con L’ordine di Babele (2013, Laurana). Il nome del
padre è il suo primo romanzo poliziesco.
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